Una magia di scrittrice

Intervista con Norma d’Alessio, vincitrice nel 2005 della sezione BluViola del concorso per narrativa cinematografica "I colori del genere", promosso dal premio Solinas
di Alberto Panicucci
[pubblicato su RiLL.it nel gennaio 2006]


L’edizione 2005 della sezione dedicata al fantastico del concorso per narrativa cinematografica I colori del genere, promosso dal premio Solinas (e a cui anche RiLL ha collaborato), ha visto l’affermazione del racconto “Una magica magia” di Norma D’Alessio.
Eccoci qui per una breve chiacchierata con l’autrice vincitrice...

Norma D’Alessio è una pediatra di Sarno, in provincia di Salerno, sposata e con due figlie; da sempre si interessa di letteratura per l’infanzia e ha già pubblicato svariate opere di narrativa per ragazzi (“Birichinate e fole”, 1997; “Non si dice a me mi”, Guida, 2001), oltre al romanzo “Nuvole” (Oedipus, 2004) e a “Primavera di fango” (Avagliano, 1998), un’opera a più voci dedicata all’alluvione che colpì Sarno nel 1997.


“Una magica magia” è una fiaba, una forma narrativa sicuramente centrale nella tua produzione letteraria. A cosa si deve questa tua preferenza?

Credo che la mia passione per le fiabe risalga alla mia infanzia “incantata”. Mio padre, che era un ritrattista, ogni sera mi raccontava storie. Alcune erano inventate da lui.

Come nasce “Una magica magia”?

“Una magica magia” è nata tempo fa, in un periodo, durato due anni, in cui ho scritto fiabe ed altri lavori per l’infanzia con una tale furia che quasi mi ero convinta di non essere io a scrivere, ma di avere un folletto dentro di me che dettasse le storie. Tempo dopo, ho preso coscienza che quel folletto ero proprio io, ed è stato il momento più felice della mia vita.
Non so dire come mi è venuta l’idea del racconto. Quando scrivo non programmo mai niente. E’ come uscire in barca a vela perché ne hai voglia, poi è il vento che ti fa andare di bolina.

Al di là delle fiabe, che rapporto hai col fantastico più “adulto”? Lo leggi, lo scrivi, c’è qualche autore o genere che ami più di altri?

Purtroppo non sono una grande lettrice, per motivi di tempo. Campo ancora “di rendita” sulle mie letture da ragazza, quando divoravo di tutto, da Tolstoj alla rivista Grand Hotel. Adoro Calvino.
Più che leggerlo, quindi, il fantastico lo scrivo, perché mi diverte da pazzi. Ho scritto decine di storie di fantasia e la mia camera da letto, di notte, quando non riesco a prendere sonno, sembra un luna park!

Hai un sogno nel cassetto?

Vedere sul grande schermo almeno una delle mie storie.

A che progetti letterari lavori, ora?

Ho appena terminato un racconto horror. Inoltre sto rivedendo i miei vecchi lavori di genere fantasy, a cui mi sono divertita a cambiare il titolo. Ho capito che il titolo è molto importante, una specie di biglietto da visita.

Ti aspettavi di vincere il BluViola?

Sono andata a Roma incredula, dimenticando persino che il Premio Solinas prevede un premio in denaro!
In generale, ho nei confronti della mia abilità di scrittrice un atteggiamento ambivalente. Vale a dire che “entro ed esco” dalla consapevolezza di essere brava, con grande meraviglia. Forse è questa meraviglia il mio segreto, anche se un certo successo me lo sono sempre aspettato, pur non sapendo né quando né come sarebbe arrivato.

Hai dei consigli da dare a chi partecipa a un premio letterario?

Intanto, consiglio di partecipare solo ai premi letterari veri. E poi di non aspettarsi niente, ma ciò nonostante fare le cose con impegno e ostinazione.

 

 

 

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