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Di Domani Forse Mai hanno parlato molti siti, recensendo il volume, segnalandone l’uscita o una delle presentazioni del libro che RiLL ha curato (a Lucca Comics & Games 2012 e poi a Roma).
Raccogliamo in questa pagina le recensioni più significative.
Ringraziamo inoltre il portale Fantascienza.com, i siti Kultunderground, Scrittevolmente, Voci Letterarie (e non solo), e l’associazione Amore e Psiche, oltre che ogni testata che ha parlato dell’antologia (scusate… citare tutti sarebbe impossibile!).
Detto ciò, la parola ai critici:
(Miriam Mastrovito, Il flauto di Pan)
Tempo. Sembra essere la parola chiave intorno a cui ruota questa raccolta antologica, tanto se si entra nel merito dei i suoi contenuti quanto se ci si sofferma a riflettere sulla sua genesi.
Il volume propone nove racconti scritti da Francesco Troccoli fra il 2006 e il 2011, ovvero nel periodo che precede la pubblicazione del suo romanzo d’esordio Ferro Sette. Compiamo dunque un salto a ritroso nella sua carriera letteraria seguendolo lungo un sentiero che, in qualche modo, ne ricostruisce il percorso di crescita.
Troccoli stesso si riferisce a questi testi come a quelli su cui “si è fatto le ossa”, dichiarazione che stupisce se si guarda alla maturità stilistica e alla superba padronanza della tecnica narrativa che li contraddistingue.
Se una linea evolutiva è rintracciabile tra queste pagine, è da ravvisarsi piuttosto in un cambiamento interiore che, gradualmente, sostituisce a visioni pessimistiche, una visione più ottimistica - o più possibilistica - della realtà.
Sebbene prodotti in momenti e in occasioni diverse, i racconti qui selezionati rivelano un comun denominatore, che è appunto il Tempo. Emblematico, da questo punto di vista, è il titolo Domani Forse Mai che, attraverso l’accostamento di tre avverbi, suggerisce sin da subito tre possibili approcci al tema.
Esplorando, a volte mescolando, generi diversi tra loro, l’autore ci propone viaggi nel passato o nel futuro. Dall’epoca della Santa Inquisizione alla Seconda Guerra Mondiale, passando per i giorni nostri e arrivando a sbirciare un lontano avvenire in cui l’umanità si è trasferita sulla luna, ci fa toccare con mano il tempo che fugge o ci coinvolge in voli di fantasia. Ci racconta di probabili Domani proponendoci storie dal taglio marcatamente fantascientifico ma anche di scenari surreali, incredibili eppure, Forse, possibili, così come di occasioni mancate o di sentieri impraticabili che odorano di Mai.
Leggendo si ha la sensazione di essere risucchiati in un vortice spazio-temporale che stordisce e diverte allo stesso tempo, come un giro di giostra. Nonostante si tratti di racconti brevi, l’autore riesce a gestire con maestria il ristretto spazio narrativo, centrando l’obiettivo di lasciare qualcosa a chi legge (un messaggio, un’emozione, uno spunto di riflessione).
Ciascun racconto appare come un’istantanea capace di racchiudere in un solo scatto l’essenza di un intero scenario, complici i finali che immancabilmente sorprendono e suscitano sensazioni forti anche se diverse tra loro. A volte commuovono, come il finale di Per amore - in cui un uomo sfida il tempo pur di salvare colei che ama accettando di pagare un caro prezzo -, altre strappano un sorriso, in nessun caso deludono.
Inoltre, pur dimostrandosi un ottimo intrattenitore, Troccoli ci consegna delle storie che travalicando i confini di genere inducono a riflettere sulle aspirazioni e i limiti dell’umanità, suggerendo un approccio critico al presente. A più riprese emerge il desiderio dell’uomo di dominare il tempo, di cambiarne il corso o di tornare indietro per modificare la storia a beneficio di un futuro migliore.
Spesso si tratta di esperimenti fallimentari o dagli esiti imprevisti, basti pensare a Un caso dimenticato della Romagna-Toscana in cui alcuni abitanti del paesino di Stringilcuore riportano in vita il Beato Elpidio per sventare minaccia comunista e si ritrovano a fronteggiare una situazione ancora più allarmante.
Ma non sempre si giunge a epiloghi dai toni pessimistici: così accade che uno strano esperimento scientifico, un’escursione nello spazio o un tuffo nella storia diventino anche occasione per un cambio di prospettiva tale da farci guardare con occhi diversi il mondo che ci circonda e l’universo che si agita dentro ciascuno di noi. Valore aggiunto, questo, che conferisce spessore alla raccolta e nel contempo fa sì che possa essere facilmente apprezzata anche da chi non è particolarmente avvezzo al genere fantastico.
(Davide Longoni, La Zona Morta)
Ecco un volume che siamo veramente felici che sia stato pubblicato e che ci sentiamo di consigliarvi vivamente per arricchire la vostra biblioteca personale del fantastico: si tratta del secondo libro di Francesco Troccoli, a pochi mesi di distanza dall’uscita di Ferro Sette; intitolato Domani Forse Mai, è una raccolta di racconti curata dall’associazione RiLL…
(Daniele Barbieri)
“Gli anni passano travestiti da giorni”.
Oppure: “un dio con il volto di tutte le donne”.
E ancora: “chi ha dimenticato aperta la Porta dei Sogni?”.
Non è solo bravo a scrivere storie, Francesco Troccoli, ma anche a lasciar lì per strada frasi-gancio che catturano e si fanno ricordare. […] Buoni tutti e nove i racconti, con un paio tendenti all’ottimo.
Tempus fugit si muove, con sapienza, dalle parti di Kronos e dei suoi cugini, di amori in trappola, del tempo accelerato (“due giorni dopo era già il 4 luglio dell’anno successivo”). Strudel alla viennese fa vorticare ucronie per narrarci di un altro Wernher Von Braun, possibile-impossibile. Vortici temporali anche in Per amore, di eccellente scrittura ma un poco deja-vu nella trama.
Sulla nave Bakunin nel 1916 ci saranno sorprese a gogò in un’atmosfera sospesa: è Il misterioso diario del giovane Piotr. Fanta-noir è La fine vera dell’Umanità, con i mondi messi a rovescio prima sulla Terra e poi sulla Luna.
“Patate, birra, olive snocciolate, latte scremato, verdura fresca, pane integrale, preservativi, telefonare a John” è la misteriosa frase che assilla i protagonisti di Nude mani, in un mondo telepatico. Abbastanza strano e vecchio per essere bello e moderno è Esposa de Satan, all’ombra di Torquemada (uno dei peggiori inquisitori, casomai non lo sapeste). Molto bello - forse il migliore - è Il caso estremo Ana Caldeira, che torna sull’antico e sempre vivo sogno di intrufolarsi nelle vite degli altri, mutando il finale delle storie.
Infine Un caso dimenticato della Romagna-Toscana racconta di sanguinosi casini fra comunisti e catto-fascisti nel dopoguerra, in una dimensione magica: però speriamo non lo legga Pansa se no lo prende per un documento storico e lo mette nel prossimo best-seller (c’è chi scrive e chi invece passa direttamente ai “best”).
L’intervista finale a Troccoli è piuttosto interessante […].
(Giuseppe Panella, Retroguardia 2.0)
I nove racconti che compongono il libro appartengono al regno del fantastico piuttosto che essere rigorosamente di fantascienza.
In uno di essi, l’ultimo (Un caso dimenticato della Romagna Toscana), si ritorna al 1952 per la narrazione di una storia molto misteriosa relativa all’eresia catara e alla sua diffusione nel paese immaginario di Stringilcuore, dove essa ha trovato di nuovo spazio dopo la dura repressione cui era stata soggetta nel Medioevo. Il racconto deve molto all’ammirazione che Troccoli dimostra nei confronti di Jorge Luis Borges e mostra una notevole abilità nel manipolare dati eruditi e vicende di sangue. Altri, invece, come Nude mani, si basano sulla sorpresa finale e sul colpo di scena (gli uomini in passato si servivano delle mani ?) allo stesso modo di classici della fantascienza come "Sentinella" di Fredric Brown. In altri ancora, come Tempus Fugit, si cimenta con il tema (ormai classico) delle falle spazio-temporali e della necessità della loro riparazione (con un colpo di scena finale, naturalmente). Anche Strudel alla viennese, che ha come protagonista Werhner von Braun, tratta temi analoghi al precedente (in particolare, la cronoflessione). Oppure, in Il misterioso diario del giovane Piotr, eventi del tutto fantastici vengono descritti con uno stile preciso e realistico, in modo da proporne una forte plausibilità fino all’ultimo ed evitare le secche del fantastico astratto.
Questa caratteristica dello stile di Troccoli ne rende peculiari lo sviluppo delle storie e l’ambientazione all’interno delle quali esse si svolgono: il punto di partenza è sempre quotidiano e legato a particolari apparentemente banali o minori (un biglietto da visita in Tempus Fugit, la cena accuratamente prelibata di von Braun, la descrizione della salita del Chiado di Lisbona in Il caso estremo Ana Caldeira). Solo successivamente, lo srotolarsi della vicenda fa precipitare gli eventi e dalla quotidianità dell’inizio si passa a eventi non più facilmente spiegabili, se non spesso ingiustificabili (come accade in La fine vera dell’Umanità, ambientato sulla Luna, un luogo adeguatamente lontano da cui si può contemplare il disastro atomico che ha ormai distrutto - e molto rapidamente - la Terra.
In questi racconti, tuttavia, nonostante il pessimismo che pervade alcuni di essi (ma, va detto, solo quelli che hanno un taglio più tradizionale), si può già verificare il percorso che porterà Troccoli a Ferro Sette (e alle sue possibili continuazioni): si tratta della dimensione “umanistica” del futuro prossimo venturo, legata all’amore per l’analisi psicologica dei personaggi e dei loro sentimenti insieme al culto dello stile, visto come descrizione di situazioni piuttosto che come gusto dell’azione del puro ritmo narrativo. In questo, Troccoli si conferma come uno scrittore di rara capacità introspettiva.
(Chiara Listo, Urban Fantasy)
Domani, Forse Mai: racconti che “giocano” con il tempo; racconti che propongono viaggi entro le vite dei personaggi; racconti che accompagnano in giro per varie epoche della Storia.
L’antologia raccoglie e propone nove racconti di Francesco Troccoli, tutti di genere fantascientifico e fantastico: tra le pagine è davvero possibile riscontrare la crescita dell’autore nel corso degli anni, sia nel genere, sia nel metodo di scrittura. […]
Ma, in fin dei conti, il metodo di scrittura e gli argomenti di Francesco Troccoli non sono che migliorati nel corso degli anni, ed è quasi impossibile non lasciarsi immergere nel sapore misterioso e opalescente dei suoi nove racconti: le differenze di scrittura nel corso degli anni diventano quasi gradevoli, i personaggi rimangono e si arriva a provare per loro, in taluni casi, sincero affetto.
Mi riferisco al protagonista del primo racconto, Tempus Fugit, alle prese con un terribile sfasamento temporale. Ma lo stesso vale con Von Braun , l’amante della buona cucina e dello Strudel alla Viennese, nell’omonimo secondo racconto.
Cambiano i tempi, le epoche, i protagonisti: si va dai tempi del terribile Torquemada in Esposa de Satan, ai giorni nostri, a un futuro vagheggiato con gli umani che vivono sulla Luna, per arrivare ad un fantastico degno di Zafòn (uno degli autori ai quali, tra l’altro, Troccoli si ispira) in Il caso estremo di Ana Caldeira. Cambiano i luoghi attorno ai personaggi, cambiano i motivi, cambiano obiettivi e passioni: quello che Francesco Troccoli tratteggia è un viaggio completo attraverso varie pieghe del tempo e dello spazio, in un caleidoscopio di dimensioni e di “what if” tra passato, presente e futuro. […]
Un rapporto con il tempo di “odi et amo”, quello dell’autore: il tempo è affascinante, ma trascorre e ci priva di attimi che durano un istante: una folata di vento, uno Strudel, la sofferenza di una madre che sta per morire, un dialogo in orbita attorno alla Terra. E in mezzo a tutto questo, tante passioni, amori, fantasie: tante buone e cattive azioni. Semplicemente, tante vite. Francesco Troccoli ce ne vuole, con i suoi racconti, regalare un assaggio.
(Cinzia Ciarmatori, Mangialibri)
Il suono di una sveglia desta Marco da un sonno profondo: è presto, e Roma in quella mattina d’inverno è più bella che mai. L’eccitazione per l’incontro con Tanya, l’avvenente rumena che il giorno prima gli aveva infilato nella tasca l’indirizzo del suo albergo, lo spinge ad uscire di casa in fretta: l’attende un’avventura sensuale e sessuale che sta per sconvolgere la sua esistenza e la percezione del tempo…
A San Pietroburgo nel 1985 Kiril Kasparov, eminente scienziato, incontra nei suoi laboratori la bionda Maria Luise Von Quistorp. La stessa donna, nel 1942, è diventata la moglie dell’ingegner Wernher Von Braun, impegnato nello sviluppo delle “armi segrete” di Hitler nel terzo Reich. Com’è possibile? E che ruolo ha in tutto questo la ricetta dello strudel alla viennese?
Helene è splendida il giorno del suo matrimonio, impossibile non riconoscerla nonostante Antoine l’avesse incontrata molti anni prima. Ora lui si spaccia per Jean Blisset, fantomatico fratello di Antoine: Helene non può e non deve riconoscerlo, quell’uomo dal misterioso passato non vuole interferire ancora con la sua vita…
[…] Domani Forse Mai traccia il percorso letterario di Francesco Troccoli, già noto per il romanzo di fantascienza Ferro Sette, che ci racconta nell’intervista in appendice al volume come il filo rosso che lega questi suoi racconti sia la sua evoluzione non solo come scrittore ma anche quella personale, che l’ha portato ad una visione un po’ meno cupa e pessimistica. Permane invece la fascinazione per il tempo, enigmatico ed imperscrutabile, come elemento ricorrente che non a caso emerge con forza anche dal titolo della raccolta.
(Marcello Bonati, Intercom)
È, questa, la seconda antologia che l’associazione RiLL pubblica pensando di approfondire lo sguardo su degli autori che si sono fatti conoscere grazie al suo Trofeo. La prima fu, l’anno scorso, Memorie dal futuro, di Emiliano Angelini, che ha poi la dato il nome all’intera collana.
La qualità, come vedremo, è buona. […]
I racconti spaziano dal fantastico alla fantascienza […]; la prosa, quasi sempre, più nei racconti fantastici, è piuttosto poetica. Nel racconto onirico Il misterioso diario del giovane Piotr, che mi è parso il migliore, raggiunge vertici davvero buoni. Così come notevole in Per amore.
Strudel alla viennese ha una trama molto complicata, ma che regge perfettamente, cosa non certo facile. Non è semplicissimo comprenderla appieno, ma risulta un bel lavoro mentale.
In definitiva, una bella prova, per quanto risulti piuttosto esile in quantità.
(la recensione di Marcello Bonati è, in realtà, più lunga e dettagliata; entrando molto nel merito della trama e dei finali di ogni racconto, però, abbiamo deciso di pubblicare qui solo una parte della recensione, che potete comunque leggere per intero sul sito di Intercom)
Stefano Sacchini, Cronache di un sole lontano (giugno 2016)
Nonostante la recente pubblicazione da parte della Delos di Mondi senza tempo, ottimo romanzo che conclude la trilogia dell'Universo insonne, anche la misura breve, talvolta brevissima, si addice a Francesco Troccoli, giovane scrittore tra i migliori nell'attuale panorama italiano della fantascienza e del fantastico in generale.
L'antologia Domani Forse Mai, curata nel 2012 da RiLL, raccoglie nove racconti scritti tra il 2006 e il 2011, i quali illustrano il percorso di crescita dell'autore, come uomo e come narratore. Nove storie che spaziano dal realismo magico (Tempus Fugit) alla fantascienza pura (La vera fine dell'Umanità), passando attraverso atmosfere oscure e inquietanti, ad un passo appena dall'horror (Un caso dimenticato della Romagna toscana).
In ogni caso i congegni narrativi incantano per la finezza dello stile e, al tempo stesso, esprimono un'angoscia sottile per qualcosa d'indefinito, le cui radici affondano in un caos nero e primordiale. Lo stesso da cui attinsero grandi scrittori del passato come H. P. Lovecraft o Jorge Luis Borges.
I racconti esprimono con diverse sfaccettature l'eterno conflitto tra l'armonia e il male che travalica i confini dello spazio e del tempo. Proprio il tema temporale, come si può evincere già dal titolo dell'opera, ricorre con maggior frequenza in queste pagine: tuffi nel passato, universi ucronici, paradossi temporali più o meno inestricabili.
I mondi che emergono dalla lettura sono cupi, dominati dalla crudeltà, dalla violenza, dalla inevitabilità del fato, a tratti rischiarati da improvvisi e vertiginosi spiragli di amore (come in Strudel alla viennese) e speranza (Il caso estremo Ana Caldeira). Né manca una piccola parentesi acutamente umoristica (Nude mani)
A conclusione dell'antologia si può leggere un'intervista che ci illumina sullo straordinario mondo, ricco di colori e influenze, di questo autore.
Nella foto: Francesco Troccoli alla Libreria Mondadori Faggiani di Roma, nel dicembre 2012, nel corso della presentazione di Domani Forse Mai
(foto di Federica Casalin)