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Nel 2024 il Trofeo RiLL ha compiuto trent’anni!
Per festeggiare questo “compleanno”, abbiamo deciso di intervistare i vincitori e le vincitrici del concorso, dal 1995 a oggi: un viaggio nella storia del Trofeo RiLL, per parlare dei racconti che lo hanno vinto e delle persone che hanno scritto quelle storie (e la nostra storia). Pubblicheremo tutte le interviste nelle prossime settimane, fino a Lucca Comics & Games 2024.
Alessandro, tu hai vinto il Trofeo RiLL nel 2006 con “Oh, giorni di sole”, un racconto fantasy che è anche una storia generazionale: il giovane protagonista, Vippre, cambia infatti completamente la propria vita nel corso del racconto, abbandonando la ricca famiglia e finendo a fare l’avventuriero (e questo è uno dei tanti riferimenti al gioco di ruolo Dungeons & Dragons presenti nella storia).
Vorrei chiederti di parlarci del racconto, non solo a livello di trama, ma anche di quelle che erano le idee, gli spunti, gli obiettivi che ti eri dato quando l'hai scritto…
Devo dire di non essere mai stato un grandissimo lettore di letteratura fantasy, ho sempre preferito la letteratura mainstream e la fantascienza. Però sono sempre stato, e sono tutt’ora, un assiduo giocatore di giochi di ruolo, e Vippre Gingilfer era in effetti un mio personaggio di GURPS (celebre gioco di ruolo creato da Steve Jackson, NdR).
Ogni volta che leggo un libro di letteratura che mi piace, oggi come nel 2006, penso: “bisognerebbe scrivere una storia fantasy, ma come se la scrivesse un autore o autrice mainstream”. Trovo infatti che limitare il fantasy al “libro di avventura” sia un retaggio tolkieniano che andrebbe superato. Perché non usare il fantasy semplicemente come ambientazione per una storia di amicizia, di amore, di crimine?
Ecco, queste sono le cose che ho pensato quando ho scritto Oh, giorni di sole, e queste sono le cose che penso anche adesso. Se avete pazienza di rileggere l’incipit del racconto, noterete che è praticamente una parafrasi della cornice introduttiva di “Norwegian Wood” di Murakami…
Cosa ricordi della premiazione, della partecipazione a Lucca Comics & Games e, più in generale, dell’interazione con RiLL in quell'occasione (e dintorni)?
Ricordo poco, ma soprattutto ricordo l’entusiasmo dei RiLLini, che mi facevano festa come se fossero autenticamente contenti, anzi, entusiasti, della mia vittoria. Come se il premio lo avessero vinto loro. Ho sempre pensato che quello era l’atteggiamento migliore per chi organizzi qualsiasi cosa.
Parliamo di te, adesso. Dal 2006 di tempo ne è passato! Cosa fai adesso, cosa hai fatto, in ambito letterario e non?
Non ho più scritto niente di narrativa. È stata una bella esperienza, ma si è fermata lì.
Ho fatto un po’ di altre cose, però! Tanto per cominciare, ho fatto tre figli, che costituiscono praticamente il grosso del mio impegno; sta poi per uscire il mio terzo lavoro come cantautore, con lo pseudonimo dottorconti. Infine, mi sono dedicato alla divulgazione relativa alla didattica delle lingue classiche, con lo pseudonimo Alexander Veronensis, e se tutto va bene dovrebbe presto uscire un regolamento che ho scritto per un wargame tridimensionale sul XVIII secolo. Insomma, non mi annoio!