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Intervista a Kenny Baker, alias il droide C1P8 (R2-D2) di Guerre Stellari
di Fabrizio Casu
[pubblicata su RiLL.it nel febbraio 2009]
Yavin 4 è uno dei principali fan club italiani dedicati a Guerre Stellari e alla fantascienza. La convention annuale di questo gruppo, la YavinCon, è sempre ricca di appuntamenti e con ospiti di rilievo. In attesa dell’edizione 2009 (che si terrà a Cesenatico dal 30 aprile al 3 maggio 2009) proponiamo di seguito l’intervista esclusiva di Fabrizio Casu a Kenny Baker, alias il droide C1P8 (o R2-D2, se preferite) delle due trilogie lucasiane, avvicinato proprio in una recente YavinCon.
C’è da dire due cose, per introdurre il personaggio di Kenny Baker: la prima è che è stato molto gentile quando l’abbiamo contattato per venire alla nostra convention annuale. Disponibile, non ha fatto richieste assurde - e chi lavora nel campo sa quante ce ne sono, di solito - e, soprattutto, ha deciso in fretta.
La seconda cosa è che Baker parla in maniera strana. Quasi incomprensibile. Nel senso che ha una voce molto acuta, un allucinante accento inglese e si mangia le parole. Dialogarci ha richiesto sforzi di un certo livello.
C’è infine un aneddoto che racconto, perché si possano capire alcuni passaggi dell’intervista. Durante l’incontro con il pubblico, Baker ha continuato a fare riferimento a tale Johnny. Il traduttore presente si guardava intorno smarrito, mentre traduceva e, ci ha confessato, alla fine aveva creduto che Johnny fosse l’amico immaginario di Baker. In realtà si tratta di un altro attore nano con il quale ha collaborato fin dai tempi di Guerre Stellari - Una nuova speranza.
Già, perché, per coloro che non lo sapessero - e in tal caso mi scuso per chi fosse arrivato fin qui senza sapere di chi sto parlando, un po’ come con Johnny - Baker ha incarnato R2-D2 (C1P8 nella versione italiana) per tutti gli episodi di Guerre Stellari, risultando uno dei due attori - l’altro è Anthony Daniels, alias B3PO/ 3BO - ad avere partecipato a tutti e sei i film della saga.
Mi siedo al suo stand, durante un attimo di calma, e scambiamo due chiacchiere. Dopo che Kenny si è informato su come sono andati i campionati di motociclismo - che erano fermi, ma, si sa, un ospite va sempre assecondato - abbiamo potuto procedere con questa breve intervista, sotto lo sguardo attento della moglie.
R2-D2 deve essere stato un personaggio difficile da muovere.
Stavo dentro questa piccola armatura e mi muovevo con dei pedali particolari. Faceva caldo, c’era poca aria e si sudava tanto. Ma era comunque divertente.
Che ricordo ha dei tempi della Vecchia Trilogia?
Eravamo un po’ dei pionieri. Sono convinto che George Lucas abbia spianato la strada a un sacco di film che sono arrivati poi, riuscendo a far diventare da “adulti” anche i film di fantascienza. È un genio, secondo me.
Com’era Lucas sul set?
Gentile con tutti, anche se un po’ distaccato.
È vero che non ama avere a che fare con gli attori?
È vero che non ama dare troppe indicazioni sulla recitazione. Con me è sempre stato gentile, comunque, e mi ha sempre ascoltato, quando avevo bisogno di qualcosa.
Mentre giravate Guerre Stellari - Una nuova speranza, nel 1976, pensavate che avrebbe avuto successo?
No, assolutamente. Eravamo convinti che sarebbe andato malissimo e che nessuno l’avrebbe visto. E come potevamo pensare altro? Le idee erano ottime, ma i soldi pochi e le possibilità tecniche limitate. Lucas ci metteva anima e corpo, ma ne soffriva anche tanto. Per fortuna poi è arrivato Spielberg (si riferisce a come Spielberg sia stato l’unico a credere nel film, tanto da finanziarlo di tasca propria, NdFC)
Com’è il suo rapporto con Anthony Daniels, sua controparte nel mondo di Star Wars?
Anthony non è una persona facile. È molto snob. L’ultima volta che l’ho visto, a una convention, sono andato a salutarlo e mi ha detto, scocciato, di non disturbarlo, perché stava parlando con la stampa. C’è da dire, comunque, che lui faticava più di me, dentro il costume di C3PO. Era molto più dura per lui, che per me.
La prima volta che l’ho incontrato ero sull’aereo che stava portando parte del cast in Tunisia, per le riprese di Guerre Stellari - Una nuova speranza. Johnny è andato a salutarlo e poi è tornato offeso, dicendo che Anthony gli aveva intimato di andarsene. Più tardi mi sono avvicinato io ed è stato gentile; quando gli ho raccontato dell’accaduto era sorpreso, ha detto che non parlava con Johnny, ma con un addetto dei costumi che si ostinava a volergli prendere le misure in volo. È fatto così, è una persona un po’ particolare.
Ma basta parlare di lui, vuoi sentirmi parlare di Carrie Fisher? (sorride e alza le sopracciglia come se volesse raccontarmi una barzelletta. Declino.)
Ha visto la Nuova Trilogia? Che ne pensa?
Li ho visti, ma non mi hanno fatto impazzire. Trovo che siano fatti molto bene, però, devo ammetterlo.
Lei ha lavorato ne Il ritorno dello Jedi anche come Ewok, giusto?
Per carità, una fatica immane e non conto le volte che sono caduto. E il caldo… ero sempre contento di tornare nei panni di R2.
Cosa c’è di lei in R2?
Il carattere allegro e la fedeltà verso le persone care. Spero di essere meno fastidioso, però. (ride)
Lei ha un curriculum notevole, dal punto di vista lavorativo.
(fra gli altri film di Kenny Baker ci sono “The Elephant Man”, di David Lynch, “Amadeus”, di Milos Forman, e i fantasy “Labyrinth” e “Willow”, NdP)
Meno di quanto vorrei. Molto meno. In Inghilterra c’è molto razzismo, nei confronti delle persone come me. Gli attori nani non sono mai considerati, li si prende solo in casi rarissimi e li si cerca di sfruttare il meno possibile. Eppure ci sono dei grandissimi attori anche tra coloro che non misurano due metri d’altezza.
La ringrazio per il suo tempo, c’è qualcosa che vorrebbe dire ai suoi fans italiani?
Continuate a seguirmi e grazie per la gentilezza che mi state dimostrando. È stata la mia prima volta, in Italia, ma spero di tornare ancora molte altre volte.
Lucca Comics & Games 2005: Fabrizio Casu e Alberto Panicucci carezzano felici il loro... barattolo preferito!