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Numerose come sempre le testate che hanno parlato dell’antologia 2010 della collana Mondi Incantati.
Oltre a quanto riportato in questa pagina, ringraziamo la rivista Linus, i quotidiani Il Corriere di Lucca e La Gazzetta di Modena, la testata on line Foggia Press, e i siti web letterari (quali La Tela Nera, Borgo Librario, 2099.it, Fantasy Magazine, Horror Magazine, Thriller Magazine e molti altri…) che si sono occupati del nostro libro, segnalandolo ai loro lettori.
Ecco, di seguito, una rassegna delle recensioni più significative:
(Roberto Arduini, L’Unità, Marzo 2011)
La realtà che ispira la narrativa, la narrativa che predice la realtà. È sempre più una convergenza d’intenti quella che muove letteratura e attualità a rincorrersi l’un l’altro. E stavolta sembra che parli molto del reale l’antologia annuale rivolta agli autori di fantasy, fantascienza ed horror, curata dall’associazione RiLL.
(Errico Passaro, Area, marzo 2011)
Per gli scrittori italiani di fantastico sarebbe utile introdurre il corrispettivo delle "quote rosa" in politica? Per valorizzarli bisognerebbe pubblicare cento nostri autori con un romanzo ciascuno, per illustrare ogni sfumatura del movimento, o un solo autore italiano con cento romanzi, per evitare ogni dispersione e imporre un fenomeno trainante sotto forma di "caso letterario"?
Noi siamo dell'idea che pubblicare italiani non di valore, solo per partito preso, determinerebbe un pericoloso effetto boomerang. Con questa premessa passiamo in rassegna alcuni autori, noti e meno noti, che stanno provando a "sfondare" nel nostro difficile mercato.
[...] Dal frullatore dei generi esce un'antologia di fantastico "non conforme" come Riflessi di Mondi Incantati, che unisce i grossi calibri del genere (Altomare, Cerrino, Cuomo, Leoni, Mongai, Pietroselli, Valzania) a promettenti nuovi autori (Barbieri, Di Bartolo, Carriero...).
(Daniele Barbieri, Carta, gennaio 2011)
Dal ‘94 l’associazione RiLL bandisce un concorso di racconti fantastici: spazio libero alla fantascienza, all’horror, al fantasy e alle varie sfumature del non realismo. Sono uscite otto antologie; […] ed ecco quella fresca-fresca. In totale diciannove racconti.
I primi quattro sono di chi ha vinto l’ultima edizione 2008: “‘O mammone” di Luigi Musolino, “Riflessi di porpora”, secondo classificato, di Giacomo Colossi, “Il lettore universale”, terzo, di Andrea Viscusi e “Un degno avversario” di Antonio Milanese. Sono i prescelti fra 134 autori e 61 autrici che hanno inviato almeno un racconto. Quattro autori - stavolta niente donne - che escono dalla categoria ignoti e comunque non sfigurano (anzi) accanto ai successivi, che sono invece nomi conosciuti, ovvero: Mariangela Cerrino, in compagnia di Massimo Mongai, Gordiano Lupi, Franco Cuomo, Giulio Leoni, Donato Altomare, Andrea Angiolino, Sergio Valzania e Massimo Pietroselli. E naturalmente chi legge può anche chiedersi se i “giudicati” stavolta siano stati più bravi dei “giudici”.
A chiudere il volume sei storie - scelte fra 30 - costruite su una “sfida”: ogni anno RiLL infatti invita finaliste e finalisti dei concorsi passati a costruire un racconto partendo da cinque tasselli (se ne possono scartare due). Il personaggio era un capitano, il luogo una stazione (ma anche qualsiasi luogo di passaggio per chi viaggia), l’oggetto un orologio (o altro strumento misura-tempo), la frase stavolta era narcisistica cioè “riflessi di mondi incantati”, infine la misteriosa parola - o sigla - era “Dev”.
Menù eccellente, buono, mediocre o disastroso? Secondo le mie papille gustative, la valutazione d’insieme sicuramente va sul “buono”… […]
Nel dettaglio.
I quattro racconti premiati valgono. Fossi stato in giuria, sarei stato in difficoltà a scegliere il vincitore. I più originali erano forse “Il lettore universale” e “Un degno avversario”, ma per entrambi, a mio parere, c’è un finale troppo prevedibile. In ogni caso la scrittura di Antonio Milanese è più che buona: su un tessuto fantasy getta litrate di acido muriatico con qualche tocco fra Sheckley, Kafka e Marx (Groucho). Ogni volta che farò colazione o tenterò un incantesimo avrò presente il drammatico problema che lui espone così: “se il cerchio magico non viene tracciato correttamente, tutti gli yogurt scadranno all’istante”.
Non ci sono elementi comuni nel quartetto. Piuttosto una curiosa sfida a distanza fra i camorristi di Luigi Musolino che temono solo “‘o fante ‘e spade” e i mafiosi improvvisamente scomparsi - per la festa di santa Rosalia - del giurato Massimo Mongai.
Dovendo scegliere fra gli otto uomini e la donna della categoria “già famosi” punterei su Mongai e sui divertenti Altomare e Valzania. Naturalmente Giulio Leoni sarà adorato dai lovecraftiani, i cinefili chiederanno in coro di adottare Pietroselli mentre sono indeciso se i molti fans di Piergiorgio Odifreddi davvero apprezzeranno le affettuose - e ironiche - scaramanzie che Valzania scaraventa, sia pure in forma di Nobel, sull’oggetto del loro culto.
Resta da accennare ai sei - due donne fra quattro uomini - che si sono cimentati (in un caso scrivendo in coppia) abilmente nella “sfida” suddetta.
I migliori racconti sono entrambi con la firma di Matteo Carriero: crudele “Corsa verso il passato”, altrettanto fosco ma attraversato da un filo di speranza “Invisibile” che, per inciso, meriterebbe di finire in una ipotetica (quanto necessaria) antologia dei migliori racconti antirazzisti italiani. Nel racconto di Angela Di Bartolo […] c’è il più insolito, anzi insolita “Dev”, che sta per “Domina Erinnys Vindix” (per i non latineggianti: Erinni vendicatrice). Luca Barbieri abbandona il suo amato West per ritrovarsi nella rivoluzione francese e confeziona una storia originale e inquietante. Andrea Viscusi (sì, uno dei premiati del Trofeo RiLL) fa centro anche qui e soprattutto azzecca un finale memorabile. Inquietante è “Il richiamo di Lilith”, scritto a quattro mani da Paola Urbani ed Emanuele Viola: stranissima coppia letteraria, non tanto perché lei oscilla fra biblioteche e grafologia mentre lui è professore di informatica a Boston, quanto perché all’anagrafe risultano madre e figlio.
Sipario, applausi, al prossimo anno.
(Elisa Lelli, Mangialibri)
Quel mazzo di carte è stato un vero affare, Italo ne è certo. Il contabile del clan camorrista dei Casalesi, collezionista di carte da gioco napoletane, intuisce con una sola occhiata che quello è un mazzo speciale, ma di sicuro non può immaginare che quello che gli è capitato per le mani al mercato delle pulci sia proprio l’opera ultima del grande artista casertano ‘O Cartarolo. Nemmeno ci crede, un tipo pratico come lui, alla storia delle carte maledette: ‘O Mazz, com’è stato soprannominato secondo la leggenda, il portatore di morte. Eppure eccolo lì, come uscito dalla fantasia delle fandonie popolari, il bizzarro oggetto sembra minacciarlo con i suoi fanti e re, ignudi e storpi, e le sue regine decadenti e deturpate. Povero Italuzzo, e se quello fosse veramente il nefasto oggetto?...
Irene cerca la verità, sa che non può trovarla nelle parole di sua madre e neppure nel determinato silenzio di suo padre, inutile cercarla tra gli altri abitanti del villaggio perché nessuno fa domande, nessuno oltre a Irene si chiede se esista qualcosa al di fuori dei confini del villaggio di palafitte in riva al lago dal quale sembra non esserci possibilità di fuga. Questo confine invisibile che la stritola e la tormenta ha un segreto che trova le sue fondamenta negli antichi ruderi di cristallo della grande isola e nei vaneggiamenti di un uomo sfuggente, emarginato dalla comunità e nelle sue memorie ingiallite...
Non solo il colloquio è stato stranamente rapido ed indolore, ma per la prima volta dopo otto mesi di ricerca finalmente Leonardo ha un lavoro. Certo ancora non sa perché la misteriosa Fondazione Lasswitz lo paghi per leggere e interpretare combinazioni apparentemente casuali di cifre e lettere sparate dai computer alla ricerca di qualcosa di “interessante”. Insomma, un lavoro vero con posizione contributiva in regola e una dignitosa retribuzione fissa è una vera fortuna al giorno d’oggi e il disoccupato Leonardo non può permettersi troppa curiosità. Ma le domande sorgono spontanee, chi finanzia il progetto della fondazione e soprattutto qual è il vero scopo di questa ricerca?...
Queste le trame dei racconti saliti sul podio nella nuova edizione del Trofeo RiLL. Le molte facce dell’immaginario, con richiami al fantasy più classico fino ad assumere risvolti fantascientifici o horror, vengono esplorate e raccolte nell’annuale antologia “Mondi Incantati” che, a seguito della tradizionale premiazione a Lucca Comics & Games, raccoglie le migliori storie brevi selezionate per il concorso. Vincitore di quest’anno il racconto “‘O Mammone”, di Luigi Musolino, ad aprire la raccolta […]. Oltre al celebrato Musolino, altri nomi interessanti spiccano all’interno della raccolta, nella sua parte centrale formata da racconti di giurati del Trofeo e nel finale da una SFIDA tra autori precedentemente premiati dal RiLL. Un’edizione ricca e densa di emozioni, che accompagnano ognuno dei diciannove racconti, di notevole varietà tematica, per soddisfare tutti i gusti.
(Davide Longoni, La Zona Morta, febbraio 2011)
È sicuramente una delle produzioni più interessanti nel campo delle raccolte di racconti fantasy in Italia: stiamo parlando del nuovo volume della collana “Mondi Incantati” legata al Trofeo RiLL. […] Basta pensare che sono oltre duecento i testi che hanno partecipato a ciascuna delle edizioni più recenti del concorso per capire il successo ottenuto da questo premio e per renderci conto dell’alta qualità dei racconti contenuti in ogni raccolta.
(Marcello Bonati, Intercom, marzo 2011)
Ancora un’antologia per i racconti del Trofeo RiLL, giunto, con questa, alla sua sedicesima edizione. Come sempre, il volume comprende i primi classificati, dal primo al quarto, per poi dare spazio a racconti dei giurati, e alla sezione SFIDA, un concorso riservato ai partecipanti delle precedenti edizioni. La qualità anche quest’anno è piuttosto buona.
- “‘O mammone”, di Luigi Musolino, il vincitore, è un horror ambientato nel mondo della camorra.
Il protagonista, un camorrista, compra, senza rendersene conto al momento, il mazzo di carte maledetto che il fabbricatore ufficiale della camorra aveva confezionato prima di spifferare tutto, e poi sparire. Un mazzo dalle figure deformi, terribili, al quale sono attribuiti innumerevoli disgrazie.
E infatti, quando avrà avvertito il boss, si troverà in casa due sicari, venuti per bruciare il mazzo ed, appunto, ucciderlo. Perché, ormai, le aveva toccate, ed è maledetto. […] L’idea di mescolare, con tanto di nomi e fatti reali, la camorra con l’horror è decisamente originale, e lo stile buono, con inserti in dialetto che lo rendono più vero.
- “Riflessi di porpora”, di Giacomo Colossi: ottimo, è fantascientifico, anche se rivela il suo “novum” solamente alla fine, restando, fino ad allora, un bel racconto d’atmosfera, con la ragazza protagonista, adolescente, a cui non bastano più le fiabe che le raccontano, e che vorrebbe sapere… da dove viene, e dove va. […] Lo stile è molto buono, poetico, e l’idea decisamente originale, e accattivante. Personalmente lo preferisco nettamente, al vincitore.
- “Il lettore universale”, di Andrea Viscusi: ad un giovane in cerca di lavoro viene offerto, dopo un colloquio, un contratto. Incredulo, dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto, accetta. Dovrà leggere. Leggere brani composti da un computer utilizzando le lettere dell’alfabeto in ogni loro possibile combinazione; come nella biblioteca di Babele di Borges. Presto, però, mille domande gli saliranno alla mente: perché quel lavoro apparentemente così inutile? Cosa, e chi, c’è dietro? […]
- “Un degno avversario”, di Antonio Milanese: fantasy umoristico, nel quale si ci prende gioco degli stereotipi del genere. Nel tipico regno di un luogo al di fuori del tempo e dello spazio (davvero divertente il paragrafo iniziale, nel quale se ne dà l’indicazione), un re non riesce a trovare un degno avversario, appunto, al campione di un altro re col quale dovrà gareggiare.
Ci sarà allora una quest, che sarà, però, solo un viaggetto fino ad un’osteria, per recuperare un libro di una lingua perduta, e poi un viaggio fino al tritone che, unico, la sa leggere. Per evocare, alfine, il campione del re: un demone orrendo dal colore cremisi. […] Ogni passaggio racchiude una battuta, un distorcimento degli stereotipi, ed è davvero divertente. Come quando il tritone, per acconsentire a tradurre il libro, chiede che “… compissero una breve ma pericolosa missione.”. Ci si aspetta, ovviamente, che, per quanto brevemente, ci venga raccontata; e invece: “La compirono.”, e basta.
- “L’incantatore”, di Mariangela Cerrino: fantascienza d’atmosfera, nel quale un giovane di una razza di umani perfetti, dovuti a modificazione genetica, inoltratosi nella città di coloro che hanno scelto di non esserlo, alla ricerca di emozioni, viene mandato nel passato a mettere una bomba proprio nella fabbrica di quegli umani… inumani, per poi ritrovarsi in un mondo completamente cambiato, nel quale la normalità è ora capovolta, ed è lui, l’anomalia. Lo stile, come al solito, nella Cerrino, è molto buono, poetico, e l’idea piuttosto originale.
- “Da una spiaggia di Haiti”, di Gordiano Lupi: bell’horror diaristico, nel quale uno scrittore di narrativa erotica fuggito dalla civiltà ad Haiti, incontra quella che gli sembra una bellissima mulatta che sarà, però, la sua rovina. […] Gran parte della narrazione è mainstream, preparatoria all’evento del finale, ma piuttosto buona.
- “I sette cavalieri di Yogra”, di Franco Cuomo: non fantastico, è la narrazione di una battaglia fra saraceni e cristiani per una città. Nella quale spicca il contrasto fra l’avventatezza della gioventù e la saggezza dell’età matura. […] Molto ben condotto, sfiora appena, come abbiamo detto, il fantastico, per il suo accennare a conoscenze arcane.
- “Il modello di Lovecraft”, di Giulio Leoni: un horror nel quale Lovecraft, dopo aver tentato inutilmente di farsi fotografare (non si riusciva a coglierne l’essenza, dice il fotografo), va da un ritrattista. Che dipinge orrori oltre ogni immaginazione. È Richard Upton Pickman, un personaggio di Lovecraft, che dipinge, appunto, dipinti talmente vivi, per quanto di soggetti fantastici, che si sospetta usi modelli… reali. Ovviamente è una sorta di omaggio al racconto di Lovecraft “Il modello di Pickman”.
- “Qualche piccolo vantaggio”, di Donato Altomare: racconto post-apocalittico, vede uno sciacallo depredare provviste in un mondo… di sole donne. […]
- “Adesso ho la mia idea”, di Andrea Angiolino: epistolare, nel quale un uomo, che abita vicino al Vaticano, scrive ad un amico spiegandogli il motivo per cui non andrà a trovarlo, né traslocherà. […] Si tira in ballo il Terzo Segreto di Fatima, per dire che, in Vaticano, se ne sa molto di più di quanto si pensi.
- “Il Nobel a Piergiorgio Odifreddi”, di Sergio Valzania: articolo giornalistico (da “Il corriere della sera” del 7 ottobre 2014), dice in termini rigorosamente scientifici di una scoperta… decisamente fantastica. La: “… valutazione strettamente matematica delle variazioni probabilistiche indotte in un sistema da attività di natura scaramantica…”. Insomma, fra l’uscire senza ombrello e la probabilità che piova. Il divertimento ovviamente scaturisce proprio da questo contrasto fra il rigorosamente scientifico e l’antiscientifico per antonomasia della scaramanzia.
- “Parassiti”, di Massimo Pietroselli: in un futuro ci sono dei parchi nei quali androidi dalle sembianze di personaggi famosi attraggono i turisti. Vivendo scene nelle quali ci si può muovere. Il racconto, però, vede solamente un barbone che vi vivacchia di notte, quando i manichini sono disattivati. […] Evidentemente, un futuro nel quale, se ci sono innovazioni strabilianti, ci sono anche molti che non riescono a vivere dignitosamente.
- “Invisibile”, di Matteo Carriero: in futuro, in Italia, ci saranno delle leggi che negheranno ad una partoriente senza passaporto di potersi tenere il figlio. Il racconto narra di una di queste che, mentre sta aspettando che le portino via il figlio, prende dei capelli dai medici che le stanno attorno, per poi “… infonder(vi), tramite una specie di rito, il suo dolore…”. Evidentemente ammonitore su dove potrebbero portarci le varie leggi sull’immigrazione.
- “Relitti”, di Angela Di Bartolo: messaggio in una bottiglia di un liberto, ex schiavo, della Roma antica, condannato ad un eterno vagare per i mari, senza invecchiare e senza vedere mai terra, da un’Erinni africana, una sacerdotessa, forse, di una qualche misteriosa setta segreta, da lui violentata. Molto poetico, dice insomma di quanto odio possa suscitare una prevaricazione senza remore, un abuso del potere dato da una posizione nettamente superiore; della possibilità, quindi, che esso possa ritorcersi; e di quella di potersi pentire delle violenze commesse.
- “L’incorruttibile”, di Luca Barbieri: horror, vede niente di meno che Robespierre, quello della rivoluzione francese, venire in contatto con… un Grande Antico di Lovecraft, risvegliato dalla montagna di cadaveri accatastata in uno scantinato. […] Molto ben scritto, e l’idea è decisamente originale.
- “Pr-medjed”, di Andrea Viscusi: una battaglia fra antichi dèi egizi, ai tempi nostri. […] Il contrasto di ciò con la modernità, e gli stratagemmi del protagonista per viaggiare in incognito, sono i suoi punti forti, che lo rendono piuttosto divertente.
- “Il richiamo di Lilith”, di Paola Urbani ed Emanuele Viola: horror/ fantasy nel quale un uomo, mentre sta partecipando ad una regata transoceanica, riceve la visita di… Lilith, la dea dell’Amore.
Che lo travolge con la sua sensualità […]. Lo stile è poetico, l’idea magari non originalissima, ma comunque svolta, in maniera originale.
- “Corsa verso il passato”, di Matteo Carriero: in un futuro prossimo, nel nostro paese viene instaurato un nuovo modo per detenere i carcerati. Deprivarli dei loro ricordi, e farli lavorare: “…il lavoro dei criminali avrebbe rimpinguato le casse dello Stato… concedendo al governo la chance per sbattere fuori decine di migliaia di negri.” […] Evidentemente di denuncia su dove potrebbero portare metodi di questo tipo, che tengono conto solamente del tornaconto economico, infischiandosene totalmente del tentativo di recupero dei carcerati.
Abbiamo dunque visto che, come ho anticipato nell’apertura, la qualità è piuttosto buona. […] Per il resto abbiamo, ancora una volta, un’ottima antologia di racconti italiani, cosa purtroppo ancora troppo rara.
(Giancarlo Manfredi, WebTrekItalia, gennaio 2011)
Curata dall’associazione RiLL, edita da Giochi Uniti e patrocinata da Lucca Comics & Games, l’antologia di racconti Riflessi di Mondi Incantati è una raccolta sorprendente, che trasporta i suoi lettori attraverso i reami della fantasia...
Diciannove racconti.
I primi quattro sono i migliori del Trofeo RiLL 2010, i successivi nove sono opera di scrittori che hanno svolto il ruolo di giurato del premio, gli ultimi sei sono i migliori tra quelli che hanno partecipato a SFIDA 2010, un concorso riservato agli autori giunti, nel tempo, almeno una volta in finale. Solo questo potrebbe essere sinonimo di garanzia per i potenziali lettori della raccolta, se pensiamo al numero elevatissimo di racconti che pervengono al concorso o se scorriamo i nomi dei giurati e degli autori che hanno vinto almeno una volta il Trofeo RiLL.
Ma c’è di piu’, ed è la professionalità e la passione dei curatori di questa antologia: il Trofeo RILL nasce nel lontanissimo 1994 come (cito) “...concorso letterario per racconti brevi di genere fantastico (fantasy, fantascienza, horror e tutto quel che è al di là del reale e del verosimile)...” e negli anni si è affermato come una realtà letteraria nel settore. È infatti una competizione nota nel giro degli scrittori: bandita ogni anno a novembre, il suo termine di partecipazione scade all’inizio della primavera dopo di che la rosa dei finalisti viene scelta da un Comitato di Lettura; la premiazione avviene, storicamente, durante la coinvolgente kermesse Lucca Comics & Games, in autunno.
Ma non è questo il punto. Il bello viene leggendo i diciannove racconti, ciascuno in grado di trasportare il lettore in un mondo diverso, tanto fantastico quanto originale: è un’antologia da regalare a chi, amante dei romanzi corposi, ritiene poco coinvolgente questo genere di narrativa, come pure a chi pensa che leggere sia solo faticoso, e anche a chi (magari solo per distrazione) non conosce ancora la letteratura del fantastico e (per pregiudizio) la crede fatua e infantile.
Concludo dicendo che conosco personalmente (e mi onoro di esserne amico) alcuni degli autori, altri mi sono noti come lettore vorace di fantascienza, molti infine li ho incrociati nelle mille iniziative che si tengono sul web: a tutti loro, come pure ai curatori dell’opera, dico grazie per il bellissimo lavoro.
(Alex Eating, Saltinaria)
Riflessi di Mondi Incantati è un’antologia di racconti fantastici, ma uniti da un filo nemmeno troppo sottile alla realtà quotidiana, che attraverso la fantasia viene rielaborata e servita in un’ottica “leggera”, anche quando affronta tematiche di attualità drammatiche e scottanti.
[…] Ne è un esempio il racconto “Invisibile” di Matteo Carriero, in cui il problema dell’immigrazione clandestina e dei figli che nascono da genitori cosiddetti “irregolari” e per questo appunto denominati “invisibili” per la Legge e lo Stato, non possono esserlo invece per gli uomini, nel caso specifico i medici e il personale ospedaliero. Attraverso gli occhi di un medico che assiste il parto di una donna albanese irregolare alla quale viene tolto il figlio appena nato, viene drammaticamente alla luce l’assurdità di certe regole e l’abisso che c’è tra “Legge” e “Sentimento”: il dolore di una madre è impossibile da disciplinare con norme sterili e fredde.
Un altro racconto molto attuale ma sicuramente più leggero del precedente è “Adesso ho la mia idea”, di Andrea Angiolino, che, attraverso una storia surreale di un’astronave che in piena notte decolla dal Vaticano, testimonia il rapporto secolare che lega Roma e i romani al “cupolone”. Un rapporto misto di amore e odio, mistero e curiosità, diffidenza e attrazione, che non possono non avere un’influenza nella vita di tutti i giorni, di chi vive a contatto con il Vaticano. Un legame indissolubile tra la città e lo Stato più piccolo del mondo, legame che neppure la mente più fantasiosa riuscirebbe ad immaginare. Un vero e proprio “mondo incantato” all’interno di un racconto fantastico.
(Sara Regimenti, Booksblog, gennaio 2011)
Seguo da anni gli esiti del Trofeo RiLL, che premia i migliori racconti fantastici, fantasy, di fantascienza, horror e, in generale, al di là del reale, come spiegano gli organizzatori.
Nell’antologia 2010 sono raccolti i testi selezionati dalla giuria, di cui fanno parte gli scrittori Massimo Mongai, Gordiano Lupi, Giulio Leoni e Mariangela Cerrino, fra gli altri, che anche quest’anno hanno inserito nell’antologia un loro inedito.
E così Massimo Mongai (autore di “Memorie di un cuoco d’astronave”) immagina che un giorno, durante la festa di Santa Rosalia, “più di tremila uomini e donne assolutamente sconosciuti parteciparono nell’arco di sei ore ad una operazione di cattura di oltre milletrecento siciliani, la maggior parte dei quali mafiosi a tempo pieno”. Milletrecento mafiosi poi scomparsi nel nulla, così come questi sconosciuti che in un unico giorno hanno sradicato la Mafia dall’Italia, convincendo gli altri esponenti della malavita a consegnarsi alle forze dell’ordine, in una fantastica operazione di pulizia del nostro paese grazie a creature venute da chissà dove.
Gordiano Lupi invece, esperto di Cuba (cura la versione italiana del blog Generacion Y, della cubana Yoani Sanchez) immagina un uomo in fuga da una famiglia problematica che si auto-esilia ad Haiti, dove incontra la splendida mulatta Karin che lo invita a un misterioso rito Vudù, a cui lui improvvidamente partecipa, con esiti inaspettati.
Un incontro spaventoso, a giudicare dalle conseguenze, è quello che invece fa lo scrittore H. P. Lovecraft, convinto da un fotografo a rivolgersi a un misterioso pittore, per farsi fare un ritratto da inserire a corredo dei suoi libri. A raccontarci questa storia è Giulio Leoni, mentre Mariangela Cerrino mette in scena un Incantatore che procura emozioni a una stirpe di creature che non è in grado di provarle.
I primi quattro racconti classificati [del XVI Trofeo RiLL] sono invece quelli di Luigi Musolino (O’ Mammone), la storia di un mafioso che entra in possesso di un mazzo di carte maledetto, di Giacomo Colossi (Riflessi di porpora) e infine l’intrigante "Il lettore universale" di Andrea Viscusi, in cui si immagina che i governi finanzino un progetto che mette in pratica l’idea di Borges della Biblioteca universale. Quarto classificato Antonio Milanese, con la divertente avventura di un mago alle prese con formule mai messe in atto prima, in "Un degno avversario".