Steam o cyber, basta che sia punk

Report del match letterario Steampunk vs. Cyberpunk, a Lucca Comics & Games 2019
di Lorenzo Trenti
[pubblicato su RiLL.it nel dicembre 2019]

Intelligenze artificiali o macchine di ottone?
Criminali nello sprawl suburbano o gentiluomini in marsina e monocolo?
La sfida tra due amatissimi generi narrativi, il cyberpunk e lo steampunk, è arrivata a Lucca sabato 2 novembre 2019. All’interno del programma di eventi e dibattiti di Lucca Comics & Games si sono infatti consumati, per il terzo anno consecutivo, alcuni “match” che mettono uno contro l’altro autori, saghe, personaggi o, come in questo caso, interi generi letterari. Un modo divertente per fare incontrare idee diverse, tifare (bonariamente) per i propri favoriti e arricchire il proprio panorama di conoscenze.

Nel caso specifico il match narrativo, condotto dalla brava Anna Benedetto, è stato complicato dalla presenza di ben tre speaker. Il cyberpunk è stato rappresentato da Adil Bellafqih, autore del romanzo “Nel grande vuoto” (Mondadori); lo steampunk ha avuto come campione Dario Tonani, autore della saga di Mondo9, qui per presentare il romanzo più recente della serie, “Naila di Mondo9” (Mondadori); infine, a fornire ulteriori elementi di riflessione, si sono aggiunte le incursioni di Armand Baltazar, disegnatore che ha lavorato a numerosi film d’animazione (“Il Principe d’Egitto”, “Cars 2”, “Sinbad – La leggenda dei sette mari”, fra gli altri) e che ora si dedica anche alla scrittura: è infatti l’autore del romanzo “Diego e i ranger del Vastatlantico” (primo volume di una trilogia edita da Il Castoro), per il quale ha perfino inventato il genere “timepunk”.

Un notevole crogiuolo di esperienze e sensibilità, insomma, che la moderatrice ha doverosamente pungolato.
Per cominciare, però, si è provato a definire – o almeno circoscrivere – i due/ tre generi narrativi protagonisti della sfida. Potremmo allora dire, a grandissime linee, che lo steampunk discende da letture del passato (come Verne e Wells) e che celebra il trionfo dell’uomo sulla natura grazie al cambiamento apportato dalla tecnologia; il cyberpunk invece guarda al futuro, costringe a guardare avanti, e vede semmai l’umano soccombere rispetto alla tecnologia. Il timepunk di Baltazar, infine, vede la contestuale irruzione sulla Terra di elementi di epoche diverse (es. dinosauri e robot), e quindi costringe i personaggi a confrontarsi con idee (e tecnologie) del passato o del futuro.

Il match, ovviamente, è stata un’occasione per esplorare il corposo “dietro le quinte” dei romanzi di ciascuno speaker. Ogni autore è partito proprio dalla propria opera per spiegare il modo in cui intende e interpreta il rispettivo genere di riferimento.

Ma iniziamo da come sono nati questi romanzi…

Bellafqih: “Il progetto di scrivere Nel grande vuoto, che è un romanzo cyberpunk, è nato dalla mia ignoranza. Mi aveva attraversato la mente l’idea del ritrovamento di un cadavere, e quindi volevo scrivere un noir, ma non conoscevo le procedure di polizia. Per informarmi ho provato a guardare Distretto di Polizia, ma ho spento la TV dopo dieci minuti... Per questo ho ambientato la storia nel futuro. Ed è un futuro dove reale e virtuale si fondono grazie all’onnipresenza della Rete, in cui tramite la realtà aumentata ognuno può essere visto come l’avatar tridimensionale che si è scelto. Il protagonista è un debunker privato, una sorta di detective, incaricato di indagare su un omicidio e sulla scomparsa del morto da tutti i database presenti nella Rete.”

Tonani: “Per me lo steampunk è fantascienza ambientata nel passato, e risponde alla domanda: cosa sarebbe stato del passato se il futuro fosse accaduto prima? Da questo punto di vista, la saga di Mondo9 difficilmente potrebbe essere considerata steampunk da un purista, visto che è ambientata in un’ucronia – un mondo ricoperto di sabbia, solcato da enormi macchine. Il mio immaginario però si rifà a quello di grandi storie marinaresche, come quelle di Melville e Stevenson, e quindi ha un forte legame col passato. Al tempo stesso, ho cercato di innovare: in un mondo fortemente maschilista come quello che descrivo, avviene il primo binomio tra una capitana donna, Naila appunto, e una macchina di genere femminile (perché sì, su Mondo9 queste enormi macchine hanno un genere).”

Il romanzo di Baltazar è invece basato su un evento (forse casuale come una calamità, forse voluto da un’entità superiore) chiamato la Collisione Temporale. I continenti si sono rimodellati e i mari ora formano un unico grande Vastatlantico. Il tempo stesso si è frantumato e rimescolato, con elementi del passato, presente e futuro che convivono insieme. In questo contesto opera un gruppo, gli Aeternum, che vuole creare una seconda Collisione per ripristinare l’ordine originario.

Il match letterario vero e proprio si è articolato su tre grandi temi.
Il primo punto della discussione, il più generale, ha riguardato la centralità della macchina nel genere “punk”.

Baltazar: “Le macchine sono la risposta dell’uomo per controllare il mondo circostante. Alla lunga però questa risposta ha cominciato a plasmare l’esistenza umana, fino a condizionare il modo in cui ci evolviamo. Alla fine è come se avessimo aperto il vaso di Pandora: ogni tanto questa tecnologia che abbiamo liberato può girarsi e… morderci alle caviglie”.

Tonani: “Su Mondo9 c’è una forte asimmetria tra uomini e macchine, e queste ultime, essendo senzienti e immortali, sono importantissime. Gli umani servono le macchine, le riparano, ne sono schiavi e prigionieri, possono perfino fornire il proprio corpo come lubrificante degli ingranaggi. Al tempo stesso, le macchine agognano l’umanità e desiderano entrare in simbiosi con gli uomini.”

Bellafqih: “Nel cyberpunk la tecnologia può assumere tantissime forme. Da un lato possiamo avere l’ibridazione totale tra l’uomo e la macchina: pensiamo per esempio a un anime come Akira. Dal lato opposto abbiamo tecnologie talmente sottili da poter essere invisibili. In Paprika, per esempio, la tecnologia è costituita da un piccolo aggeggio che permette di entrare nei sogni delle persone.”

La seconda grande domanda riguardava l’importanza o meno del Destino nel genere di riferimento.

Baltazar: “Nel timepunk è evidente che il destino è strettamente correlato al tempo, visto che si parla di viaggi nel tempo – anche se per la precisione vale semmai il contrario, cioè è il tempo stesso che viaggia verso le persone! Nei miei romanzi resta il dubbio se questo sia accaduto per volontà di un ente superiore o se si sia la conseguenza di una sorta di cataclisma cosmico. Tra le tematiche che ho voluto affrontare nella trilogia c’è appunto quella del destino, anche individuale. Per esempio, nel mondo nuovo che si è venuto a creare dalla fusione dei vari elementi temporali, qual è il diritto di continuare ad esistere da parte di chi è nato in questo nuovo mondo che prima non c’era? È giusto ripristinare l’ordine temporale precedente?”

Bellafqih: “Più che all’immaginario cyberpunk in senso stretto, nel mio libro io mi sono rifatto a un modo di intendere il destino che è per esempio quello della saga de La Torre Nera di Stephen King, o del videogioco Final Fantasy VIII, in cui le azioni degli uomini sono tutto sommato marginali rispetto a un contesto molto più grande. Un’altra fonte di ispirazione per questa concezione del destino individuale viene dal bellissimo Jerusalem, il più recente romanzo di Alan Moore”.

Tonani: “Su Mondo9 non parlerei di destino in senso lineare. Al centro di tutto ci sono le macchine, e il metallo con cui sono costituite è immortale. Può diventare un rottame, ma non è mai completamente morto e può essere riciclato e riutilizzato. Il destino, insomma, su Mondo9 è un continuo passaggio di stato”.



Infine, ecco la terza e ultima domanda del match: va bene le macchine, ma c’è sempre l’umanità come cuore di tutta la vicenda?

Baltazar: “Non voglio farmi spoiler da solo... posso dire che nei miei romanzi essere esposti alla tecnologia è qualcosa che ti cambia. Anche solo dal punto di vista delle possibilità cognitive che questo ti offre. Per esempio, io descrivo una ragazza afroamericana che incontra uno schiavo proveniente dal passato; questo ovviamente modifica la sua visione del mondo”.

Tonani: “La rivoluzione e il cambiamento nella saga di Mondo9 passano per l’incontro tra due materiali, da un lato quello umano, dall’altro quello metallico. C’è una tensione reciproca continua – delle macchine verso l’umanizzazione e degli umani verso le macchine – e da questa tensione può emergere un arricchimento, senza che vi sia perdita di identità. Naila, la protagonista, non rinuncia alle proprie prerogative femminili in questo interscambio”.

Bellafqih: “Nel mio romanzo c’è un tema: cosa è vero? Cosa è affidabile? In cosa possiamo credere? L’indagine che racconto non è solo poliziesca, ma è anche - più in generale - un percorso per scoprire la verità, di fronte a una realtà che è complessa. La domanda chiave è: chi ha il potere di decidere la verità?”

Il match si è concluso con un salomonico pareggio. Del resto, l’impresa di stabilire un vincitore tra cyberpunk e steampunk sarebbe stata molto difficile, e il senso di questi “match letterari” è più che altro quello di divertirsi a evidenziare le caratteristiche e le complessità dei generi e delle opere presentate. E dunque: lunga vita al “punk” in tutte le sue declinazioni!


Nella foto a fondo pagina: da sinistra, Adil Bellafqih, Anna Benedetto, Dario Tonani e Armand Baltazar, in piedi a fine match, mentre ricevono il meritato applauso del pubblico di Lucca Comics & Games (foto di Lorenzo Trenti).

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