I Racconti di Terramare

Miyazaki junior e il capolavoro di Ursula K. Le Guin
di Fabrizio Scatena
[pubblicato su RiLL.it nel febbraio 2009]

Oltre a questo articolo, Fabrizio Scatena ha scritto sulla Le Guin anche altri pezzi usciti su RiLL.it: ha approfondito i temi del viaggio interminabile e della descrizione di società alternative nell'opera dell'autrice americana, e ha presentato il suo saggio "La Fantascienza riflessiva di Ursula K. Le Guin" (ed. Delos Digital). Infine, sulla vita e le opere di Ursula K. Le Guin segnaliamo anche il bell'articolo di Francesco Troccoli, sempre su questo sito.

È stato forse un tentativo da parte di Goro Miyazaki, figlio del maggiore regista d’animazione vivente, Hayao Miyazaki, di liberarsi dall’ombra del padre, la realizzazione de I Racconti di Terramare, trasposizione cinematografica tratta dal ciclo fantasy omonimo, capolavoro indiscusso della scrittrice americana Ursula K. Le Guin.

La nuova creatura, nata nei laboratori dello Studio Ghibli, ruota attorno al rapporto tra i due personaggi principali, Arren il giovane principe di Enland, in fuga dalla propria ombra dopo l’assassinio del padre, e Sparviere, l’arcimago che indaga le cause che stanno alterando l’equilibrio del regno di Terramare, il reame fantastico minacciato da un’oscura forza malvagia.

E’ l’inizio della classica quest, un viaggio avventuroso che porta Arren a scoprire il mondo degli adulti grazie a Sparviere, personaggio chiave che richiama da vicino la figura del maestro orientale, guida e amico spirituale del giovane alla ricerca di se stesso.

La prima parte del film è ambientate nella coloratissima Hort, città piena di vita che ricorda Costantinopoli, ma la cui facciata gioviale nasconde un popolo di astuti doppiogiochisti dediti alla vendita di droghe e oggetti contraffatti. Hort è governata da Aracne, regina degli schiavisti, un ordine politico militare che opprime gli uomini per venderli come merce di scambio al miglior offerente. Per il giovane Arren è il momento del riconoscimento del “nemico”, del male oscuro, elemento ricorrente nella produzione fantasy e necessario alla trama del film per la ricerca esistenziale dell’eroe.
Accanto alla rappresentazione del male, Miyazaki ci mostra anche il bene, incarnato da Tenar, una vecchia strega che ha rinunciato ai poteri della magia per condurre una vita tranquilla in una fattoria, e da Therru, misteriosa ragazzina orfana, ma dotata di immense capacità soprannaturali.

Ed ecco apparire, come per magia, alcune immagini familiari nel mondo fantasy, come il focolare domestico, la vita in campagna ed il lavoro nei campi in armonia con la natura. Suggestivo e profondo è il discorso che Sparviere fa ad Arren, quando lo porta a riflettere sulle cause che stanno alterando l’equilibrio, ecologico e morale, degli abitanti di Terramare e sul bisogno di ripristinarlo per evitare l’incivilimento in atto.
Sono qui chiari i richiami di Miyazaki junior alla visione ecologista del padre, permeata da elementi shintoisti e buddhisti già visti in opere come Nausicaa della valle del vento, Conan: il ragazzo del futuro e La principessa Mononoke.

Il film affronta anche il tema dell’immortalità, sogno perseguito con cinismo dall’oscura e malvagia Aracne, che tenta di strappare Arren dalla guida di Sparviere promettendogli, con elisir di lunga vita, potere e gloria infiniti. La negromante vuole infatti allontanare il giovane dalla sua ricerca interiore, dal confronto con la sua ombra, vuole comprarne l’anima per fare di lui un fedele servitore destinato a rinunciare alla vita nella sua interezza. Ma sarà l’amore per la giovane Therru e i suoi amici che donerà ad Arren la forza per sconfiggere Aracne, in un duello in puro stile fantasy tra le mura della sua fortezza.
La battaglia finale e l’abbraccio con Therru, il lato femminile necessario e complementare al giovane eroe per raggiungere la piena maturità, aprono definitivamente il suo cuore alla luce della vita per completare il cammino di redenzione iniziato dopo l’uccisione del padre.

Goro Miyazaki ha portato sullo schermo una favola d’animazione fantasy che sfrutta al meglio le caratteristiche del genere, mescolando la giusta dose di intrattenimento e pedagogia, ma la trama e soprattutto la rappresentazione dei personaggi sono privi dello spessore psicologico e del lirismo figurativo che caratterizzano i capolavori manga di Miyazaky senior.
Goro, per raggiungere la maestria del padre, che prima della lavorazione del film si era opposto al tentativo del figlio di dirigerlo, dovrà lavorare ancora molto; ma, come dice il proverbio di un antico saggio cinese: “il più lungo dei viaggi inizia con un piccolo passo” .

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