Cercando l'Antico Egitto

Un glossario per scoprire la terra dei Faraoni....
di Andrea Angiolino, Pier Giorgio Paglia e Stefano Pischedda
[pubblicato su RiLL.it nel marzo 2002]


Solo una parte del materiale di gioco preparato per BASIC Egitto è stato pubblicato nel manuale edito dalla Stratelibri nel 1999. Ecco quindi un utile inedito: un ampio glossario, che vi aiuterà a tratteggiare meglio le vostre partite.
Per sfruttare al massimo le potenzialità del gioco è fondamentale conoscere bene l’antico Egitto!!

Nota di Redazione: Delle 35 voci sotto riportate, le 13 asteriscate sono già state (in parte o in toto) pubblicate dalla Stratelibri nel manuale di BASIC Egitto, mentre le altre sono inedite.
Visto però che queste informazioni possono risultare utili anche per altri giochi di ruolo (in primis Lex Arcana), le riportiamo tutte. Ringraziamo la Stratelibri per la gentile concessione.
Le voci Diritto, Esercito, Governo e Amministrazione pubblica, Polizia e Posta, non presenti nel manuale di BASIC Egitto, sono già comparse su RiLL15 (novembre 2000).


Abbigliamento
Il clima mite e la quasi totale mancanza di piogge rende l'abbigliamento egiziano molto semplice.
Le donne usano lunghe vesti aderenti con bretelle sulle spalle, generalmente in lino. Il colore dominante è senza dubbio il bianco, ma non sono rari gli abiti di color verde, ocra e porpora. Sopra queste vesti si indossa un'ampia e leggera tunica o una lunga camicia trasparente. Solo in occasioni particolari si ricorre all'uso di mantelle ornate.
L'abbigliamento maschile varia a seconda del ceto sociale e della professione: si va da un semplice perizoma che copre appena i genitali, in uso tra contadini e i cacciatori di palude, a gonnelle lunghe fin sopra il ginocchio, pieghettate e ornate, accompagnate da camicie e mantelle.
I sacerdoti usano lunghe vesti bianche e mantelle istoriate, ma anche pelli di leopardo. Le personalità e i guerrieri famosi aggiungono in segno di distinzione delle code di animali che penzolano dal perizoma. Il cotone è sconosciuto e sulla lana grava un'interdizione di natura religiosa.

Acconciature e Cosmesi
In Egitto entrambi i sessi fanno uso di cosmetici e di parrucche, per lo più di lana di pecora tinta di nero, ma anche confezionate con capelli naturali o fibre vegetali.
Per contornare gli occhi in occasione di feste e cerimonie si usa una sorta di ombretto, il kohl.
L'abitudine di radersi la testa è molto diffusa, in particolar modo presso i sacerdoti e gli scriba.
I bambini vengono rasati, ad eccezione di una corta treccia di capelli sulla parte destra della nuca.
Sono molto diffusi i gioielli, che per lo più rappresentano amuleti magici (vd. Amuleti) da indossare per tutta la vita.

Acqua
Non esistono acquedotti, se non piccole canalizzazioni mediante tubi in terracotta per lo scarico delle acque da certi templi o palazzi reali.
Il rifornimento è assicurato da pozzi in mattoni, presenti soprattutto nelle città murate, in cui si può scendere mediante scale, per rifornirsi anche nei periodi di secca.
Nei villaggi ci si rifornisce direttamente dal Nilo.
E' invece frequente la canalizzazione del fiume per irrigare i campi.

Agricoltura*
E' la maggior fonte di ricchezza del paese ed è tenuta sotto stretto controllo dal potere centrale, che veglia sulla manutenzione dei canali di irrigazione e sull'accumulo delle scorte in granai pubblici, onde prevenire le frequenti carestie.
Si coltivano cereali e lino. Sono assai diffusi gli alberi da frutta, per lo più spontanei come il cocco, il fico selvatico e il dattero, ma esistono anche veri e propri frutteti in cui si coltivano il melograno, l'olivo, il limone, il mandorlo. Assai diffuse le vigne e la coltivazione degli ortaggi.

Alimentazione*
Birra e pane, soprattutto di grano ma anche di altri cereali, sono alla base dell'alimentazione egizia.
Con datteri, carrube e miele si confezionano dolci. Pesce secco e carne ovina sono le portate più ricche per la gente comune, mentre i ceti abbienti consumano anche le richiestissime carni bovine e i volatili. Assai diffuse frutta e verdure: angurie, meloni, uva, fichi, melagrane, porri, cetrioli, aglio, piselli e soprattutto lenticchie.
La cipolla si usa in cucina, ma anche come medicamento e per mummificare i defunti, nonché come "moneta" per pagare il salario agli operai che costruiscono le piramidi.
L'uso di burro e formaggio è limitato ai pastori.
In un giorno si consumano mediamente tre pasti. Non mancano gli inviti alla moderazione: un papiro egizio ammonisce che "un quarto di ciò che mangiamo serve a far vivere noi, gli altri tre quarti a far vivere i medici".
A tavola non esistono piatti e posate, ma ogni ospite ha una vaschetta d'acqua per sciacquarsi le dita.

Amuleti
In generale, il ricorso ad amuleti era comunissimo nel mondo egizio, quindi è prevedibile che prima o poi anche i PG ne facciano uso.
Vengono indossati per prevenire malattie o per guarirne, nonché per proteggersi da sfortuna, malocchio e pericoli. I materiali più usati per confezionarli sono pietre dure come il diaspro, l'ematite e il lapislazzulo, ma si usano anche la terra smaltata e il legno.
Sugli amuleti vengono incise formule magiche e segni geroglifici dotati di poteri legati al concetto che rappresentano, che conferiscono al portatore: così il papiro dà energia e vigore, la spatola da muratore dà stabilità, e così via per bellezza, forza, prosperità, conoscenza... e questo è del tutto naturale, visto che nell’Antico Egitto la magia era concepita come "parola antica dal grande potere evocativo e di materializzazione" (potere che viene localizzato negli amuleti, nel corso della loro creazione).
Gli amuleti seguono il proprietario anche dopo la morte, proteggendolo dagli attacchi del male (mostri e demoni) e propiziandogli il perdono di Osiride.
Alcuni amuleti si creano in coppia e portano fortuna a due diverse persone: ma se una delle due distrugge il proprio, l'altra è colpita da orrende disgrazie.
E’ da notare poi che nella magia egizia erano molto diffusi anche filtri d'amore e fatture, analoghi alle bambole del voodoo.
(vd. anche il Bestiario dell'Antico Egitto, nella parte dedicata alle creature fantastiche)

Animali
L'allevamento è fiorente; si fa uso di stalle e di mangiatoie. Si allevano bovini e ovini, ma anche animali da cortile. Molto comuni i gatti, i cani, gli asini. Nei ceti più ricchi la scimmia è diffusa come animale da compagnia, mentre tra il popolo l'oca del Nilo sostituisce spesso il cane come animale da guardia. Alcuni faraoni hanno leoni domestici e fanno addestrare iene e ghepardi per la caccia.
La regione del Delta e gli argini paludosi del Nilo sono ricchi di serpenti, insetti, ippopotami, coccodrilli, icneumoni (soli nemici mortali dei serpenti), lontre, tartarughe, ratti e rane, nonché di volatili e pesci d'ogni specie. Nelle regioni del Sudan meridionale vivono elefanti, rinoceronti, giraffe, pantere, pitoni e formichieri. Nei deserti e ai margini degli altipiani libici vi sono ghepardi, leoni, linci, iene, cani randagi, gatti selvatici, gazzelle addax, orici, antilopi, bufali, stambecchi, mufloni, daini, capre e asini selvatici. Nelle tane si nascondono lepri, porcospini, piccoli roditori e volpi. Abbastanza diffusi i cinghiali e i possenti uri, grossi bovini simili a tori, spesso oggetto di battute di caccia.
(vd. anche il Bestiario dell'Antico Egitto, dedicato alle creature fantastiche e non)

Astrologia
In Egitto l'astrologia, intesa come capacità di prevedere il futuro in base alla posizione degli astri nel giorno di nascita, è sconosciuta fino all'epoca greco-romana.
Esiste però un Calendario dei Giorni Fausti e Infausti, che assegna ogni giorno e ogni ora alla protezione, o comunque al potere d'intervento, di una qualche divinità.

Beduini
Le tribù itineranti del deserto del Sinai hanno sempre costituito una minaccia per l'Egitto: entrati nel paese pacificamente, nei periodi di instabilità politica si sono più volte costituiti in bande nel tentativo di insorgere (per maggiori dettagli vedi Manuale, pag. 10, NdP).

Calendario*
L'anno è composto da 365 giorni suddivisi in 12 mesi di 30 giorni ciascuno, ai quali si aggiungono, alla fine del ciclo annuale, cinque giorni supplementari che la leggenda vuole vinti a dama da Thot a Rã-Atum.
Il primo giorno dell'anno è quello in cui Sirio (chiamata Sepet o Sothis) esce dall'orizzonte alla latitudine di Menfi nel momento dell'alba (levata eliaca di Sothis); nel nostro calendario corrisponde al 15 giugno.
I mesi sono Thot, Paophi, Athyr, Choiak, Tybi, Meshir, Phamenoth, Pharmuthi, Pachons, Payni, Epiphi e Mesori. Sono raggruppati in stagioni quadrimestrali: la stagione dell'inondazione (akhet), la stagione della germinazione (pert) e quella della calura (shemu).

Case*
Le case del popolo sono piccole costruzioni in terra o fango secco, con due o tre vani in cui vivono famiglie di 6/ 8 elementi.
Case più signorili hanno un porticato e un secondo piano in cui si trova la camera da letto del capofamiglia.
I ricchi vivono in vere e proprie tenute con parco, forno per il pane, falegnameria, mattatoio, fabbrica di birra, laboratorio tessile, granaio e scuderie. L'edificio principale ha fino a 70 tra stanze e saloni: si estende su una superficie generalmente compresa tra i 45 x 60 e i 70 x 75 metri. E' diviso in "zona giorno" e "zona notte"; all'ingresso c'è una portineria.

Città*
Razionali e ben organizzate, le città hanno quartieri operai squadrati e simili l'un l'altro, separati da quelli residenziali e da quelli destinati ai nobili.
Sono numerosi i luoghi di culto e gli uffici pubblici in cui operano gli scriba.
Ben dislocati i punti di approvvigionamento idrico e le caserme delle milizie.
Non mancano zone depresse e caotiche, simili alle attuali casbe mediorientali.

Classi Sociali*
Secondo Erodoto (che visitò l’Egitto intorno al 450 a.C., al termine quindi della grande parabola della civiltà egizia) sono 7: sacerdoti, guerrieri, bovari, porcari, mercanti, interpreti e nocchieri.
Secondo studi recenti esse sono però riconducibili a quattro grandi categorie: la nobiltà, che comprende sacerdoti, alti funzionari, cortigiani e capi militari; gli scribi, una vera e propria casta di funzionari alle dipendenze dello stato; la "gente di città", che comprende tutta una serie di lavoratori professionisti; contadini e allevatori.
Schiavi e stranieri sono considerati a parte, al di fuori della società (vd. Schiavitù).

Commercio*
Fondamentalmente locale, il commercio si basa sul baratto o sul pagamento in metalli preziosi, oro e argento, misurati a peso.
Legno ed essenze provengono dal Libano. Molte merci giungono dalla Nubia e dai principati dell'Asia Minore.

Corvèe*
E' un'imposta pagata mediante prestazioni di lavoro gratuito. Inizialmente era estesa a tutta la popolazione, ma poi si redigono "carte d'immunità" che esentano le persone più abbienti.
La forza lavoro viene largamente impiegata per la costruzione di piramidi e templi. Successivamente la corvée si mantiene solo per i contadini, utilizzati soprattutto per scavare canali d'irrigazione.

Diritto
Proviene direttamente dal volere di Maat, dea della giustizia. Il Faraone delega il Visir o i Nomarchi ad amministrare giustizia secondo gli "otto libri della Legge".
Le udienze sono pubbliche: chiunque ha diritto ad essere ascoltato e a produrre testimonianze.
Durante gli interrogatori, se si tratta di violazione di tombe o se gli accusati non collaborano, si ricorre alla tortura.
Ci si può appellare contro la sentenza.
Le pene vanno dalla bastonatura alla mutilazione e alla decapitazione, quest'ultima riservata alla ribellione e all'adulterio femminile. Sono previsti anche i lavori forzati in miniera. Per i traditori c'è il taglio della lingua, mentre a chi ha falsificato atti si amputa la mano destra.
Se un nobile o un personaggio famoso viene condannato a morte gli si lascia una notte di tempo per suicidarsi in carcere: al mattino, se è ancora vivo, lo si giustizia in pubblico.

Divertimenti
Per passare il tempo ci si dedica alla caccia, alla pesca, a giochi in casa e all'aperto e ad alcune discipline sportive o guerresche, come la lotta col bastone e il lancio del giavellotto. Molto apprezzati i banchetti, vivacizzati da musiche, danze e bevande alcoliche.

Tra i giochi sono molto diffusi la dama e il Senet.
Quest'ultimo si gioca in due, su un percorso di 30 caselle. Un giocatore piazza le sue cinque pedine nella 1ª, 3ª, 5ª, 7ª e 9ª casella, l'avversario nella 2ª, 4ª, 6ª, 8ª e 10ª.
Al suo turno il giocatore lancia quattro dadi con metà facce rosse e metà bianche. Il punteggio è pari alle facce rosse ottenute; se però sono tutte bianche, il punteggio è 6. Il giocatore muove una pedina di altrettante caselle, su una casella libera: se non può muovere pedine in avanti ne deve muovere una all'indietro. Se il punteggio è 1, 4 o 6 il giocatore tira e muove di nuovo, fino a quando ottiene 2 o 3: in tal caso muove e passa il turno all'avversario.
Quando una pedina si ferma su una pedina avversaria, quest'ultima è mangiata e viene messa nella casella da cui proviene quella che l'ha mangiata. Due pedine consecutive dello stesso giocatore non possono essere mangiate, tre o più pedine consecutive non possono essere mangiate nè scavalcate dagli avversari.
Le pedine nelle caselle "I", "II" e "III" non possono essere mangiate. La pedina nella casella "X" viene fatta subito arretrare nella prima casella libera del percorso. Quando un giocatore ha tutte le pedine nelle ultime 10 caselle del percorso, le può far uscire facendo loro oltrepassare la 30ª casella. Chi per primo fa uscire tutte le sue pedine ha vinto.

(l’immagine qui accanto della tavola del Senet è tratta da GiocareA, n° 2/1998 ; in quello stesso numero potete leggere un articolo più ampio sul Senet, con un regolamento più ampio e un po’ diverso, NdP).

Divinità*
Nutritissimo e confuso, il pantheon egizio non è mai stato unico ma organizzato in diverse forme a seconda dell'epoca e della zona. Alcuni dei compaiono in cosmogonie diverse; le divinità locali sono infinite.
Forniamo una descrizione generale degli dei maggiori (per maggiori informazioni si può consultare il Manuale, pag. 14/ 18, NdP):

Ptah, padre del mondo e degli dei, è posto al vertice del pantheon in quanto a lui appartiene il potere della "parola" che crea. E' il patrono degli artigiani e dei maghi "artefici", quelli che confezionano amuleti e simili. Appare sulla terra come un uomo, un falco o uno scarabeo.
Râ, o Amon, o Aton, è il dio del sole e primo monarca degli dei. E' patrono dei sacerdoti di Eliopolis e dei maghi "divinatori", cioè di quelli che profetizzano il futuro. Appare come uomo, come uno scarabeo o come un uomo dalla testa di scarabeo.
Thot, dio della saggezza, dell'insegnamento e della cultura, è il patrono degli studiosi e degli scriba. Appare come uomo, ibis o babbuino. E' il primogenito di Rã.
Hathor, dea dell'amore, del piacere e della fertilità, è figlia di Rã. Appare come una bellissima donna, come una mucca o come una donna con le corna da mucca.
Maat è la dea della giustizia terrena. Il suo nome significa "verità". E' patrona dei corpi di polizia e dei giudici. Appare come donna vestita di bianco splendente.
Sekhmet, dea della crudeltà in guerra, è patrona dei medici e si occupa dei feriti rimasti sul campo. E' la seconda moglie di Set. Appare come una donna armata o come una iena.
Bastet è la dea dell'alba e dei gatti. Appare come un gatto, come una donna dalla testa di gatto o come una leonessa.
Shu, dio dell'aria e del tempo atmosferico, è il patrono degli agricoltori, specialmente nella regione del Delta. Appare come uomo o leone.
Tefnut, dea dell'acqua e dell'umidità, è patrona dei marinai e dei pescatori. Appare come donna o come leonessa. E' la moglie di Shu.
Geb, dio della Terra, appare come un uomo dalla carnagione verde. E' patrono dei contadini e degli allevatori.
Nut, dea del cielo, appare come una donna vestita di blu ma risplendente di stelle. E' patrona degli studiosi degli astri.
Osiris è il dio della morte e della carestia, supremo giudice ultraterreno. Figlio di Ptah e fratello di Set, è imparziale e spietato. Appare come uomo o come mummia.
Isis, dea della magia e della luna, appare come una donna, come un falco dalla coda lunga o come una rondine.
Nephtys, dea del deserto, è la moglie ripudiata da Set perché sterile. E' patrona delle carovane. Appare come donna o come avvoltoio.
Set, dio del male e della guerra, appare come un guerriero o come un enorme cane rabbioso.
Horus, dio del cielo e della capacità di comando, è il patrono dei militari. Appare come un falco o come un uomo dalla testa di falco.
Anubis, dio dei morti e dell'oltretomba, è figlio di Osiris. Obbedisce solo a lui ed è considerato meno importante degli altri dei maggiori. Appare come un uomo di pelle scura, come un nero cane selvaggio o come uomo dalla testa di cane.

Esercito
Ogni Nomos ha una sua milizia, così come ogni grande tempio. La capitale del Regno ha una sua guarnigione, come anche i palazzi del Faraone. Vi sono guarnigioni alle frontiere e nei porti di mare.
Effettuano ronde in città e nei villaggi, ma anche vigilanza nei cantieri delle grandi opere pubbliche come piramidi, templi e canalizzazioni.
Tutto questo dispiego di uomini è possibile grazie ad un periodo di leva obbligatoria, a formare una milizia sotto il controllo dello Scriba dei soldati.
Un vero e proprio esercito professionale è dislocato in caserme a ridosso delle grandi città.
E' diviso in due armate di 5000 uomini, poste una a guardia del Delta e l'altra a sud, verso la Nubia. Include molti corpi di mercenari, guidati da ufficiali della loro stessa nazionalità: Naarini, di stirpe semitica; i Pite, corpi di arcieri formati da beduini; libici e popoli del mare come gli Shardana, che fungono da "fanteria di marina".
La più piccola unità dell'esercito egizio è la squadra, formata da 10 uomini e comandata da un sottufficiale. Cinque squadre formano un plotone, comandato dal "migliore dei 50": il più basso grado di ufficiale.
Una compagnia è formata da cinque plotoni, comandati da un "alfiere" e dal suo aiutante, che ha incarichi per lo più amministrativi, affiancato in ciò dallo scriba della compagnia. Due o più compagnie formano un unità al comando di un "comandante della Schiera".
I giovani provenienti dalle classi più abbienti prestano servizio nella Carretteria (reparti che combattono con carri da guerra, NdP), che pian piano diviene una vera e propria "nobiltà di spada".

Feste
In Egitto vengono celebrate moltissime feste.
Innanzi tutto a carattere familiare: matrimoni, nascite, banchetti funebri. Si celebrano poi eventi legati all'agricoltura: la mietitura, le piene, la semina.
Le feste civili sono il primo giorno dell'anno e il primo giorno della stagione. Feste legate al Faraone sono l'intronizzazione e la festa del Sed.
Ci sono le feste annuali degli Dei maggiori e una infinità di feste dedicate in ogni zona a divinità minori.
Le feste possono durare anche venti giorni, come quelle dedicate ad Ammon, all'intronizzazione, a Osiride ed Iside. Tutte le feste sono caratterizzate da colossali bevute.

Fiabe
Fiabe e racconti fantastici vengono tramandati da uomini che girano di villaggio in villaggio e le raccontano con l'aiuto di flauti e tamburini.

Geografia
Gli egizi concepiscono il mondo come un disco circondato dal Fiume Oceano, limite di ogni cosa.
Dalle sue acque nasce il Nilo, che divide la terra in due. Ha origine nel profondo sud, in qualche punto imprecisato della Terra degli Alberi: un luogo misterioso con foreste tanto fitte che è buio anche in pieno giorno, abitate da strane creature come ometti con la coda e animali metà bianchi e metà neri.
La terra è il corpo del dio Geb. Il dio Shu, cioè l'aria, lo separa dalla sua compagna Nut, dea del cielo. Essa è sostenuta da quattro pilastri posti negli angoli del mondo.
Ci si orienta partendo dal sud, così che nelle mappe l'ovest è a destra e l'est a sinistra.
Lungo il Nilo si estende la "Terra Nera" (Kemi), l'Egitto, e al di là di essa vi sono i paesi stranieri (Kashet). A occidente c'è il deserto libico, a sud la Nubia e l'Etiopia, a est il deserto arabico e poi il Mar Rosso, che dà accesso alle misteriose regioni di Punt, o Terra Divina (Ta nuter). A nord, oltre "la grande distesa verde" (il Mediterraneo) ci sono Keftiu (Creta) e le "isole in mezzo al mare" (le Egee).
L'Asia è limitata ai territori di Babilonesi ed Assiri, Ittiti e Siriani. Meglio note le zone del Sinai, di Canaan e dell'attuale Libano, occupato dai Fenici. I Persiani vengono conosciuti solo in epoca tarda.

Governo e Amministrazione Pubblica
L'amministrazione egiziana ha una struttura, nemmeno a dirlo, piramidale.
In cima vi è il Faraone, con attributi divini e poteri terreni davvero assoluti. Egli è il "Padrone della Terra", il "Signore delle due terre", la personificazione del Dio- Sole.
Il Faraone si avvale del consiglio del Visir, primo funzionario del regno, del Capo degli Eserciti, del Capo dei Campi (preposto all'agricoltura e all'irrigazione), del Primo Profeta della capitale e del Collegio dei Dieci Grandi, i cui membri ricoprono le più diverse funzioni, di cui alcune del tutto nominali.
Dopo il Visir, le cariche più ambite sono quelle di Scriba degli Archivi Reali (sorta di Ministro degli Interni) e quella di Direttore del Sigillo, cui spetta la gestione del Tesoro.
Ad eccezione di quelle legate al sacerdozio, le massime cariche sono quasi del tutto ereditarie, e in gran parte assegnate a membri della famiglia reale. Da essa vengono presi anche giudici, alti funzionari e comandanti militari.
L'intero territorio egiziano è diviso in tre grandi distretti retti da altrettanti Alti Funzionari: quello della regione del Delta (Wãret mehet), il Medio Egitto (Wãret shemau) e l'Alto Egitto (Wãret tepe shemau). Sono divisi in un totale di quarantadue nomoi (singolare nomos), o distretti minori, affidati ai nomarchi: essi rappresentano il potere del Faraone controllando le milizie, gli scriba e la giustizia ordinaria.
La Nubia è retta da un viceré di stirpe reale, mentre le province dell'Asia dipendono da principi vassalli che pagano un oneroso tributo annuale e sono costretti a mantenere, in periodo di guerra, le truppe stanziate nei loro territori. I figli del viceré e dei principi vengono educati nella capitale, dove fungono anche da ostaggi.

Imbarcazioni
Molto diffuse sono le chiatte per i trasporti pesanti, in legno di acacia, lunghe 30 metri e larghe 15.
I battelli veri e propri sono caratterizzati dalla chiglia, tanto incurvata da tenere poppa e prora sollevate rispetto alla superficie dell'acqua, e vengono utilizzati anche come barche funerarie.
Spesso lungo il Nilo le chiatte e i battelli vengono trainati con funi da uomini o animali.
Le galere non hanno mai più di un ordine di remi ma, se di grandi dimensioni, sono dotate di una vela quadrata o trapezoidale, sostenuta da due pennoni e issata su un albero maestro, semplice o doppio, che si può piegare. Alcune hanno la vela rettangolare e nessuna fila di remi, ma un solo timone: una sorta di enorme remo a poppa, azionato da un singolo uomo.
Le galere, di legno di cedro, sono dipinte di un azzurro cupo: ricche di ornamenti sfoggiano sul ponte, al posto del semplice abitacolo proprio dei battelli, un piccolo appartamento adorno di colonne.
Assai ornati anche i battelli d'alto mare, i Kebenit (vascelli di Byblos), grandi navi anch'esse leggermente sollevate a poppa e a prora. Sospinti a remi, si avvalgono anche di una ampia vela rettangolare; hanno due remi fissati a prora come timone.
Tutte le navi hanno nomi altisonanti, come "Anima degli Dei", "Alba a Menfi" o "Stella della duplice terra", ma anche soprannomi come "il Toro" o "il Nord".
Le barche funerarie possono essere fluviali o terrestri: portano fino alla necropoli il catafalco con la mummia del defunto. Rappresentano le "Barche dei Campi Elisi", con cui il defunto sarebbe potuto andare a ispezionare i suoi possedimenti agrari. Le barche funerarie fluviali si usano per attraversare il braccio di fiume che solitamente separa la città dalla necropoli. Quelle terrestri sono puramente simboliche: munite di ruote, vengono trainate da buoi.
Anche gli Dei hanno le loro imbarcazioni: il dio dei morti Osiride solca i mari su Neshemet, e Khonsu "il navigatore", dio lunare, conduce nei cieli la luna sulla sua nave.
Anche il tradizionale "carro solare" in Egitto diventa una barca: di giorno il sole viaggia sulla barca Meandjet, mentre di notte solca il cielo inferiore su Mesketet.

Magia*
La magia è concepita come "parola antica dal grande potere evocativo e di materializzazione" (parola che appartiene a Ptah, per questo padre del mondo e degli dei).
La stessa religione è intrisa di formule magiche e riti atti ad inverare il suo scopo: mantenere l'equilibrio della creazione nel mondo. Le formule servono a proteggere i vivi da pericoli e malattie e i morti da mostri e demoni.
Molto diffusi i filtri d'amore e le fatture, analoghi alle bambole del voodoo.
Il mago non vive nascosto, ma è anzi sacerdote e medico, lettore dei segni divini e fortemente religioso.

Mastaba
Il mastaba è un conglomerato di ciottoli e sabbia chiuso in un rivestimento di pietra: sovrasta uno o più pozzi funerari, al fondo dei quali sono seppelliti numerosi defunti. All'interno c'è una piccola stanza: all'ingresso vi è un tavolo con offerte, sulla parete opposta alcune nicchie e una stele istoriata con il nome dei defunti (vd. anche alla voce Necropoli).

Medicina
Gli egizi conoscono la funzione di tutti gli organi principali.
Il medico è uno specialista: si occupa di occhi, testa, denti, addome o malattie sconosciute. Durante la visita tasta il polso e ausculta il malato.
Un papiro del XVI secolo a.C. elenca più di mille ricette di medicinali. Si pratica la chirurgia; fratture e lussazioni vengono rimesse a posto perfettamente. Per le ferite si ricorre a cauterizzazioni e suture. Si usano cerotti adesivi. I polmoni si curano con inalazioni, il fegato con diete vegetariane, gli imbarazzi gastrici con clisteri e olio di ricino.
I dentisti effettuano otturazioni e ponti. Le oftalmie, assai diffuse, si curano con sulfuro d'antimonio; lo strabismo con una pomata. L'anestesia si effettua con l'oppio.
I medici prestano gratuitamente le loro cure ai viaggiatori e in tempo di guerra: vengono rimborsati dallo Stato.

Miniere
Tutte dislocate nel deserto, le miniere egizie estraggono rame, malachite e turchese nel Sinai, oro ed elettro in Nubia. La mancanza d'acqua, il calore insopportabile e gli attacchi dei beduini rendono molto difficoltoso lo sfuttamento.
Una miniera ben organizzata ha una serie di pozzi d'acqua lungo la strada, un villaggio in pietra per gli operai di circa trecento baracche, due cisterne, un luogo recintato e coperto per gli schiavi, un corpo di guardia e una serie di gallerie che si inoltrano nella montagna.
L'oro viene fuso sul posto in lingotti, o portato in Egitto in sacchetti di polvere sotto buona scorta.

Necropoli
Sono sempre fuori dai villaggi, verso occidente, spesso a ridosso di colline ai margini del deserto, onde evitare inondazioni (di solito città e necropoli sono divise da un braccio di fiume).
Queste "città d'eternità" hanno sempre operai al lavoro, un centro amministrativo, uno di culto ed una guarnigione. Esistono anche necropoli dedicate agli animali, come nel caso di Apis e della sua necropoli "taurina".

Palazzi Reali
Il Faraone ha più palazzi sparsi per il regno.
Solitamente sono formati da più gruppi di edifici e articolati in tre quartieri: le dimore del personale e le sovrastrutture adibite al mantenimento; la residenza privata del Faraone; le sale ufficiali dove si tiene udienza.
Tutti i palazzi sono dotati di un ampio balcone da cui il Faraone appare in occasione di feste e celebrazioni, distribuendo ricompense e riconoscimenti.

Pesi e Misure
La misura di lunghezza è il meh, o cubito reale (0,523 metri), rappresentato da un braccio ed equivalente a sette palmi (shesep) e a 28 dita (djeba).
Cento cubiti formano una canna (khet).
Per le grandi distanze si ricorre all'iteru, pari a 4000 cubiti (circa 2 chilometri).
Le misure di volume variano a seconda del materiale: per il grano si usa l'heqat (4,54 litri), rappresentato da un barilotto.
Per le superfici si usa il setshat (khet quadrato, pari a 2735 mq).
Per i liquidi il campione è invece l'enu (una giara di 0,46 litri).
Il peso campione è il deben, che vale 10 kite di nove grammi ciascuno.
I prezzi, raramente usati, sono espressi in deben e kite d'oro ed argento.

Polizia
La polizia è indipendente dall'esercito e ha il compito di raccogliere i tributi, rintracciare schiavi fuggiaschi, dare la caccia a criminali e ladri. Deve anche controllare i pesi commerciali e i prezzi, che vengono calmierati in periodi di difficoltà.
I poliziotti risiedono in piccole costruzioni fortificate all'interno della città, garantiscono il controllo della leva obbligatoria e hanno anche compiti di polizia militare e di spionaggio. Sono armati di corte lance, che usano più spesso come bastoni.
Gli ufficiali di polizia sono spesso anche giudici.
I nuwu formano la polizia del deserto, che batte le piste accompagnata da cani addestrati di grossa taglia. Inoltre, controlla gli spostamenti delle tribù nomadi, scorta le carovane, incluse quelle provenienti dalle miniere e insegue i criminali che si rifugiano nelle oasi. Nel periodo più tardo è fornita di carri da guerra.
Una vera e propria polizia segreta è invece rappresentata dai medjai: sono ausiliari nubiani, tutti appartenenti al gruppo etnico circasside dei Beja. Tra i loro principali compiti vi sono la repressione di rivolte, lo spionaggio, il controllo dei culti religiosi minori o non consentiti, ma anche scorte a personalità o picchetti per cerimoniali.

Posta
C'è un vero e proprio servizio postale. Le lettere sono papiri arrotolati e sigillati con argilla. All'esterno recano il mittente e il destinatario.
Sono affidate a corrieri di professione, che vivono nelle grandi città, oppure a viaggiatori compiacenti. Per la posta ufficiale esiste un corpo di staffette militari che copre tutto il regno.
Vi sono uccelli ammaestrati a recapitare la posta, ma non è prassi diffusa.

Sacerdozio*
Il clero egiziano è nutritissimo e fortemente gerarchizzato. Ogni divinità maggiore (enneade) ha un suo clero che officia il culto, si occupa della sepoltura dei fedeli, amministra i beni del tempio.
I tre collegi sacerdotali più ricchi e potenti sono quello di Tebe (Ammon), quello di Eliopoli (Rã) e quello di Menfi (Ptah).
Gli itu neter, o padri divini, sono considerati al massimo grado della gerarchia, sebbene sottoposti loro stessi ad un "primo profeta" o "grande veggente", vero e proprio pontefice del culto designato dal Faraone. Vengono loro attribuiti poteri profetici. Dopo di essi si procede per anzianità e per compito: gli uebu, o puri, hanno cura degli arredi sacri e delle statue degli dei, che portano in processione; i deriu-hebet, o lettori, sono sottoposti a un capo chiamato heri tep e hanno il compito di leggere le formule del rituale (si dice abbiano poteri magici); i "sacerdoti orologi" devono determinare il momento e la durata delle cerimonie; i "sacerdoti oroscopi", leggono gli astri per individure i giorni fausti e infausti; gli imiu-set-a sono un clero minore dedito ai lavori manuali.
Prestano servizio al tempio anche laici, chiamati "orari" perché a disposizione per una sola ora al giorno. Musici e cantori, solitamente ciechi, completano questo intricato quadro assieme a un insolito clero femminile, le uebit, posto sotto il comando di una profetessa chiamata "divina adoratrice di Amon".
I sacerdoti si vestono in maniera arcaica, in segno di dispregio verso le mode, con un perizoma istoriato e una pelle di leopardo sulle spalle. Sono circoncisi e rasati sul capo; osservano numerose prescrizioni alimentari e rituali.

Schiavitù*
Vengono messi in schiavitù solo stranieri, come soldati nemici catturati e spie; raramente si tratta di egiziani, traditori o profanatori di tombe.
Esistono mercati degli schiavi, organizzati da scriba, dove al momento dell'acquisto lo schiavo viene dotato di un nome egizio.
Il Faraone può regalare schiavi a militari, come ricompensa per campagne vittoriose.
Lo schiavo si può affrancare ed entrare nella società civile, ma con un mestiere umile. La schiavitù ha comunque una funzione secondaria nell'economia egizia: sia nelle miniere che nei grandi lavori pubblici, agli schiavi sono sempre affiancati uomini liberi di corvée e lavoratori stipendiati.
(vd. anche alla voce Corvèe)

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