Lino Aldani, la fantascienza "umanista"...

Un breve excursus nell'opera di un importante, e oggi misconosciuto, autore italiano di fantascienza.
di Alberto Panicucci
[pubblicato su Fantascienza.com nel novembre 2005; su RiLL.it, con piccole modifiche, da agosto 2007; la versione di seguito è uscita su La Bottega del Barbieri nell'aprile 2022]


“È un’autentica vergogna che [le opere di Lino Aldani] non si trovino neppure nelle librerie specializzate, un’imperdonabile vergogna cui bisogna cercare di riparare al più presto.”
Questa frase è di Oreste Del Buono, uno dei più intelligenti intellettuali italiani della seconda metà dello scorso secolo, che tutti ricordiamo (fra le sue mille imprese) come direttore di Linus e del Giallo Mondadori.
E, devo dire, non si può che essere d’accordo.

Lino Aldani è per il grande pubblico, o almeno per chi ha iniziato a leggere fantascienza negli anni ’90 e successivi, poco più che un nome sconosciuto, magari intravisto in qualche articolo su siti o riviste per appassionati. Ma in realtà è stato uno dei primi autori italiani a vedere riconosciuto (anche) all’estero il suo talento, su antologie e volumi di editori di tutta Europa, pubblicati dagli anni ’60 in poi.

Dal 2002 la Perseo Libri ha via via riproposto tutte le opere di Lino Aldani, all’epoca praticamente scomparse nel panorama editoriale italiano. Opere che sono poi transitate nel catalogo della Elara Libri, che le pubblica ancora oggi, ma che però non ha una distribuzione libraria (né vende i suoi libri su Amazon).
L’uscita (ormai più di dieci anni fa) su Urania Collezione dei romanzi “Eclissi 2000” e poi “Quando le radici” non cambia la sostanza della visibilità dei lavori di Aldani, che è sostanzialmente ridottissima… ed è un vero peccato per chi ama la fantascienza (e non solo).

In questo articolo mi concentrerò sui racconti di Lino Aldani, raccolti in tre volumi da Perseo e poi da Elara: Ontalgie è il primo della serie, poi seguito da Aria di Roma Andalusa (che contiene anche il romanzo breve “Eclissi 2000”, cui dedico una recensione a parte) e Febbre di Luna. Per completezza devo specificare che tutti e tre questi volumi sono indicati in ristampa sul sito di Elara (che ho consultato a inizio aprile 2022).
Sono invece disponibili presso Elara il romanzo “La croce di ghiaccio” (che recensisco insieme a “Eclissi 2000” in un'altra pagina), l’antologia “Millennium” (che ospita anche il romanzo “Quando le radici”, sempre di Aldani, e molti racconti di Ugo Malaguti, fondatore della Perseo Libri) e, infine, il romanzo “Themoro Korik”, ambientato a Trieste e uscito nel 2007, un paio di anni prima della scomparsa di Aldani.

Ontalgie, a mio avviso la migliore delle tre belle raccolte, è un volume che dovrebbe essere letto da ogni appassionato di fantascienza, desideroso di conoscere (anche) i maestri italiani del genere.
Il libro contiene venti racconti, scritti fra i primi anni ’60 e il 2002, tutti piuttosto brevi (circa dieci pagine l’uno) con la sola eccezione di quello di apertura, Labyrinthus.

Gran parte della produzione di Lino Aldani, infatti, si concentra proprio sulle storie brevi e, nell’arte difficile di scrivere racconti, questo autore si distingue sicuramente: non solo per la tecnica che sempre lo sostiene, ma soprattutto per l’originalità e il tocco personale che riesce a infondervi.

Se dovessi individuare il trait d’union fra le sue tante storie in questo volume e negli altri due che ho citato, direi sicuramente che il fulcro della produzione aldaniana è l’uomo: al di là delle trame, delle ambientazioni, delle futuristiche tecnologie e dei tanti aspetti della letteratura fantascientifica toccati in questi racconti, infatti, al centro della storia stanno sempre i personaggi, con le loro psicologie, debolezze, rimpianti, vizi e virtù.
Una “fantascienza umanista”, se vogliamo etichettarla, che mi ha colpito e incuriosito da subito… anche se, si capisce molto bene leggendo l’introduzione di Vittorio Catani a Ontalgie, il corpus delle opere di Lino Aldani è così ampio per tematiche trattate ed arco di tempo in cui sono state scritte che ogni lettore può trovarci “comodamente” la propria chiave di lettura, magari ben diversa dalla mia.

Non a caso, molti di questi lavori sollevarono, al momento della loro prima uscita, negli anni ’60 e’70, accese discussioni nel mondo italiano degli appassionati, che contestarono talvolta la scarsa “fantascientificità” o l’eccessivo “pavesismo” delle storie (nel senso che queste erano spesso e volentieri ambientate nel mondo rurale lombardo, o comunque caratterizzate da una forte cornice realistica, in cui l’approfondimento psicologico dei personaggi era particolarmente curato, a discapito degli elementi più strettamente “avventurosi” delle trame).

Lette oggi, le novelle di Lino Aldani mi sembrano ancora godibilissime, alle volte profonde e amare, altre “semplicemente” divertenti, con quella giusta alternanza di toni e spunti che è giusto aspettarsi da un autore che scrive da oltre quarant’anni (e non solo fantascienza o letteratura fantastica, visto che in effetti non mi sentirei di inserire nel genere alcuni testi contenuti nelle antologie… il che, sia chiaro, non riduce il valore complessivo delle raccolte).

Una menzione particolare merita per me Febbre di Luna, breve romanzo fantasy che dà anche il titolo a una delle raccolte.
Scritto a metà degli anni '80 da Aldani e Daniela Piegai (e pubblicato, a quel tempo, dall'Editrice Nord, col titolo Sotto il segno della luna bianca) è una storia sorretta da un ottimo stile, che scorre e avvince, e che non disdegna né intermezzi erotici né originali spunti “sociali” (questi ultimi soprattutto nel finale, decisamente aperto su... l’alba di un nuovo mondo).

Concludendo: Lino Aldani è un autore da leggere e riscoprire. Purtroppo, per farlo occorre, almeno in attesa della ristampa dei tre libri che qui ho recensito, muoversi avventurosamente in rete, in cerca di copie di seconda mano, oppure puntando a quella miniera d’oro che sono le biblioteche comunali.
Altre opere di Aldani, per fortuna, sono disponibili presso Elara, al cui sito vi rimando. Vi rimando anche al mio articolo sui romanzi aldaniani “La croce di ghiaccio” ed “Eclissi 2000”, sempre qui su RiLL.it

 

 

 

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