Essere o non essere una macchina?

Un viaggio tra la vita e la morte in compagnia del Movimento Transumanista
di Fabrizio Scatena
[pubblicato su RiLL.it nel giugno 2019]

Vorreste vivere centinaia di anni in salute e prosperità?
È una domanda esistenziale e scontata, perché molti di voi nei loro sogni vorrebbero che fosse così. Ma ci sono persone che prendono molto sul serio il tema - o problema - dell’immortalità e stanno lavorando, con discrezione ed impegno, per risolvere questo dilemma.
Di questo parla Essere una macchina, il saggio scritto dal giornalista e ricercatore irlandese Mark O’Connell, che ha esplorata dall’interno il Movimento Transumanista.

Ma chi sono i transumanisti? Si tratta di un movimento sociale tecno-libertario, formato da scienziati, futurologi, imprenditori e venture capitalist radicati nella Silicon Valley, che desiderano trascendere i limiti biologici degli esseri umani tramite la tecnologia, per renderli immortali e raggiungere una condizione “post umana”.
Il saggio scritto in prima persona da O’Connell, che come anticipavo ha trascorso molto tempo in compagnia di varie figure di spicco del Movimento Transumanista, si divide in due parti.

La prima parte affronta il tema dell’uploading della mente.
I transumanisti sono infatti alla ricerca di un processo che permetta di riprodurre la mente umana, in modo che questa entità possa essere “caricata” su un supporto diverso dall’organismo umano. Questo processo, in teoria, consentirebbe di salvare la struttura ed il contenuto della mente mentre il corpo umano invecchia, deperisce e muore, trasferendole altrove e assicurandoci la vita eterna. Come accade nel film “Transcendence” con Johnny Deep, dove si possono ammirare, nel bene e nel male, gli effetti di questo avveniristico processo tecnologico.
Alla Alcor Life Extension Foundation, un’organizzazione no profit con sede a Scottsdale in Arizona si fa ricerca sulla crionica (la conservazione di esseri umani in azoto liquido). Nel centro di ricerca coordinato dal filosofo e imprenditore Max More, esponente di spicco del Movimento Transumanista, per 200.000 dollari è possibile mantenere il corpo in sospensione, fino a quando sarà possibile uploadare la mente su un supporto diverso dal proprio corpo. Per 80.000 dollari ad essere crioconservata sarà invece solo la testa del paziente. Per un cliente della Alcor si tratta di un investimento di lunghissimo periodo, con un elevato livello di rischio: un’opportunità di lunga vita da upper class, direi.

La seconda parte del saggio è dedicata invece alle sperimentazioni sulla robotica, su cui i transumanisti puntano molto, anche grazie al coinvolgimento di organizzazioni come la DARPA (l’agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti) e la Boston Dynamics (società di robotica e spin-off del MIT - Massachusetts Institute of Technology), per sviluppare la componente “hardware” del progetto a favore dell’immortalità.
In “Humandroid”, film del regista sudafricano Neil Blomkamp che personalmente apprezzo molto, possiamo vedere le potenzialità evolutive che la robotica potrebbe avere integrandosi con un’intelligenza artificiale, o direttamente con la mente umana.



In sostanza, l’obiettivo dei transumanisti più impegnati sul versante della robotica è costruire dei corpi in grado di ospitare le nostre menti e le Intelligenze Artificiali (altro settore di ricerca importantissimo per tutto il movimento), che consentiranno di raggiungere una condizione post umana migliore e più evoluta, rispetto all’attuale condizione umana, limitata sul piano fisico ed intellettivo.
Di ciò è fermamente convinto Aubrey de Grey, il biochimico inglese transumanista che l’autore ha incontrato a San Francisco. de Grey, che sembra un moderno Gandalf (vedi foto sopra riportata, NdR), è oggi il direttore di SENS, un’organizzazione no profit che si occupa di scoprire tecniche contro l’invecchiamento. Grazie ai finanziamenti di Peter Thiel (il noto fondatore di Paypal) e all’eredità ricevuta da sua madre (11 milioni di sterline in beni immobiliari presso Chelsea, a Londra), de Grey sostiene che la morte non è più un problema filosofico, ma un problema tecnico che può essere risolto con la scienza e la tecnologia. Ecco perché ha deciso di consacrare la sua vita alla ricerca di una soluzione, scientifica e tecnologica, per risolvere il “problema” della morte.

In tutto il libro, scritto da Mark O’Connell (qui accanto in foto, NdR) con uno stile molto fluido e privo di tecnicismi, si avverte sempre un sottofondo d’ironia e scetticismo rispetto agli atteggiamenti radicali dei transumanisti. L’autore li considera infatti una sorta di setta portatrice di una dottrina religiosa tecno-materialistica e salvifica, convinta di risolvere il problema della morte con l’ausilio della Scienza.

Aggiungerei che i transumanisti sono una manifestazione tangibile di una particolare forma di capitalismo. Parlo dell’ideologia politica anarco-capitalista (o capitalismo libertario), viva e vegeta nella Silicon Valley, la quale enfatizza da sempre le dimensioni tecnologiche e finanziarie del libero mercato, mettendo in secondo piano le dimensioni industriali e sociali (anche se loro sono certi che a lungo andare, grazie alla tecnologia, si risolveranno gran parte degli attuali problemi che affliggono le nostre società).
Non a caso tra i transumanisti e i loro finanziatori spiccano figure come Raymond Kurzweil (Director of Engineering in Google), Larry Page (co-fondatore di Google), il già citato Peter Thiel e il re dei geek e co-fondatore di Apple Steve Wozniak. In pratica stiamo parlando degli uomini che hanno contribuito alla crescita esponenziale delle multinazionali del settore hi-tech, i nuovi titani della globalizzazione.
Inoltre, nelle biografie di questi eroi prometeici del nuovo millennio c’è un elemento peculiare da non sottovalutare: sono stati tutti grandi lettori di fantascienza. Probabilmente, anzi, è stata proprio la science-fiction ad accendere in loro il desiderio di sconfiggere la morte, scrutando un futuro prossimo venturo.

Essere una macchina
di Mark O’Connell
ed. Adelphi
260 pagine, euro 19

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