Hel

di Marco Bergamini
Premio Speciale del Comitato Promotore del II Trofeo RiLL

Si sfilò dal capo l'HMD. La no- biological- born la fissava. Quel suo sguardo prefabbricato era accattivante. Hel smise di pensare a sè, si lasciò scivolare lentamente lungo le linee di quel viso. S'accorse che l'amava, che amava un androide: una macchina.
"Non ci sono riuscita...", mormorò.
La nbb allentò la tensione muscolare, la sua bocca si piegò in un sorriso che proveniva dalle profondità del suo brainware.
"Sei riuscita ad avere la connessione, almeno?", le chiese.
La voce era sensuale, falsamente timida.
Hel scosse il capo. Aveva bisogno di una boccata d'aria.
"Usciamo, Kiss. Andiamo a farci un giro, per favore".

-Se prendiamo in considerazione gli avvenimenti accaduti negli ultimi dieci anni, ci rendiamo conto che qualcosa di predeterminato sta accadendo.-
Le insegne tridimensionali del BigFat rimbombavano di colori e suoni, palesi e subliminali.
Kiss spinse la porta, e Hel s'infilò nell'atrio del locale.
BigFat è uno di quei posti sorti sul nulla, dove si ritrovano le persone che provengono dal nulla, dirette verso il nulla.
Non era una definizione sbagliata, tutti gli avventori la condividevano.
In fondo, un BigFat era esattamente questo, e la gente che ci andava, lo faceva solo per... non- essere.
BigFat è all'apparenza un locale notturno come gli altri. Ma, a differenza degli altri, è frequentato dai newager.
"Una LS- Coke...", mormorò Hel.
"Anche per me...", aggiunse la nbb, sorridendo, e ammiccando all'uomo che serviva al bancone.
Rimasero in silenzio.

Hel fissava lontano le pareti freelight mutarsi in un caleidoscopio di figure ipnotiche: sogni da acido. Ed in effetti, erano state l' LSD, la mescalina, i vari funghi sacri, ad aprire le prime porte cerebrali, e a far risvegliare Qualcosa.
Kiss, invece, scrutava le linee del viso della sua compagna.
Era tesa, cercava la connessione. Ma non... non funzionava.
"Ci sei?", chiese la nbb, baciandole la guancia.
Hel le sorrise. Grazie a dio, c'era Kiss.

-Esistono due tipi fondamentali di droghe: gli allucinogeni, e le oppiacee. Gli allucinogeni aprono le porte. Ma non è sufficiente alla connessione...-
"Ti ricordi cosa disse il costrutto di Nex?"
Hel penetrò le sue iridi verdi, e la nbb sorrise.
"Nex si sbagliava!", rispose seccamente.
Provava un piacevole tepore nelle braccia, sentiva le mani pesanti emettere onde d'energia. L'energia scendeva dalla testa, lungo la spina dorsale, nel suo ventre: due dita sotto l'ombelico, due dita verso l'interno. Era un brivido di piacere interiore, che si allargava pulsante nel petto, nell'addome. Batteva al ritmo sempre più calmo del suo cuore.
Ora, Hel non voleva pensare. Ora, non pensava. Non era in grado di farlo, e non voleva farlo.
Era libera...
Hel, ora, non- esisteva, nel senso positivo che un newager avrebbe dato a questo termine.
La LS compiva magnificamente la sua missione metabolica. Scioglieva la rigidità dei muscoli, dilatava i capillari, conferiva uno stato di piacevole, intima, e consapevole sicurezza di sè.
La nbb le accarezzava il viso, i capelli. Le dava amore.
Hel sorrise, baciandole le labbra. Grazie a dio, era lì con lei.

-Supponiamo che il mondo, così come lo viviamo, non sia reale. La questione fu posta immediatamente dopo la realizzazione del wetware Nexus. Ma era una questione filosofica che affondava le sue radici nel passato.
Se lo spazio esiste per convenzione: perchè gli uomini occupano uno spazio; se il tempo esiste per convenzione: perchè gli uomini ricordano il passato e immaginano il futuro; se tutto ciò che chiamiamo reale è strettamente connesso al modo di percepire degli uomini, come possiamo essere certi che la realtà sia esattamente come la sperimentiamo?-
Nexus realizzava spazi virtuali con una definizione sensoriale più intensa della realtà. Nexus era in grado di imporre un reale in tutti i suoi aspetti sensoriali, creando un momento spazio-temporale nullo, in cui la consapevolezza dello sperimentatore superava la normale abitudine cerebrale a percepire.

Quando Hel aprì gli occhi era a casa.
Si alzò dal letto. La parete di tetraglass proiettava il solito notiziario del Ministero, laddove era freel.
Non le importava nulla se le bande lo-tech combattevano.
Non le importava nulla...
Kiss c'era. Le versava del caffè.
"Ti ricordi..."
Hel alzò lo sguardo. Si sentiva vuota.
"..cosa disse il..", continuò la nbb.
Fissò il liquido nero, l'aroma la stordiva.
"Esistono tante realtà quante se ne vogliono pensare. La realtà è mutabile. La realtà risponde al pensiero", ripetè meccanicamente Hel.
"Già, sorella! E non solamente nel mondo di Nexus!"
-La consapevolezza è il primo passo. La dissociazione è il secondo.
Kif, hashish, LSD6, acuiscono la consapevolezza. Ma non basta alla connessione...
Consapevolezza significa svegliarsi dalle consuetudini; da tutte le consuetudini: compreso il tempo e lo spazio. Significa tornare liberi, in uno stato simile all'ingenuità infantile. Significa tornare a percepire tutto come fosse la prima volta, e senza associare a nulla alcun concetto, parola, pregiudizio.
Consapevolezza è esistere nell'attimo, nel luogo. E' essere osservatori, spettatori del qui, ora.
Dissociazione significa trovarsi un passo dietro al proprio ego. Essere esterni a se stessi. Essere se stesso, ego, e corpo: un atman, una psiche, un soma. Essere uno e trino.-
"Sai, Kiss..."
La finestra era il suo luogo preferito. Al di là c'era l'orizzonte di una indefinibile isola caraibica: uno dei sessantaquattromila orizzonti selezionabili dalla parete freel.
La nbb posò il costrutto di Nex, si sfilò le simstim con cui lo stava ad ascoltare.
Ora, Hel cercava parole che non voleva pronunciare.
"Credo di non averlo mai voluto fare..."
Kiss la capiva. In fondo, era lì per quello, per aiutarla a comprendere. Questa era la missione impressa nel suo brainware, e per questa ragione, Hel l'aveva acquistata da Modd's.
"Sì", continuò. "La connessione... Non è mai avvenuta perchè... ho sempre avuto... paura, credo."
Hel si sedette, lasciandosi scivolare contro la parete, nell'angolo della stanza. Il suo corpo era esile, chiedeva d'essere abbracciato, protetto. Il suo ego voleva amore, voleva vincolarla alla sicura realtà che chiamava vita. Le affamava l'anima, per conservare e perpetuare il suo potere su di lei.
Kiss le si pose accanto. L'accarezzò dolcemente.
"Vuoi provare di nuovo?", le disse piano.

-La realtà del wetware Nexus può essere definita il suo pensare: in effetti, è la realizzazione d'un programma. Ma chiamarlo programma è come paragonare un disegno a carboncino alla realtà. Ciò che fa Nexus è molto più realistico; ed è assolutamente vero, per chi lo vive. La realtà nella quale Nexus è stato costruito è decisamente realistica; ed è assolutamente vera, per chi la sperimenta. Noi la chiamiamo vita.
Ma Nexus crea un falso perfetto. E Nexus è creato in un altrettanto perfetto falso.-
Questa era la filosofia di Nex, e dei newager.
Anche Hel era un falso, e pure Kiss lo era. Ma la realtà è vera, esattamente come, ciò che è pensato, è reale in rapporto ad ogni altro aspetto del pensiero del pensante.
E' una questione di relatività, di punti di vista.
-Se prendiamo in considerazione l'accaduto negli ultimi dieci anni, dal 2000 al 2010, ci rendiamo conto che sta accadendo qualcosa di prederminato, che, semplicisticamente, potremmo chiamare: il risvegliarsi di Qualcosa.-

L'HMD le pesava sul capo. Lampi di luce ritmici, mantra ripetitivi, figure ipnotiche, inducevano nel cervello onde delta: meditative.
Hel distoglieva se stessa dalla sua concezione di sè. Il suo atman si distanziava dal suo ego.
Sentiva il suo corpo espandersi. Onde di calore la percorrevano. La muscolatura si distendeva, mentre immaginava il suo ventre riempirsi e svuotarsi, lentamente, d'aria, d'amore, di felicità interiore.
Il suo emisfero sinistro era sveglio, ma allentava il suo dominio sul destro.
Le doti dell'intuizione, dell'immaginazione, dell'emotività, si espandevano oltre gli stretti vincoli della razionalità.
L'azione della LSD6 proiettava il suo atman oltre le pareti del reale.
Nexus l'accolse in una spirale di stelle in vorticosa espansione. La virtual- bbs era pronta per la connessione.
Hel si spaventò, ma poi riprese il controllo. Strinse i denti per un istante, poi rilasciò la mascella. Non doveva avere paura.
Sentì la mano di Kiss sfiorarle il viso, stringerle per pochi istanti la spalla destra.
"Puoi farcela...", le bisbigliava ad anni luce di distanza.
Poi, Hel perse il senso dei vocaboli, e dei concetti che sottintendevano; perse i suoi ricordi, e la coscienza di sè.
Ma esisteva ancora.
Ciò che accadeva andava al di là delle sue parole.
Hel non era più solamente Hel.
Hel era libera.
Mentre Qualcosa... si stava risvegliando.

Marco Bergamini è nato a Milano il 12 agosto 1969. E' stato moderatore della conferenza di scrittura creativa "La Storia Infinita" nell'ambito della BBS Agorà Telematica.
E' autore di due romanzi, di diversi racconti di fantascienza cyber, e di poesie.
Ha pubblicato quattro racconti, vincendo con "Pit@kublai.gov.com" un concorso letterario promosso dalla Fanucci Editore. Alcuni fra i suoi testi e poesie sono prelevabili attraverso le BBS Agorà e Decoder.
Marco Bergamini aspira a riunire i propri racconti cyber in un romanzo a tasselli.
Attraverso i suoi racconti cerca di esprimere l'aspetto più soggettivo, alienante, ma anche liberatorio, che sta alla base del futuro rapporto tra l'uomo, la tecnologia, e il diffondersi di una nuova concezione di spiritualità.

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