30esimo Trofeo RiLL: finalisti e giudizi della Giuria

Questa pagina propone una rassegna dei commenti dei giurati (e, in misura minore, dei lettori-selezionatori) del 30esimo Trofeo RiLL sui dieci racconti finalisti. Desideriamo così sia rendere “omaggio” al lavoro di ciascun autore sia rendere pubblico il contributo critico di chi ha letto e valutato i testi arrivati in finale.
Inoltre, in questa stessa pagina presentiamo gli autori di ogni racconto, con brevi biografie. In questo modo dedichiamo ulteriore spazio e attenzione a chi ci ha sostenuto nel modo per noi più gradito: inviandoci una bella storia.

I racconti sono distinti in premiati e menzionati, sulla base dei risultati del concorso.

I cinque testi premiati sono pubblicati nell’antologia SI RIPARANO MACCHINE DEL TEMPO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni (collana Mondi Incantati), insieme ai racconti vincitori del premio SFIDA 2024 (sempre organizzato da RiLL) e a quelli della sezione RiLL World Tour.

Il libro è già disponibile presso RiLL, al prezzo speciale di 10 euro (spese postali incluse).
Da novembre sarà anche su Amazon, Delos Store e molti altri store on line (al prezzo di 10 euro, più spese postali).
Ovviamente, il libro sarà in vendita anche allo stand RiLL a Lucca Comics & Games 2024: per la precisione, il nostro stand è il numero CAR 226, a Lucca Games, cioè nei padiglioni di viale Carducci (qui la mappa del padiglione, con il nostro stand evidenziato in rosso).

Tutti e dieci i racconti finalisti del 30esimo Trofeo RiLL sono inoltre pubblicati nell’e-book Aspettando Mondi Incantati 2024, già disponibile in formato kindle (su Amazon) e, da inizio 2025, in formato EPUB (su KOBO, La Feltrinelli e Mondadori Store).

Racconti Premiati

Primo Classificato, Vincitore del 30esimo Trofeo RiLL
Officina Meccanica Anderson & Cavallaro - Si riparano macchine del tempo
di Mauro Longo (Fiume - Croazia)

- Una storia che strizza l’occhio alla tradizione della narrativa breve di fantascienza, raccontando abilmente di viaggi fra piani temporali e dimensioni parallele, con un tono ironico e una narrazione sempre fluida.
- Un racconto “confortevole” per chi ama la fantascienza, condotto con mano sicura e ironia, oltre che con un certo gusto citazionista di classici della Golden Age.
- Una storia divertente e ben congegnata, ambientata in un’officina che ripara macchine del tempo, con un protagonista azzeccato e subito familiare. È particolarmente apprezzabile la capacità dell’autore di inserire frammenti del mondo reale nel racconto, da La Settimana Enigmistica alla città di Catania e ai suoi abitanti, ricchi di immaginazione e maestri nell’arte di arrangiarsi.

Mauro Longo è nato a Messina nel 1978, ma vive da alcuni anni a Fiume, in Croazia.
Lavora come autore professionista, divulgatore, game designer e game developer.
Ha scritto e curato oltre cento titoli tra romanzi, racconti, antologie, saggi, librogame e giochi di ruolo, oltre che numerosi articoli e approfondimenti sul mondo della narrativa e del gioco.
Ha pubblicato una trentina di racconti e i romanzi “Decameron dei morti” (Origami Edizioni), “Guiscardi senza gloria” (Acheron Books) e “Il fabbricante di spettri” (RW Edizioni).
In ambito ludico ha firmato libri-gioco e giochi di ruolo, alcuni dei quali insigniti con premi nazionali e internazionali. Ha inoltre realizzato i manuali di scrittura ludica “Giochi di ruolo” (Dino Audino Editore) e “Scrivi la tua avventura!” (scritto con Mala Spina).

Secondo Classificato
Gallina vecchia fa buon brodo
di Francesco Ceffa (Romentino - Novara)

- Un racconto di fantascienza in cui riecheggiano le recenti discussioni sul patriarcato e la condizione delle donne nella nostra società. L’autore sviluppa la storia inserendo con efficacia anche altri temi di attualità, fino al finale a sorpresa.
- Un racconto di “fantascienza cannibale”, una distopia legata alla sovrappopolazione e alla scarsità di risorse e cibo. Il modello è la satira di Jonathan Swift, lo sviluppo è perfettamente calibrato per la fantascienza sociale (cui la storia si richiama) e si chiude infatti con un epilogo moralistico.
- Una scrittura asciutta e scorrevole per una storia agghiacciante e complessa. L’incipit è fulminante: cinque righe che valgono tutto il racconto e attirano l’attenzione come raramente accade.

Francesco Ceffa è nato nel 1983 e vive in Piemonte, in provincia di Novara. È laureato in Economia e lavora nell’azienda di famiglia.
Ha iniziato a scrivere storie da piccolo, sulla vecchia Olivetti nell’ufficio del papà, perlopiù fan fiction dei Ducktales e dei Bobobobs. Molti anni dopo, complice la pandemia che lo costringe in casa, decide che è il caso di provare a finire tutte le storie che aveva iniziato.
Diversi suoi racconti fantastici sono stati pubblicati su riviste letterarie del settore. Nel 2022 è stato finalista al Trofeo RiLL con il racconto fantasy umoristico “Mezza dozzina di dita mozzate”.
Nessuna delle storie che ha finora pubblicato, purtroppo, ha per protagonisti paperi o gnomi spaziali.

Terzo Classificato
Il pianto d’argento degli ulivi
di Alessandro Izzi (Gaeta - Latina)

- Una storia, intrisa di malinconia, che parla di emigrazione, nostalgia delle proprie radici, del ricordo di una madre perduta, tutti elementi che si risolvono in un finale inaspettatamente positivo. Un racconto poetico e, per certi aspetti, toccante.
- Una storia sull’emigrazione italiana negli USA a inizio ’900 e, insieme, la storia di un incantesimo. L’autore rielabora in chiave moderna la credenza del passaggio dei sentimenti attraverso le piante: un tema molto antico, che ha attraversato il mito, la fiaba e la letteratura.
- Una ghost-story ben calibrata nei suoi diversi elementi e con la giusta atmosfera. Con uno stile fluido, che utilizza anche espressioni dialettali, l’autore riesce a tratteggiare personaggi veri, a dipingere un mondo. Particolarmente apprezzabile che l’elemento soprannaturale sia “sussurrato”, inserito nel racconto e trattato dai personaggi stessi con un certo pudore, quasi con tenerezza.

Alessandro Izzi è nato a Formia nel 1974, e vive a Gaeta, sempre in provincia di Latina.
Laureato in Lettere Moderne, è autore di svariati saggi sul cinema, oltre che condirettore della rivista Close-up. Come autore di teatro ha scritto numerosi drammi (fra gli altri, “Zingari Lager” e “Cantata dei giorni infami”), messi in scena da compagnie di tutta Italia.
Molti suoi racconti sono stati premiati o hanno vinto concorsi letterari. Al Trofeo RiLL si è classificato al terzo posto nel 2019 (con il racconto di fantascienza “Non Io”); inoltre, è stato fra i vincitori di SFIDA (altro concorso bandito da RiLL) nel 2022, 2023 e 2024.
Ha pubblicato le raccolte di storie horror “L’attesa della notte” (2018) e “Häxan – Storie di stregonerie e di altre mal assortite anomalie” (2024), entrambe edite da Giovane Holden.
Nel 2024 RiLL ha dedicato ai suoi racconti l’antologia “Gli occhi della notte” (ed. Acheron Books).

Quarto Classificato
Tir Blu Klein
di Matt Briar (Reggio Emilia)

- Un racconto-esperimento, che porta all’estremo il MacGuffin, espediente narrativo di hitchcockiana memoria: non importa intorno a cosa ruoti la storia, ma che la storia proceda e venga narrata!
- Un bel racconto di suspense, che intreccia la banalità dei gesti e delle necessità quotidiane con l’assoluta eccezionalità di un mistero inesplicabile. Le incomprensibili regole imposte all’autista protagonista appaiono come catene atte a sollecitare la paranoia (sua e di chi legge). Una bella scrittura dinamica sostiene la narrazione.
- Un racconto molto originale, capace di giocare sulla progressione degli eventi che si susseguono fino alla conclusione, spiazzante. L’autore rende benissimo l’ansia crescente e vorticosa dell’autista protagonista, come crescente è la curiosità dei lettori verso il mistero del tir, che è il vero protagonista della storia.

Matt Briar è nato nel 1985 a Reggio Emilia, dove vive.
Molti suoi racconti weird e di fantascienza sono usciti su riviste letterarie del settore. Inoltre, il suo racconto “Alle Case Vecchie” ha vinto nel 2023 il premio Hypnos, ed è stato successivamente pubblicato dalla casa editrice Hypnos.
Il suo romanzo “L’era della dissonanza” ha vinto nel 2014 il premio Kipple, ed è stato poi pubblicato dall’omonima casa editrice; invece, il romanzo di fantascienza “Terre Rare” è stato finalista nel 2018 al premio Urania Mondadori ed è quindi uscito per Watson Edizioni.
In ambito musicale ha firmato il saggio “Neil Young - Cercando il nuovo mondo” (ed. Zona, 2021).

Quinto Classificato
Per le vie di Bonzo-Khan
di Giuliano Cannoletta (Pisa)

- Un racconto volutamente sguaiato e irriverente, basato su una sorta di macchina del tempo, in questo caso chimica, il cui funzionamento è molto ben maneggiato dall’autore. La chiusa, sorprendente, è decisamente di effetto.
- Un racconto scorrevole, che alterna il monologo (volutamente sboccato) del protagonista a dialoghi ben calibrati. Il personaggio di Scimmia, contraltare del protagonista, mischia il Grillo Parlante, l’armadillo di Zero Calcare e rappresenta, ironicamente, la personificazione dell’espressione gergale “avere la scimmia” (i.e. essere drogato e cercare di procurarsi una dose).
- Un tipo discutibile si muove nei bassifondi di una città, in una sfrenata lotta contro il tempo, “sostenuta” dal ricorso a sostanze illegali indubbiamente utili. La storia torna più volte a un punto di partenza, che però non è mai lo stesso, risultando avvincente sino al finale, che riesce a sorprendere.

Giuliano Cannoletta è nato nel 1986 a Pisa, dove vive e lavora come insegnante di sostegno.
Molti suoi racconti sono stati finalisti o premiati in concorsi letterari dedicati al Fantastico (fra gli altri: il premio Urania Short Mondadori, il premio Robot, il Terni Horror, il premio Scheletri, il premio Esecranda…), venendo quindi inclusi nelle antologie collegate.
Nel 2024 ha vinto il premio Kipple con il romanzo di fantascienza “Marionette”, recentemente pubblicato dall’omonima casa editrice.


Menzioni di Merito

Fili Rossi
di Stefano Palumbo (San Martino Buon Albergo – Verona)

- Un racconto di fantascienza che ruota intorno a un’idea forte: i “fili rossi”, simbolo tangibile del controllo e dei condizionamenti sociali, ma anche segno di diversità e solitudine per chi ne è privo.
- Una storia di ribellione e (forse) di riscatto, in una soffocante società futura. Il tutto sostenuto da una scrittura efficace e che tiene alta la tensione.
- Il racconto di due solitudini che, inaspettatamente, si incontrano, fanno fronte comune e, in qualche modo, trovano una propria strada, al di là del sistema di regole troppo chiuso (e castrante) che li circonda.

Stefano Palumbo è nato nel 1988 ad Aprilia, ma vive da alcuni anni in provincia di Verona.
Dal 2019 si dedica stabilmente alla scrittura. Svariati suoi racconti sono stati finalisti in concorsi letterari o sono stati pubblicati su riviste del settore.
Grande appassionato di fumetti, si è diplomato in Sceneggiatura presso la Scuola Internazionale dei Comics di Roma e ha firmato alcune sceneggiature per le raccolte antologiche dell’associazione Cyrano Comics (uno dei più longevi gruppi italiani di autoproduzione nel mondo dei comics).
Ha curato il podcast in tredici puntate “Storie in Grani” (disponibile su Spotify), che raccoglie alcuni suoi racconti in formato audio.
Nel 2024 ha pubblicato il romanzo “Le cinque colline” (ed. Tora), illustrato dalla disegnatrice Aurora Olivati.

Fine turno mai
di Francesco Pone (Terni)

- Un racconto che ha il coraggio di affrontare, in chiave fantastica, il tema (assai delicato) della disabilità. Indubbiamente colpisce duro, ma la trattazione è originale e risulta molto convincente.
- Racconto teologico di un certo spessore. Riesce a mantenere il controllo di una vicenda straziante e a risolverla con efficacia. Ottima l’idea di “scoprire” Dio nella sua dimensione sofferente, il che potrebbe anche intendersi come un parallelo con il sacrificio di Gesù Cristo.
- Una storia disturbante, che mette il lettore a disagio, ma allo stesso tempo è estremamente coinvolgente. Il protagonista (un ragazzo con una grave disabilità fisica) sconcerta, disgusta. Talvolta ci si sente come degli intrusi nella mente dell'ultima persona di cui vorremmo conoscere i pensieri. L’ho letto tutto d'un fiato.

Francesco Pone è nato a Napoli nel 1977 e vive a Terni con moglie e due figli. Insegna Storia e Filosofia alle superiori.
Ritiene che il mondo sia una sterminata antologia di racconti, veri e meno veri, e per questo è appassionato di ogni genere di storie. Da molti anni si dedica a inventare storie e racconti, ma solo di recente ha iniziato a mandarli a concorsi letterari, giungendo in finale in svariate occasioni.
Con il racconto fantasy “È stata la Palude” si è classificato al quinto posto al 29esimo Trofeo RiLL, nel 2023.

Il fischio
di Michele Piccolino (Formia – Latina)

- Una storia in cui il Fantastico è negli occhi del giovane protagonista. Apprezzabili gli accenni “sociali”, come il tema del figlio zoppo (e quindi “fallato”) e della famiglia abbandonata.
- Un racconto fantastorico, con un buon equilibrio tra la piccola storia individuale narrata e la grande Storia (gli anni antecedenti alla Seconda Guerra Mondiale, a Roma).
- Una storia semplice, sorretta da una scrittura sicura, con personaggi ben delineati, un’ambientazione curata e un’efficace costruzione. Non mancano i colpi di scena e le svolte inattese.

Michele Piccolino è nato nel 1972, vive a Formia (Latina) con la moglie Giovanna e i figli Giuseppe e Giovanni.
Avvocato, insegna nelle scuole superiori e all’università.
Ha vinto o è stato premiato in moltissimi concorsi letterari, dedicati al fantastico, alla fantascienza o a storie mainstream. Fra questi, anche il Trofeo RiLL, che ha vinto nel 2014. Suoi racconti sono inclusi in decine di antologie, di editori italiani e stranieri.
Ha firmato i romanzi “La Creatura senza nome”, le antologie di racconti “Il pettine lungo il fiume e altre storie improbabili”, “La guida spirituale e altre storie di Cavafratte” e “Il bianco degli occhi e altre storie nere di Cavafratte” (tutti editi da Tabula Fati); nel 2021 è uscito il romanzo “Il processo automatico” (0111 Edizioni)

Majokko blues
di Luca Ferrarese (Porto Viro – Rovigo)

- Un racconto che rielabora gli elementi dei manga delle storie majokko (letteralmente: streghetta), evidenziando in particolare il contrasto fra potenza e debolezza, forza e fragilità, di questi personaggi.
- Una storia di ispirazione manga, che parla in modo originale di disagio psicologico, tra anoressia, sdoppiamento della personalità, insicurezze legate al proprio aspetto fisico o rispetto al proprio ruolo di madre.
- Un racconto che re-interpreta in chiave manga (partendo dalle c.d. storie majokko) il tema della difficoltà dell’essere un super eroe (una super eroina, in questo caso). La narrazione alterna con efficacia dialoghi serrati (fra la protagonista e il suo psicologo) e flash-back che riportano al passato.

Luca Ferrarese è nato nel 1990 a Contarina, una città del Delta del Po che oggi non esiste più. Vive quindi a Porto Viro (Rovigo), il comune che l’ha inglobata.
Congedatosi dagli studi universitari, trascorre le giornate coltivando una (in)sana ossessione per la narrativa giapponese in ogni sua forma.
Sinora solo un paio di suoi racconti sono stati pubblicati (in particolare, il suo “Yama Yuki” è stato inserito nell’antologia “Ritratti del Giappone”, ed. Idrovolante). Sta comunque cercando di dedicarsi sempre più alla scrittura e di rimettere in riga i suoi personaggi ogni volta che compiono scelte diverse dalla trama prestabilita.

Passaponte
di Mario Villani (Colledara – Teramo)

- Una storia, ambientata in un futuro non così lontano, che mette in risalto temi quali la dittatura, l’intelligenza artificiale, la promiscuità del carcere. L’autore tratteggia un mondo e trova una conclusione capace di ribaltare le premesse iniziali e le attese sui personaggi.
- Un bel racconto di fantascienza, incentrato sull’intelligenza artificiale e il “regime” che ha creato. Le immagini evocate nella narrazione sono vivide ed efficaci. Si legge bene, decisamente.
- Un racconto di fantascienza in cui è rilevante il lavoro sulla struttura: l’autore mette un numero elevato di personaggi in uno spazio chiuso (la cella di un carcere), “giocando” di continuo sulla compensazione fra questi due elementi contrapposti.

Mario Villani è nato a L’Aquila nel 1968, e attualmente vive a Roseto degli Abruzzi (Teramo), tra le colline e il mare, con la moglie Patrizia e un discreto numero di animali domestici.
Ha studiato Antropologia Culturale e Discipline dello Spettacolo. Dal 1992 è regista e attore teatrale professionista: scrive drammaturgie, allestisce spettacoli per ragazzi, insegna teatro in scuole pubbliche e private, tiene corsi, laboratori e realizza progetti nel sociale. Nel tempo libero lavora al suo eterno romanzo, scrive racconti, cucina, legge.
L’unico racconto che ha, ad oggi, pubblicato è “Commisera l’aragosta”, nell’antologia “In & Out” (curata da Gianluca Morozzi; ed. Clown Bianco, 2021).
È appassionato di giocoleria e prestidigitazione.

 

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