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Il manifesto di futurologia del fondatore della fantascienza
di Fabrizio Scatena
[pubblicato su RiLL.it nel marzo 2022]
Devo confessare di credere abbastanza fermamente che una conoscenza induttiva di un gran numero di cose del futuro stia diventando una possibilità dell’essere umano.
Così si esprimeva H.G. Wells nel 1902 per ribadire la sua fede nel progresso e nella scienza, considerati come veicoli per migliorare la vita delle persone e il funzionamento delle società. La scoperta del futuro è una lecture (conferenza) tenuta dallo scrittore inglese presso la Royal Institution of Great Britain, pubblicata su Nature nello stesso anno.
A livello letterario potremmo classificare l’opera come un breve saggio, in cui lo scrittore di fantascienza esalta, come premesso, l’importanza e il ruolo che la scienza e la tecnologia avrebbero avuto per l’evoluzione della società del suo tempo. In sostanza si tratta di un vero e proprio manifesto di futurologia.
Il saggio è stato pubblicato recentemente, e per la prima volta in italiano, nella nuova collana Nautilus dalla Luiss University Press, la casa editrice accademica che si ispira al modello delle University Press di stile anglosassone. La traduzione è di Andrea Daniele Signorelli, mentre il libro è stato curato Da Simone Arcagni, giornalista, professore universitario e consulente specializzato in nuovi media e cultura digitale.
Il volume si divide in due parti. La prima è una ricca e corposa prefazione curata da Arcagni, che analizza con acutezza il saggio di Wells, attraverso rimandi ad altre sue opere di fiction e saggistica, come il romanzo-saggio Una Utopia moderna scritto nel 1905, di cui ho già scritto in precedenza per RiLL.it. L’analisi approfondisce inoltre i motivi che hanno portato il fondatore della fantascienza a scrivere questo libro, in una particolare fase della sua produzione letteraria, collegando questi motivi con gli elementi storici e sociali di più ampio respiro che caratterizzavano l’Inghilterra di fine Ottocento (e le altre nazioni industrialmente avanzate).
La seconda parte del saggio ci permette di leggere e riascoltare, direttamente dalle parole di Wells, le idee dell’autore inglese sulla centralità del progresso tecnologico e scientifico, visti come “processi” che spingono l’uomo a costruire nel futuro una società più funzionale, meritocratica ed egualitaria. Sono queste le parole del Wells più ottimista, a mio avviso tecnocratico e utopista: infatti in quel periodo della sua vita lo scrittore si trova in forte sintonia con le idee della Fabian Society, l’organizzazione di stampo socialista gradualista di cui fu tra i membri più influenti. La stessa sintonia la si riscontra inoltre nella sua visione evoluzionista del progresso sociale, che risente delle teorizzazioni di Darwin e Thomas H. Huxley, di cui Wells fu allievo quando studiava biologia e chimica.
La scoperta del futuro dovrebbe incontrare i gusti e gli interessi dei ricercatori che studiano la futurologia, e naturalmente dei futurologi, che applicano le conoscenze di questa disciplina (nata nel 1968 a Roma grazie al Club di Roma) per delineare scenari futuri, supportando politici, imprenditori e manager quando devono prendere decisioni efficaci in ambito geopolitico, economico-finanziario o sociale.
Il saggio potrebbe piacere anche a chi ha già letto alcuni tra i romanzi di Wells, come La macchina del tempo (1895), La guerra dei mondi (1896) o L’isola del Dottor Moreau (1896), ma desidera avvicinarsi alla produzione saggistica del popolare scrittore britannico.
La scoperta del futuro
di H.G. Wells
ed. LUISS University Press, 2021
traduz. Andrea Daniele Signorelli
80 pagine
€ 10,00 (edizione cartacea) - € 5.99 (edizione digitale)