Giovanni Bruni (1995)

Nel 2024 il Trofeo RiLL ha compiuto trent’anni!
Per festeggiare questo “compleanno”, abbiamo deciso di intervistare i vincitori e le vincitrici del concorso, dal 1995 a oggi: un viaggio nella storia del Trofeo RiLL, per parlare dei racconti che lo hanno vinto e delle persone che hanno scritto quelle storie (e la nostra storia). Pubblicheremo tutte le interviste nelle prossime settimane, fino a Lucca Comics & Games 2024.

Per cominciare, iniziamo da Giovanni Bruni, vincitore nel 1995 del I Trofeo RiLL, con il racconto fantasy “Simulazioni” (che si lasciò alle spalle gli altri 36 racconti partecipanti).
Questa intervista, come tutte le successive, è di Alberto Panicucci.


Giovanni, tu hai vinto il Trofeo RiLL nel 1995: la prima edizione! Tutto è partito da lì....
Vorrei chiederti di parlarci di Simulazioni, non solo a livello di trama, ma anche di quelle che erano le idee, gli spunti, gli obiettivi che ti eri dato quando l’hai scritto…

In quel periodo stavo appassionatamente leggendo Borges e Calvino. Ancora oggi, per me sono due autori fondamentali. Non solo per la loro abilità narrativa. Mi ha sempre colpito la loro capacità di progettare un meccanismo perfetto, il loro controllo assoluto del processo di affabulazione. Pienamente consapevole, ma accuratamente celato nei loro racconti, grazie allo stile sofisticato e alla scelta accurata delle parole. La strana partita a scacchi che è al centro di Simulazioni è forse un inconsapevole tentativo di emulazione.

All’epoca conoscevo i RiLLini perché ci eravamo incontrati nel mondo dei giochi, che frequentavo dato che Ludonet stava partendo proprio allora, basandosi su un gruppo di frequentatori abituali di una famosa ludoteca romana. Di lì a qualche anno, Ludonet sarebbe diventata una delle più affermate aziende italiane tra quelle che avevano la missione di coniugare l’esperienza del gioco con la tecnologia delle reti. Io ne sarei stato il responsabile della produzione, a partire dal progetto della prima ludoteca telematica.

Mi pare che fosti proprio tu (all’epoca già ti chiamavo Panik) a invitarmi a partecipare al concorso. Accettai volentieri, perché la passione dei RiLLini è contagiosa e il tempo ha dimostrato che ad essa si aggiungeva una capacità organizzativa e realizzativa non comune. Il racconto lo scrissi di getto, rielaborando poi il finale, che non mi convinceva del tutto.

Cosa ricordi della premiazione, della partecipazione a Lucca Comics & Games (che, credo, allora si chiamava “solo” Lucca Comics) e, più in generale, dell’interazione con RiLL in quell’occasione (e dintorni)? Eravamo anche noi ai primi passi...

Andai a Lucca di buon umore, perché tu mi avevi sorpreso, facendomi i complimenti per quanto avevo scritto. Era una giornata piovosa. La manifestazione era ancora molto piccola, rispetto a come sarebbe poi diventata.
Chi è troppo giovane per essere stato a Lucca in quegli anni non può immaginare la triste condizione in cui versava allora il mondo del gioco da tavolo, soprattutto a causa dell’enorme successo, in quel periodo, dei giochi di carte collezionabili. Chi all’epoca lavorava nel settore sembrava un nostalgico un po’ svitato, perché nulla faceva pensare alla grande rinascita che poi sarebbe venuta…

Tornando al concorso, mi pare che a premiare ci fosse anche l’ottimo Beniamino Sidoti. Forse fu lui a leggere il mio racconto. Era tutto molto semplice, ma verace. Come vincitore della prima edizione ricevetti una piccola targa, che naturalmente custodisco ancora.

(per inciso, la prima premiazione del Trofeo RiLL è negli annali della memoria di noi RiLLini per due motivi: l’orario di inizio, fissato alle 9:00, e il fatto che svelammo ai cinque finalisti la loro posizione in classifica solo durante la premiazione… il che resta un unicum nella storia del concorso, NdR)




Parliamo di te, adesso. Dal 1995 ad oggi di tempo ne è passato! Cosa fai adesso, cosa hai fatto, in ambito letterario e non??

Ludonet nacque, crebbe e morì, fondamentalmente a causa della crisi iniziata con l’11 settembre, ma anche di un attaccamento alla missione che mal si conciliava con le esigenze di un pragmatico progetto imprenditoriale. Allora iniziai a lavorare come formatore e poi come consulente, quasi per caso, in una storica agenzia romana che oggi non esiste più. Quindi, ho lavorato per alcuni anni in Svizzera per una multinazionale farmaceutica, dove ero arrivato come consulente. Poi ho ripreso l’attività come lavoratore autonomo e ho assunto incarichi temporanei come direttore.
In ambito letterario invece non ho fatto più nulla.



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