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Un romanzo per scoprire il mondo di chi lavora sulle ambulanze
di Francesco Nucera
[pubblicato su RiLL.it nell'ottobre 2021]
Da marzo 2020 si è parlato tanto (e giustamente) dell'impegno profuso sul campo da medici e personale sanitario per affrontare la pandemia. È uno sforzo che non si può dimenticare, e per questo abbiamo chiesto a Francesco Nucera (un autore i cui racconti fantastici abbiamo più volte premiato e pubblicato) di parlarci del suo primo romanzo non di genere fantastico: Cambio vita: vado a fare il soccorritore (ed. AUGH!). Un libro che, pur nella finzione della storia romanzesca, lo ha portato a parlare di quello che è il suo lavoro quotidiano, di cosa significa farlo e cosa ha significato farlo nel mezzo del lockdown della primavera 2020. Un omaggio doveroso a Francesco e ai suoi colleghi, e a tutto il personale sanitario. Per non dimenticare mai quanto sia importante il loro impegno.
Per comprendere Cambio vita: vado a fare il soccorritore bisogna prima di tutto capire cos’è un soccorritore ma, se soccorritori non siete, l’unico modo che avrete per capire cos’è un soccorritore è leggere Cambio vita: vado a fare il soccorritore.
Nemmeno io sapevo cosa facesse realmente un soccorritore fino a quando, nel lontanissimo 2002, mi hanno catapultato in questo mondo.
Quando mi arrivò la comunicazione che avrei svolto il Servizio Civile in una Croce, e che sarei dovuto salire in ambulanza, ero tutt’altro che felice, ma con il senno di poi posso dire che quello fu il più grosso colpo di fortuna della mia vita. Non so chi sarei oggi se fossi stato assegnato alla Biblioteca Comunale o a chissà quale altra Associazione, ma so che quell’anno mi fece cambiare.
Imparai sul campo a conoscere la sofferenza vera, quella delle persone che devono affrontare la morte. Entrai in contatto con la povertà, con i disturbi mentali e mille altre situazioni estreme. E lo feci senza filtri: il soccorritore entra in casa nel momento in cui sta accadendo qualcosa di sconvolgente. Si deve far carico del dolore delle persone, della loro rabbia, delle loro paure e non ha alcuno scudo a proteggerlo. Se non è mentalmente stabile, si può ritrovare a vivere in prima persona la sofferenza altrui.
Quello che era iniziato come Servizio Civile, negli anni è diventata la mia professione e oggi non credo che potrei fare altro. A volte mi sento stanco, ma so che in un lavoro “normale” non reggerei più di un mese. Ormai vivo di attimi adrenalinici, di scariche di sentimenti vividi che sono diventati una droga. È raro salvare una vita, ma quando capita ti ripaga per i sacrifici fatti fino a quel momento.
Non posso dire che sia sempre facile e non nego che mi sono trovato a dover chiedere aiuto a uno psicologo per superare alcuni interventi cui ho partecipato (tutt’ora non riesco a digerire i suicidi), ma so per certo che questo è il lavoro che voglio fare.
Forse è per questo che, a inizio pandemia, ho sentito il bisogno di scrivere Cambio vita: vado a fare il soccorritore.
I media parlavano di eroi, di gente senza paura che affrontava “il nemico invisibile”, ma non c’era nulla di più lontano dalla realtà. Occhiali appannati, mascherina che toglieva il fiato e la tuta a impedire i movimenti, io avevo paura e non ci vedevo nulla di eroico in quello che stavo facendo.
Gli eroi sono giovani, atletici e belli… il mio esatto opposto. Però comprendevo che le persone chiuse in casa avessero bisogno di gente su cui scaricare le proprie paure. Sapere che c’era qualcuno che lottava per loro poteva aiutarli a superare quel periodo surreale, ma la mia paura era che dopo nessuno si sarebbe più ricordato dei soccorritori d’ambulanza o che ne avrebbe avuto una visione distorta.
Così, durante il lockdown del 2020, ho iniziato a scrivere di soccorritori. Non di soccorso, ma di soccorritori.
Può sembrare la stessa cosa, ma non lo è.
In giro troverete tante raccolte di storie su interventi in ambulanza, scritte più o meno bene, ma io volevo far conoscere gli uomini e le donne che stanno dentro quelle divise.
Niente eroi di Hollywood, ma persone in carne e ossa, con problemi più o meno normali. Gente che deve pagare il mutuo e deve lottare per arrivare a fine mese con uno stipendio basso. Che può avere un passato travagliato o che deve semplicemente affrontare le difficoltà di tutti i giorni.
Gente che ha sogni che vanno ben oltre la divisa che indossa.
Così nel libro ho parlato di Bruno, un uomo di mezza età che viene lasciato dalla moglie e si deve reinventare, e di Marco, un giovane dal passato oscuro che attraverso il soccorso cerca di redimersi. Due personaggi diversissimi, che si trovano a dover lottare contro il virus e contro la malavita locale, in un’avventura ricca di sorrisi e lacrime.
Ammetto che ero molto spaventato dall’idea di questo romanzo, perché mi allontana da un percorso che ho iniziato anni fa con la letteratura fantastica. Ma ora sono orgoglioso di averlo scritto, i soccorritori da tutta Italia mi scrivono entusiasti perché si rivedono nel libro e sono felici che non ci sia la retorica degli “eroi buoni”, ma persone di tutti i giorni.
In questo momento Cambio vita: vado a fare il soccorritore sta diventando una sorta di “manifesto di categoria” che permette a chi soccorritore non è di comprendere in minima parte ciò che per noi è il quotidiano, fatto di emozioni vivide e difficili da gestire.
Come detto all’inizio, se volete conoscere i soccorritori dovete assolutamente leggere Cambio vita: vado a fare il soccorritore.
Dalla quarta di copertina:
Marco, ventitré anni e un’esistenza dissoluta alle spalle, è in fuga dal suo passato ma, nonostante gli sforzi, si ritrova sempre impantanato negli affari di famiglia. Ha smesso di spacciare cocaina, e cerca di prendere le distanze dall’ambiente in cui è cresciuto, eppure qualcosa non gli permette di andare avanti. Per espiare colpe che sente addosso ha scelto di lavorare in ambulanza e proprio lì ha conosciuto Claudia, una giovane volontaria che potrebbe aiutarlo. Ma, quando le cose sembrano andare per il meglio, il passato torna a tormentarlo.
Bruno, che di anni ne ha più di cinquanta, guarda con diffidenza il suo nuovo collega Marco. A urtarlo è quella voglia di vivere che a lui manca. A casa vive con una moglie che gli rivolge a stento la parola, a lavoro ha un capo che l’ha preso di mira. Gli servirebbe una scossa per riprendersi e questa prontamente arriva quando, rientrato dopo una giornata in ambulanza, scopre che Katia l’ha lasciato.
Cambio vita: vado a fare il soccorritore è un’avventura tragicomica ambientata in Lombardia durante il lockdown del 2020, vissuto dal punto di vista di due soccorritori.
Cambio vita: vado a fare il soccorritore
di Francesco Nucera
ed. AUGH!, 2020
218 pagine, euro 14
la pagina Amazon del libro