29esimo Trofeo RiLL: finalisti e giudizi della Giuria

Questa pagina è una rassegna dei commenti dei giurati (e, in misura minore, dei lettori-selezionatori) del 29esimo Trofeo RiLL sui dieci racconti finalisti. Vogliamo così sia rendere “omaggio” al lavoro di ciascun autore/ autrice sia rendere pubblico il contributo critico di chi ha letto e valutato i testi giunti in finale.
In questa stessa pagina presentiamo poi gli autori/ autrici di ciascun racconto, con delle brevi biografie. In questo modo desideriamo dedicare ulteriore spazio e attenzione a chi ci ha sostenuto nel modo per noi più gradito: inviandoci una bella storia.

I racconti sono distinti in premiati e menzionati, sulla base dei risultati del concorso.

I cinque testi premiati sono pubblicati nell’antologia LE CASE CHE ABBIAMO PERSO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni (collana Mondi Incantati), insieme ai racconti vincitori del premio SFIDA 2023 (sempre organizzato da RiLL) e a quelli della sezione RiLL World Tour. Il libro è disponibile da metà ottobre presso RiLL (al prezzo speciale di 10 euro, spese postali incluse); da novembre sarà anche su Amazon, Delos Store e Lucca Fan Store (al prezzo di 10 euro, più spese postali).

Tutti e dieci i racconti finalisti del 29esimo Trofeo RiLL sono inoltre pubblicati nell’e-book Aspettando Mondi Incantati 2023, disponibile in formato kindle (su Amazon) e in formato epub (su KOBO, La Feltrinelli e Mondadori Store).

 

Racconti Premiati

Primo Classificato, Vincitore del 29esimo Trofeo RiLL
Le case che abbiamo perso
di Francesco Corigliano (Vibo Valentia)

- Un racconto molto originale per impianto e suggestione, che si regge su un’idea spiazzante: edifici vuoti e cadenti vagano (muovendosi sulle loro zampe) per una steppa senza fine, dove gli uomini vivono a stento, in piccole oasi.
- Un racconto surreale e ben congegnato, con atmosfere tra il fiabesco e il tragico.
- Echi di Miyazaki, di Salvador Dalì, del mito slavo di Baba Jaga per una storia originale e ben scritta che, sottilmente, rovescia il dramma delle migrazioni.

Francesco Corigliano è nato nel 1990 a Vibo Valentia.
È docente di scuola secondaria di primo grado.
Laureato in Filologia Moderna, ha conseguito un dottorato di ricerca con una tesi sulla letteratura weird. Ha pubblicato articoli di critica letteraria dedicati a fantastico, folk horror e letteratura del soprannaturale in raccolte e riviste accademiche, e il saggio “La letteratura weird – Narrare l’impensabile” (Mimesis, 2020).
I suoi racconti sono stati premiati in molti concorsi letterari. In particolare, nel 2015 ha vinto il premio Hypnos, giungendo secondo nel 2017; nel 2018 ha vinto il premio N.A.S.F. per racconti di fantascienza. Sempre nel 2018 è stato finalista al Trofeo RiLL.
Molti suoi racconti sono usciti su antologie di editori italiani e anglosassoni, oltre che su riviste.
Ha pubblicato l’antologia di racconti weird/ horror “Malasacra” (Kipple, 2019) e, per Delos Digital, i racconti lunghi “Sangue del padre” (2020), “Nostra signora delle scaglie” (2021), “L’eco dell’acqua” (2023). Per Edizioni Hypnos ha firmato i racconti lunghi “La funzione silvestre” (2021) e “Funerale” (2023).

Secondo Classificato
Tutt’apposto
di Giorgio Cappello (Palermo)

- Un racconto horror solido nell’impianto, divertente nello sviluppo, curato nello stile (anche nell’uso del dialetto siciliano). Si inserisce in una consolidata e illustre tradizione di storie di trasformazioni periodiche di esseri umani in animali, riuscendo a riportare il mito in uno scenario regionale, attualizzandolo.
- Un horror di ambientazione siciliana che alterna lingua e dialetto per associare l’orrore allo sguardo sottomesso di una vittima che sta per essere soverchiata dal caos. Fino a quando, del tutto inaspettatamente, il caos si rivela nella sua vera natura di ripristino di un nuovo equilibrio…
- Una storia godibile e ben sviluppata, in cui il Fantastico irrompe in modo inatteso (e anche violento) nella realtà quotidiana. È particolarmente apprezzabile proprio il modo in cui è trattata la violenza: se per i due comprimari è animalesca e del tutto naturale, per il protagonista non è affatto così e, pagina dopo pagina, si coglie sempre più la sua domanda di fondo (“quando siamo autorizzati a reagire e a fare del male?”), che forse è rivolta a tutti i lettori..

Giorgio Cappello è nato nel 1983 a Palermo, dove vive e gestisce un’agenzia di rappresentanza di impianti di climatizzazione.
Si è laureato in Scienze e Tecnologie dello Spettacolo, con una tesi su William Shakespeare e “Sandman”, di Neil Gaiman. Grande appassionato di comics, si è diplomato in sceneggiatura alla Scuola del Fumetto di Palermo. È tra gli autori di “Monstars volume 1” (Nicola Pesce Editore) e fra i collaboratori della casa editrice Cronaca di Topolinia, oltre che di svariate riviste dedicate al mondo dei comics.
Tra i suoi sogni: la pubblicazione di una sua serie a fumetti, del suo romanzo, diventare campione intercontinentale di Wrestling, diventare capo della Spectre.

Terzo Classificato
I colori del Campo Santo
di Giorgio Smojver (Padova)

- Come lo stesso autore dichiara nell’incipit, il racconto che Boccaccio non ha scritto per il Decameron. Porta lettori e personaggi letteralmente dentro gli affreschi trecenteschi del Campo Santo di Pisa. Originale, ben sviluppato e con una notevole cura degli elementi storici e figurativi.
- Un racconto ispirato alla novellistica toscana, con personaggi sia storici sia letterari, che compaiono anche nel Decameron. Fra storia e alchimia, un viaggio fantastico e un omaggio ai celebri affreschi trecenteschi del Campo Santo di Pisa.
- Un racconto ambientato a Pisa nel XIV secolo, epoca ben evocata dai precisi riferimenti storici e dal lessico falso antico, curato e allo stesso tempo godibile anche per il lettore contemporaneo. Particolarmente vivide le descrizioni dell’incubo in cui i protagonisti si trovano scaraventati.

Giorgio Smojver è nato nel 1950 a Padova, dove vive.
Laureato in Lettere Classiche, è appassionato di mitologia, storia e letteratura medievale, interessi da cui discende il suo amore per il fantasy.
È stato per oltre trent’anni coordinatore del sistema bibliotecario del Comune di Padova.
Con il racconto “Il frutteto” si è classificato al quinto posto al Trofeo RiLL nel 2022, mentre con “Il liuto e l’arpa” è stato fra i vincitori di SFIDA 2021, altro concorso bandito da RiLL.
Ha pubblicato i romanzi “Le Aquile e l’Abisso” (ed. Watson, 2019), “Valawyne e Helmor I – La frontiera di Finyas” (ed. Tora, 2021) “Valawyne e Helmor II – Le terre selvagge” (ed. Tora, 2022), “I Venturieri della notte” (ed. Letterelettriche, 2022) e il recentissimo “I Venturieri dei Monti Pallidi” (ed. Letterelettriche, 2023).
Ha inoltre curato diverse antologie di racconti, fra cui “Fiabe della notte oscura” (Delos Digital, 2021) e “Terre Leggendarie” (ed. Watson, 2022).
È il curatore, con Ambra Stancampiano, della collana Heroic Fantasy Italia.

Quarto Classificato
Un ragazzo
di Valentina Schiaffini (Corciano - Perugia)

- Un fantasy minimalista, capace in poche pagine di sviluppare e sviscerare il rapporto fra i due protagonisti, e insieme di parlare di intolleranza, amicizia, dolori e speranze.
- Un racconto sul tema dello straniero e della diversità, che mostra in modo convincente e delicato le emozioni dei due protagonisti, via via più uniti e contrapposti alla grettezza del duro mondo medievale in cui si svolge la storia.
- Un bel racconto che, per parlare di intolleranza, prende spunto dal mito celtico del Re Cervo, Kernunnos. La scrittura tiene in ottimo equilibrio la narrazione (flash-back compresi), le descrizioni dell’ambiente naturale e i dialoghi, e racconta con efficacia la crescita dell’amicizia tra i due protagonisti.

Valentina Schiaffini, nata a Roma, vive in Umbria con la sua famiglia.
Laureata in Conservazione dei Beni Culturali, ha lavorato a lungo come guida turistica e attualmente insegna nelle scuole superiori.
È appassionata di romanzi, fumetti e libri per bambini, che legge alla figlia per farla addormentare. Si diletta in cucina e nel tempo libero crea pupazzetti all’uncinetto. Ogni tanto si cimenta nella scrittura. “Un ragazzo” è il suo primo racconto a essere pubblicato.

Quinto Classificato
È stata la Palude
di Francesco Pone (Terni)

- Uno spaghetti fantasy ironico e divertente, una storia in stile Armata Brancaleone, ma in salsa lovecraftiana. Molto azzeccato.
- I contadinotti di una cittadina italiana del Medio Evo e gli Uomini-pesce della Palude: un incontro da cui, inaspettatamente, emerge un estemporaneo rapporto di solidarietà e complicità. Un racconto fantasy umoristico che “osa” parlare di lotta di classe.
- Una storia medieval-fantasy che sceglie come protagonisti persone del popolo, che si ritrovano a dovere affrontare un’inattesa mostruosa sfida.

Francesco Pone è nato a Napoli nel 1977 e vive a Terni con moglie e due figli. Insegna Storia e Filosofia alle superiori.
Ritiene che il mondo sia una sterminata antologia di racconti, veri e meno veri, e per questo è appassionato di ogni genere di storie. Da molti anni si dedica a inventare storie e racconti, ma solo di recente ha iniziato a mandarli a concorsi letterari. Nel 2022 è stato finalista al premio letterario bandito dalla Blue Room Edizioni in occasione della rassegna letteraria Villa Lais Legge e al concorso Petrarca.FIV
Con “È stata la Palude” ha deciso per la prima volta di cimentarsi con il fantasy, dopo anni di fatiche al tavolo di Dungeons & Dragons.


Menzioni di Merito

Ballata del soldato che torna
di Alessandro Izzi (Gaeta - Latina)

- Racconto sulla guerra (e contro le guerre) che prende la forma di una ghost-story, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. Molto significativo che il tema del racconto sia un’occasione per parlare anche di conflitti generazionali.
- Una storia di atmosfera e molto ben scritta, che tratta con estrema intelligenza e delicatezza il tema (assai attuale) delle guerre.
- Un racconto-omaggio al celebre “Il mantello” di Dino Buzzati. L’autore ha il merito di inserire nel testo elementi di rielaborazione e innovazione personale, oltre che di curare moltissimo i dialoghi e lo stile.

Alessandro Izzi è laureato in Storia del Cinema. Ha conseguito un dottorato all’Università di Tor Vergata (Roma) con una tesi sulla rappresentazione della Shoah nel cinema italiano.
Autore di numerosi saggi, è stato co-curatore di due tra i primi studi universitari italiani sul cinema super eroico non solo americano: “Comic Book Movies” (2013) e “DC vs Marvel” (2017).
Molti suoi racconti sono stati premiati o hanno vinto concorsi. Con il racconto di fantascienza “Non Io” si è classificato al terzo posto al Trofeo RiLL nel 2019; inoltre, è stato fra i vincitori di SFIDA, altro concorso bandito da RiLL, nel 2022 (con “Loop”) e nel 2023 (con “Dove i morti viaggiano veloci”).
Ha pubblicato l’antologia di storie horror “L’attesa della notte” (ed. Giovane Holden, 2018). Il suo “Storia di Manush – raccontata da chi non c’era” (ed. deComporre) ha ricevuto nel 2022 il premio International Books for Peace (sezione Fantasy). Da tale racconto ha tratto l’opera teatrale “Zingari Lager”, periodicamente messa in scena.

Il lucernario
di Gaia Cillo (Vittorio Veneto - Treviso)

- Una ghost-story narrata dal punto di vista del fantasma: i suoi ricordi sono confusi, la memoria è smarrita come la sua anima. Le tracce della sua presenza, però, innescano un dialogo tra la vita che sarà e la vita che fu. Il puzzle si ricompone e, forse, riporta la pace. Toccante.
- Una storia che ha il grande pregio della compiutezza e della notevole cura nella caratterizzazione dei personaggi: il bambino fantasma che infesta la casa della sua infanzia e la giovane donna, presto madre, che ora la abita.
- Un racconto di fantasmi che finisce per parlare di maternità, lasciando al lettore un sentimento di tenerezza che prevale sulla paura.

Gaia Cillo è nata nel 2003 a Vittorio Veneto (Treviso).
Diplomata al liceo classico, attualmente frequenta il corso di “Teatro Cinema Media” alla facoltà di Lettere dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Inoltre, ha studiato recitazione, scrittura e regia all’Accademia Teatrale “Lorenzo Da Ponte”.
Da sempre amante della narrazione in qualsiasi forma, scrive con passione da quando sa farlo, soprattutto storie di fantasmi.
Ha pubblicato il racconto lungo “Katy e il frammento di luce” (ed. Kellermann, 2013); al concorso letterario Nuovi Alfabeti è giunta seconda nella sezione di Poesia Latina e terza in quella di Poesia Greca.

Lampo di magnesio
di Michele Piccolino (Ausonia - Frosinone)

- Un racconto pastiche, che collega l'ambientazione napoletana alla cultura (e alla magia) ebraica. Nel complesso, un lavoro accurato e intelligente.
- Trama e sviluppo padroneggiati con sicurezza per un racconto di ambientazione ebraica, che riprende vagamente il mito del Golem. I dialoghi sono coerenti con il periodo storico e l’ambiente sociale del racconto, che alterna toni grotteschi e drammatici.
- Una storia mozzafiato. Parte da una “banale” veglia funebre, e via via sorprende il lettore mischiando elementi della cultura ebraica, della sceneggiata napoletana e antichi usi (le foto con il morto). Davvero intrigante.

Michele Piccolino è nato nel 1972, vive a Formia (Latina) con la moglie Giovanna e i figli Giuseppe e Giovanni.
Avvocato, insegna nelle scuole superiori e all’università.
Ha vinto o è stato premiato in moltissimi concorsi letterari, dedicati al fantastico, alla fantascienza o a storie mainstream. Fra questi, anche il Trofeo RiLL, che ha vinto nel 2014. Suoi racconti sono inclusi in decine di antologie, di editori italiani e stranieri.
Ha firmato i romanzi “La Creatura senza nome”, le antologie di racconti “Il pettine lungo il fiume e altre storie improbabili”, “La guida spirituale e altre storie di Cavafratte” e “Il bianco degli occhi e altre storie nere di Cavafratte” (tutti editi da Tabula Fati); nel 2021 è uscito il romanzo “Il processo automatico” (0111 Edizioni).

L’ostrica sulla montagna
di Gianluca Vici Torrigiani (Orvieto - Terni)

- Una favola che si fa racconto, scritto con uno stile delicato, coerente con il tema altrettanto delicato della reincarnazione. L’autore tratta il tema in chiave fantastica e riesce a farlo in maniera assolutamente rispettosa.
- Struttura narrativa originale, basata sugli annunci funebri, per una storia ben condotta e con personaggi ben delineati con poche pennellate. Un racconto a tinte pastello e con la giusta atmosfera magica.
- Un racconto sul tema della morte, un po' consolatorio e a suo modo toccante.

Gianluca Vici Torrigiani è nato a Roma nel 1979, attualmente vive in provincia di Milano con sua figlia.
Sin da bambino è appassionato di fantastico e fantascienza, e da sempre scrive storie.
Diplomato alla Scuola Romana del Fumetto, presso cui ha anche conseguito un Master, è tra i fondatori della casa editrice L’Internauta Comics.
Collabora come sceneggiatore e autore con varie testate e case editrici. In particolare, ha scritto diversi fumetti per le testate Il Morto e InkStory (entrambe pubblicate da Menhir Edizioni) e per la Draft Comics. Ha partecipato con le sue storie a fumetti alla raccolta “In Casa” (Ultra Edizioni) e alla rivista Lo Scarabocchiatore - volume 1 (volume cui hanno collaborato alcuni dei più grandi maestri del fumetto italiano quali Silver, Roberto Recchioni, Giancarlo Olivares).
È giunto quinto al XXVI Trofeo RiLL con il racconto afropunk “Nibani”, che è stato poi incluso nel 2021 in “Oltre il reale” (a cura di Carmine Treanni, ed. Delos Digital), antologia che raccoglie i migliori racconti di fantascienza pubblicati in Italia nel 2020.

Storia di un’orchidea
di Davide Emanuele (Oleggio Castello - Novara)

- Racconto di fantascienza ambientato in Estremo Oriente: ottima atmosfera, trama disturbante e un protagonista assassino di professione, che inaspettatamente conserva un briciolo di umanità. Una storia che prende alla gola.
- La tenerezza feroce di un necroforo. Sullo sfondo, la desolazione di una società futuristica priva di emozioni, in cui l’essere umano più sensibile è un uccisore di bambine. Come trasformare un ossimoro in racconto.
- Scenario distopico per un racconto che sa colpire forte. Bello e crudo.

Davide Emanuele è nato nel 1987 a Novara.
È un vorace lettore di storie horror, new weird e cyberpunk. Come autore, ama scrivere di paradossi e dubbi etici.
Alcuni suoi racconti sono stati premiati in concorsi e quindi inclusi in diverse antologie. Uno dei più recenti, “Olovinile” (che ironicamente definisce “dalle atmosfere gioiose quanto quelle di Storia di un’orchidea”), è disponibile gratuitamente on line, anche in forma di audiolibro.
Con il racconto “Vivono nei buchi” ha vinto l'ottava edizione del premio Esecranda.


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