Alessandro Negrini (1996, 1998)

Nel 2024 il Trofeo RiLL ha compiuto trent’anni!
Per festeggiare questo “compleanno”, abbiamo deciso di intervistare i vincitori e le vincitrici del concorso, dal 1995 a oggi: un viaggio nella storia del Trofeo RiLL, per parlare dei racconti che lo hanno vinto e delle persone che hanno scritto quelle storie (e la nostra storia). Pubblicheremo tutte le interviste nelle prossime settimane, fino a Lucca Comics & Games 2024.


Alessandro, tu hai vinto il Trofeo RiLL nel 1996 (la seconda edizione del concorso), con il racconto fantasy “La voce di Arion”, e poi la quarta edizione, nel 1998 (con il racconto fantasy “Il processo”).
Vorrei chiederti di parlarci dei tuoi due racconti, non solo a livello di trama, ma anche di quelle che erano le idee, gli spunti, gli obiettivi che ti eri dato quando hai scritto queste due storie…

La voce di Arion rappresenta per me uno scrigno di ricordi che cominciano con la sua stesura – iniziata in una calda estate toscana del 1993 – e trovano compimento in occasione della sua premiazione a Lucca, tre anni dopo, quando avevo appena ventun anni. Vi s’intrecciano gli elementi essenziali del racconto fantastico classico, in una visione lasciata volutamente in bilico fra il sogno e la veglia.
Successivamente a quel mio “battesimo del fuoco” in veste di aspirante scrittore, mi ritrovai ad inseguire numerosi spunti, nel tentativo di raffinare un apparato narrativo ricco di possibilità, ma ancora piuttosto indefinito. Il mio desiderio era quello di tratteggiare un universo immaginario coerente ed unitario, entro i cui confini collocare gran parte delle vicende che intendevo raccontare, seguendo l'esempio offerto dai miei tanti modelli letterari preferiti.
Nato inizialmente come monologo teatrale, Il processo è senza alcun dubbio il racconto che segna la linea di demarcazione tra la mia produzione da esordiente e il tentativo di progredire verso un registro espressivo più completo.
Vi si ritrovano tutti i temi cardine di quel periodo di passaggio – in particolare, la fragile ambiguità della “maschera sociale”, ma anche il desiderio di esplorare il confine che separa la vita dalla morte – in un contesto marcatamente gotico e di maggior respiro, se paragonato ai miei lavori precedenti.

Cosa ricordi delle due premiazioni, delle partecipazioni a Lucca Comics & Games e, più in generale, dell’interazione con RiLL in quelle occasione (e dintorni)?

Mentirei se, a distanza di sei lustri, affermassi di conservare un quadro cristallino di ambedue gli eventi. A pelle, mi resta un mélange di sensazioni legate ad un’eterogenea giostra di ricordi parziali, frammentati: un crescente senso di lusingata trepidazione, cui s’accompagnava l’impressione di trovarmi catapultato, almeno per un giorno, nel Paese dei Balocchi assieme ai personaggi delle mie storie.

Parliamo di te, adesso. Dalle due premiazioni degli anni '90 di tempo ne è passato! Cosa fai adesso, cosa hai fatto, in ambito letterario e non??

Provando a condensare in una manciata di righe circa trent’anni di vita, posso rispondere che – ad oggi – sono un ingegnere, un libero professionista, un docente universitario, un marito, nonché… l’umano d’affezione di una tribù domestica di piccoli criminali in pelliccia. Nel 2009 ho pubblicato un’antologia di racconti fantastici, dal titolo “I fuochi di Nabron”; dopo di allora, mi sono concentrato su articoli tecnico-scientifici e contenuti divulgativi legati alla mia professione, nel campo dell’ingegneria industriale e della sicurezza occupazionale.



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