28esimo Trofeo RiLL: finalisti e giudizi della Giuria

Questa pagina propone una rassegna dei commenti dei giurati (e, in misura minore, dei lettori-selezionatori) del 28esimo Trofeo RiLL sui dieci racconti finalisti. Vogliamo così sia rendere “omaggio” al lavoro di ciascun autore/ autrice sia rendere pubblico il contributo critico di chi ha letto e valutato i testi giunti in finale.
In questa pagina presentiamo inoltre gli autori/ autrici di ciascun racconto, con delle brevi biografie. In questo modo dedichiamo ulteriore spazio e attenzione a chi ci ha sostenuto nel modo per noi più gradito: inviandoci una bella storia.

I racconti sono distinti in premiati e menzionati, sulla base dei risultati del concorso.
I cinque testi premiati sono pubblicati nell’antologia QUEL SIGNORE IN SALOTTO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni (collana Mondi Incantati), insieme ai racconti da noi selezionati nell’ambito del premio SFIDA 2022 e a quelli della sezione RiLL World Tour.
Tutti e dieci i racconti finalisti del 28esimo Trofeo RiLL sono inoltre pubblicati nell’e-book Aspettando Mondi Incantati 2022, disponibile in formato kindle (su Amazon) e in formato epub (su KOBO, La Feltrinelli e Mondadori Store).


Racconti Premiati

Primo Classificato, Vincitore del 28esimo Trofeo RiLL
Quel signore in salotto
di Nicola Catellani (Carpi - Modena)

- Una ghost-story dei nostri giorni, scritta con tale naturalezza da accentuare l'empatia verso i personaggi. Si parte da uno spaccato di vita familiare, con le ansie e le preoccupazioni quotidiane comuni a molti di noi; in questo contesto il soprannaturale si fa strada, senza ricorrere a effetti speciali ma semplicemente sedendosi nel tranquillo salotto di un’anziana signora.
- Un racconto sospeso fra possibile e impossibile, con il giusto mix tra narrazione e dialoghi che, verosimili e scorrevoli, non sminuiscono l’atmosfera fantastica, anzi mettono in risalto gli elementi perturbanti (rispetto alla realtà) della storia.
- Un fantastico quotidiano, una storia condotta con mano sicura, che non ha bisogno di effetti speciali per funzionare e che per di più riesce a trattare il tema della senilità nella cerchia familiare con levità, a tratti con ironia.

Nicola Catellani è nato nel 1968 e vive a Carpi, in provincia di Modena.
Laureato in Astronomia e giornalista pubblicista, è funzionario in un ente pubblico.
Grande appassionato di fantascienza, esordisce come autore a diciassette anni, pubblicando due racconti sulla fanzine torinese “Pulp”. Da allora si è dedicato soprattutto alla lettura, riprendendo a scrivere solo negli ultimi anni.
I suoi racconti fantastici e di fantascienza hanno vinto o sono stati premiati in numerosi concorsi, oltre che pubblicati su antologie e riviste.
Con “Il Bar Subito Dopo” ha vinto il Trofeo RiLL nel 2021, annata in cui si è classificato anche al secondo posto (con “Urne elettorali”), realizzando una “doppietta” senza precedenti nella storia del concorso. È inoltre giunto terzo nel 2017 (con “Questione di previdenza”) e nel 2018 (con “F.lli marziani, dal 1947”); nel 2019, infine, è stato fra i vincitori di SFIDA, altro concorso bandito da RiLL.
Il suo romanzo di fantascienza umoristica “Via Lattea per negati” è stato finalista nel 2019 al Premio Odissea e poi pubblicato nel 2022 da Plesio Editore. Sempre nel 2022 è uscita la personale di racconti “La Grande Impresa” (Eidon Edizioni).

Secondo Classificato
nonmorto
di Marta Bonaventura (Londra)

- Un racconto sui non morti, molto ben sviluppato e nel quale un nucleo doloroso sottende l’invenzione fantastica. Dopo un avvio quasi investigativo, l’orrore si afferma come colpa e ripristino dell’equilibrio. Quasi un omaggio a Poe.
- Una storia di zombie che riesce a essere originale, con uno stile, un linguaggio e un ritmo che coinvolgono, creando empatia. Una narrazione dolente che resta nella memoria.
- Un racconto sui non morti con molti elementi classici, ma avvincente e ben costruito. L’omicidio dell’amante e del “figlio della colpa” sono fatti che si ripetono nel tempo e l’autrice è molto brava nel dare alla storia un’atmosfera cupa e atemporale.

Marta Bonaventura è nata a Roma nel 1988. Laureata in Studi Italiani e Contemporanei, dopo aver lavorato per un decennio generoso come correttrice di bozze e traduttrice si è trasferita a Londra, dove vive da diversi anni.
Appassionata di letteratura cyberpunk, fantasy umoristico e narrativa distopica, scrive per diletto racconti fantastici dietro pseudonimo. Al momento è occupata nella stesura di una serie di romanzi in lingua inglese.

Terzo Classificato
Il funerale dell’assassino
di Nelson Nazzicari (Lodi)

- Una storia dura e cruenta, una sorta di frammento di un’ambientazione (un’Italia futuristica?) che si intuisce molto articolata, nella quale emerge con forza lo scontro fra istituzioni laiche e religiose. Per certi aspetti, un racconto a tesi, che vuole scuotere i lettori.
- Scrittura barocca per un racconto intrigante e originale, con finale a sorpresa.
- Un racconto ambizioso, che contrappone un negromante a un comandante di Polizia, con il popolo a fare da spettatore, mentre gli innocenti e i colpevoli si confondono. Si può leggere come metafora della nostra società, e in questo senso è molto inquietante.

Nelson Nazzicari è nato nel 1981 e vive a Lodi.
Fin da bambino sognava di fare lo scienziato. Ora che ha realizzato il suo sogno, ha capito che la Scienza è bella, ma un po’ noiosa, e sta cercando di rovinarsi la vita con la scrittura. Di giorno, quindi, è ricercatore presso il Ministero dell’Agricoltura, e di notte scrive raccontini e raccontoni che poi manda a concorsi e premi, ottenendo sporadici successi.
Raccoglie quello che si può mostrare in pubblico senza scandalizzare i parenti sul blog fagufo.it

Quarto Classificato
Still life
di Riana Rocchetta (Imola - Bologna)

- Il racconto di una notte di festa in cui i defunti escono dalle tombe per vivere un effimero momento di nostalgia, rimpianto o vendetta… ma il grottesco si fa garbato e l’orrore è solo uno sfondo per la narrazione, mentre la scrittura procede ironica e disinvolta.
- Una storia di zombie che riesce a essere solare, grazie al tono brioso e al buon ritmo della narrazione. Una grande riflessione sul rapporto fra uomini e donne, sulle amicizie maschili e il carattere dei bambini.
- Un racconto che parla di cose terribili (la morte, omicidi, suicidi, femminicidi…) con tono lieve, palesando uno humour nero che lascia, insieme, divertiti e sbigottiti.

Riana Rocchetta è nata a Imola (Bologna), dove vive con il marito e il gatto.
Laureata in Drammaturgia al DAMS, ha lavorato come programmista-regista in RAI e come arte-terapista presso il Dipartimento di Salute Mentale della sua città. Scultrice, designer di gioielli e oggetti d’arredo, ha partecipato a numerose fiere di artigianato artistico e ha curato installazioni di arte concettuale.
Da sempre scrittrice di storie, ha vinto alcuni concorsi letterari; suoi racconti sono stati pubblicati su riviste, blog e antologie. Nel 2019 è stata finalista al Trofeo RiLL con il racconto umoristico “Fritto Misto”.

Quinto Classificato
Il frutteto
di Giorgio Smojver (Padova)

- Un racconto che ha un andamento da ballata trobadorica e che rielabora con abilità numerosi temi della letteratura italiana medieval-rinascimentale, in particolare la novella 5 del quarto giorno del “Decameron” di Boccaccio, anch’essa ambientata a Messina.
- Un riuscito racconto fantastorico, ambizioso negli intenti e sfidante per il tipo di stile scelto dall’autore. In una parola: una scommessa vinta.
- Un racconto evocativo e coinvolgente, che si svolge a Messina alla fine del XIII secolo. L’ambientazione italiana è ben utilizzata, e molto apprezzabile è la forma linguistica, che usa arcaicismi in modo efficace, risultando scorrevole e mai forzata. Le tre voci narranti si alternano in modo convincente, fino all’epilogo.

Giorgio Smojver è nato nel 1950 a Padova, dove vive.
Laureato in Lettere Classiche, è appassionato di mitologia, storia e letteratura medievale, interessi da cui discende il suo amore per il fantasy.
È stato per oltre trent’anni coordinatore del sistema bibliotecario del Comune di Padova.
Con il racconto “Il liuto e l’arpa” è stato fra i vincitori di SFIDA 2021, altro concorso bandito da RiLL.
Ha pubblicato i romanzi “Le Aquile e l’Abisso” (ed. Watson, 2019), “Valawyne e Helmor I – La frontiera di Finyas” (ed. Tora, 2021) “Valawyne e Helmor II – Le terre selvagge” (ed. Tora, 2022) e “Venturieri della notte” (ed. Letterelettriche, 2022); per Delos Digital sono usciti i racconti lunghi “Artigli nei Boschi”, “Flutti incantati”, “Le ombre di Arados” e “Spade sull’oceano”. Ha inoltre curato alcune antologie di racconti, fra cui “Fiabe della notte oscura” (Delos Digital, 2021) e “Terre Leggendarie” (ed. Watson, 2022).
È il curatore, con Ambra Stancampiano, della collana Heroic Fantasy Italia.

Menzioni di Merito

Cunto oscuro
di Alessandro Izzi (Gaeta - Latina)

- Brillante e divertente rivisitazione di temi classici (l’emigrazione italiana verso gli USA a inizio Novecento, la mafia italo-americana…), rivisti dall’autore sia inserendo in modo originale l’elemento fantastico sia ricorrendo, quando necessario, al dialetto napoletano.
- Un racconto colto, pieno di citazioni e riferimenti storici, ma anche una storia soffusa di nostalgia… almeno finché l’elemento fantastico non fa irruzione, nel modo più inatteso e violento.
- Avvincente e ben scritto, descrive in modo credibile un “mondo” e i suoi personaggi. Una storia che per essere apprezzata deve essere letta.

Alessandro Izzi è laureato in Storia del Cinema all’Università “La Sapienza” di Roma e ha conseguito un dottorato all’Università di Tor Vergata (Roma) con una tesi sulla rappresentazione della Shoah nel cinema italiano.
Autore di numerosi saggi, è stato co-curatore di due tra i primi studi universitari italiani sul cinema super eroico non solo americano: “Comic Book Movies” (2013) e “DC vs Marvel” (2017).
Molti suoi racconti sono stati premiati o hanno vinto concorsi (fra questi, lo Streghe Vampiri & Co. e il premio N.A.S.F.). Con il racconto di fantascienza “Non Io” si è classificato al terzo posto al Trofeo RiLL, nel 2019.
Ha pubblicato l’antologia di storie horror “L’attesa della notte” (ed. Giovane Holden, 2018).
Il suo “Storia di Manush – raccontata da chi non c’era” (ed. deComporre) ha ricevuto nel 2022 il premio International Books for Peace (sezione Fantasy). Da tale racconto ha tratto l’opera teatrale “Zingari Lager”, periodicamente messa in scena.

Eterna estate
di Raffaele Cudazzo (Bollengo - Torino)

- Un racconto di fantascienza ben scritto e ispirato a due temi decisamente contemporanei: il cambiamento climatico e i respingimenti dei migranti alla ricerca di una vita migliore.
- Racconto ambientato a Venezia in un non lontano futuro post catastrofe (un moderno Diluvio, forse). La narrazione ha un’apprezzabile forma diaristica e si ricorda per un’interessante inversione di prospettiva: quella che fa del Nord Italia il nuovo Sud del mondo, luogo di partenza per i migranti verso il Nord Europa.
- Un racconto suggestivo nella visione post apocalittica, che risulta particolarmente inquietante perché di ambientazione italiana.

Raffaele Cudazzo vive in Piemonte e ama l’alta montagna, il che non è scontato per uno che fino a diciott’anni è vissuto in Salento, alla massima altitudine di sessanta metri sul livello del mare.
Laureato in informatica, si occupa di innovazione, in particolare di come l’intelligenza artificiale o la realtà aumentata possano migliorare i processi aziendali e renderli più sostenibili. Per fare questo occorre saper comunicare: scrivere un testo efficace è altrettanto importante che scrivere un algoritmo in un qualsiasi linguaggio di programmazione.
È un lettore compulsivo di ogni genere: gialli, fantasy, romanzi storici, biografie, saggi e, ovviamente, fantascienza. Ha cominciato a scrivere romanzi dopo i quarant’anni. Sinora ha scritto due libri, il protagonista è sempre un consulente aziendale che – suo malgrado – risolve enigmi polizieschi. Poi più niente, per oltre dieci anni, fino a quando non è arrivato il momento di ritornare al suo vecchio amore: la fantascienza.

Ktasia 103
di Marco Bertoli (Pisa)

- Un racconto di fantascienza ipertecnologica e, insieme, una storia d’amore.
- Tra androidi e cacciatori di taglie, in una galassia lontana, la buona riuscita fantascientifica è garantita.
- Un racconto di fantascienza curato sia nell’ambientazione che nella caratterizzazione dei personaggi (e dei loro sentimenti).

Marco Bertoli è nato nel 1956 a Pisa, dove vive insieme alla moglie Anna.
Geologo, lavora come tecnico presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa.
Suoi racconti sono stati premiati o hanno vinto numerosi concorsi letterari e/o sono stati inseriti in quasi 250 antologie.
Ha pubblicato i romanzi “La Signora che vedeva i morti” (2012), “L’avvoltoio – Delitti all’alba della scrittura” (2014), “Gilgamesh – La storia di un eroe sumero” (2015), “Ivano – Il cavaliere del leone” (2016; scritto con la figlia Serena), “1886 – Quando le Lunatermiti invasero la Terra” (2017), “La Streghetta e la Vampira” (2018), “Percussor - I delitti del Reame Pisano” (2019) e “Morte a Pilakopi” (2021). Inoltre, i suoi racconti sono stati raccolti nelle antologie personali “Eroina suo malgrado e altri racconti”, “Frammenti di vita”, “Delitti nella Storia”, “Il Cavaliere, la strega e…”

Larva
di Andrea Sola (Limena - Padova)

- Un racconto pulp, molto pulp. Resta nella memoria per molte delle situazioni che narra, surreali e decisamente trash.
- L’autore non si fa scrupolo di spiazzare i lettori con le sue trovate e per come “strapazza” il povero protagonista. Si presterebbe bene per un adattamento fumettistico.
- Uno splatter volutamente incontrollato e, anche per questo, divertente.

Andrea Sola è nato in un paesino nel cuore del Veneto nel 1993.
Si avvicina alla scrittura scarabocchiando tavole da skateboard e componendo i testi per i gruppi punk in cui suona. Appeso il basso al chiodo si getta all’inseguimento di una laurea in Scienze Ambientali e nel frattempo svolge diversi lavori (tra cui portiere notturno, alzatore di tombini e allevatore di scarafaggi), che gli danno qualche idea su cosa scrivere. Le storie che ne vengono fuori finiscono in diversi posti, principalmente nel cestino del suo PC, ma anche su riviste online, per radio (come audio-racconti) e su pubblicazioni cartacee. Con il racconto “Niente è per niente” (poi uscito su “Il Giallo Mondadori”, febbraio 2021) ha vinto il premio NebbiaGialla del Suzarra Noir Festival.
Attualmente collabora con la rivista di cultura estrema La Nuova Carne e ha un bellissimo sito (solaandrea.wordpress.com) che nel momento in cui leggi queste parole forse non è più in down

Mezza dozzina di dita mozzate
di Francesco Ceffa (Romentino - Novara)

- Un racconto umoristico, ambientato in un campo di battaglia, dopo lo scontro. La trama fantasy è molto semplice, ma la narrazione in prima persona e la scelta di due goblin (un po’ farabutti, un po’ cialtroni, un po’ vittime del “sistema”) come protagonisti rende la storia molto divertente.
- Un fantasy umoristico, con buon ritmo, molte trovate brillanti e con due protagonisti che sembrano due macchiette della Commedia dell’Arte Fantasy.
- Ambientazione sword & sorcery per un racconto umoristico e grottesco. L’autore non si esime dal gioco citazionista dei classici del genere fantasy, come insegna il bon-ton della comicità demenziale.

Francesco Ceffa è nato nel 1983 e vive in Piemonte, in provincia di Novara, tra le risaie. È laureato in Economia e lavora nell’azienda di famiglia.
Ha iniziato a scrivere storie da piccolo, sulla vecchia Olivetti nell’ufficio del papà, perlopiù fan fiction dei Ducktales e dei Bobobobs. Molti anni dopo, complice la pandemia che lo costringe in casa più tempo del solito, decide che è il caso di provare a finire tutte le storie che aveva iniziato.
Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su riviste letterarie come Malgrado le mosche, Risme, inutile e Narrandom. Nel 2021 sfiora la finale al Trofeo RiLL con “Strambo, speciale, magico”; nell’edizione 2022 le cose gli vanno meglio.
Nessuno dei racconti che ha finora pubblicato, purtroppo, ha come protagonisti paperi o gnomi spaziali.

 

 

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