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Nel 2024 il Trofeo RiLL ha compiuto trent’anni!
Per festeggiare questo “compleanno”, abbiamo deciso di intervistare i vincitori e le vincitrici del concorso, dal 1995 a oggi: un viaggio nella storia del Trofeo RiLL, per parlare dei racconti che lo hanno vinto e delle persone che hanno scritto quelle storie (e la nostra storia). Pubblicheremo tutte le interviste nelle prossime settimane, fino a Lucca Comics & Games 2024.
Emiliano, tu hai vinto il Trofeo RiLL due volte e in due anni di fila: nel 2001 (con il racconto “Bogey”) e nel 2002 (con “L'ultimo giorno buono dell'anno”). Sono entrambi racconti di fantascienza, il genere che tu prediligi quando scrivi... vorrei chiederti di parlarci delle due storie, non solo a livello di trama, ma anche di quelle che erano le idee, gli spunti, gli obiettivi che ti eri dato quando le hai scritte.
Il racconto vincitore nel 2001, Bogey, era stato scritto un paio di anni prima. Era un periodo in cui io e il mio amico Mauro seguivamo assiduamente il cinema. Io, in particolare, sono sempre stato un appassionato delle produzioni tra gli anni ’30 e ’50 del secolo scorso e, tra i miei miti, Humphrey Bogart ha sempre occupato un posto d’onore.
Un giorno stavamo parlando di clonazione, tema molto attuale alla fine degli anni ’90, e Mauro mi disse: “Perché non scrivi un racconto su un attore famoso che viene clonato e riportato in vita? Magari Bogart sposato con la Monroe!”
Da quello spunto è nato il racconto. Scritto con tono sarcastico e un po’ rude, come l’immagine che il grande attore ha lasciato di sé.
Era nato come puro divertissement, letto forse da meno di dieci persone e finito in un cassetto ma, quando decisi di partecipare per la prima volta al Trofeo RiLL, non ebbi dubbi nello sceglierlo e fui premiato.
Il racconto del 2002 invece, L’ultimo giorno buono dell’anno, lo scrissi appositamente con l’intento di partecipare nuovamente al concorso. La storia nacque da uno strano mix di esperienze. Avevo da poco riletto quello che, per me, è il più bel racconto breve mai scritto: “Il lago”, di Ray Bradbury e, mentre ero alla ricerca di idee, Mauro mi diede in visione le puntate di “Neon Genesis Evangelion”, un’esperienza visiva sconvolgente per l’epoca. A questo, si aggiunse la splendida “The last good day of the year” dei Costeau, forse la canzone di maggior successo di quell’anno. Ormai avevo tutto: personaggi, ambientazione, atmosfera e… un titolo.
(per inciso, con “Bogey”, e poi “L'ultimo giorno buono dell'anno”, per la prima volta il Trofeo RiLL venne vinto da racconti di fantascienza; inoltre, “Bogey” è il racconto più breve che abbiamo mai vinto il Trofeo RiLL: poco meno di 6.000 caratteri, spazi fra parole incluse; infine, “Bogey” è il primo racconto ad aver vinto il Trofeo RiLL in rimonta, superando “Storia di draghi e negromanti”, di Guido Alfani, che era stato a lungo al primo posto nelle votazioni della giuria di quell'anno; quanto a “L'ultimo giorno buono dell'anno” va ricordato che uscì su Mondi Incantati 2002: quello fu l'ultimo anno in cui Mondi Incantati fu semplicemente una pubblicazione fotocopiata autoprodotta da RiLL... ma, per la prima volta, la copertina era a colori: un’illustrazione ricca di arancio e blu, firmata dalla “nostra” Valeria De Caterini, NdR)
Cosa ricordi delle due premiazioni, delle partecipazioni a Lucca Comics & Games e, più in generale, dell’interazione con RiLL in quelle occasione (e dintorni)?
Ricordo una grande emozione, tanto da non riuscire a parlare. La sensazione di incredulità per ciò che stava accadendo e la grande gioia di trovarmi in un posto così famoso e avere un ruolo da “protagonista”. Lucca Comics & Games, poi, è un luogo incantato, un’oasi di fantasia che permette di tornare un po’ bambini e vivere esperienze indimenticabili.
Ricordo di aver ricevuto una bellissima accoglienza da parte di tutti i RiLLini e dai giurati presenti.
Ricordo di aver stretto molte amicizie e aver avuto la possibilità di incontrare tante persone con interessi comuni.
Per quanto riguarda RiLL, sin dall’inizio ho ammirato la vostra serietà, la dedizione e la capacità nel portare avanti un progetto basato non sul profitto ma sulla pura passione artistica e sulla promozione dei talenti, cosa più unica che rara. Oltre a ciò, da subito vi ho considerato degli amici.
Parliamo di te, adesso. Dal 2001-2002 di tempo ne è passato! Cosa fai adesso, cosa hai fatto, in ambito letterario e non?
Per parafrasare Noodles/ De Niro in “C’era una volta in America”: Sono andato a letto tardi.
Scherzi a parte, è una domanda difficile: guardando indietro, mi sembra di aver fatto poche cose, ma forse non è corretto dirlo. Sicuramente ho smesso di scrivere con regolarità. Il premio RiLLico SFIDA mi ha dato ancora degli stimoli per buttare giù qualche racconto e ricevere altre soddisfazioni, fino a veder finalmente pubblicata, ancora grazie a RiLL, la mia antologia personale del 2011: Memorie dal Futuro.
Altre mie storie, quattro o cinque in totale, sono state inoltre pubblicate in altrettante raccolte legate a concorsi vari.
Sono orgoglioso invece di aver fatto da semplice assistente alla mia compagna Valentina Polcini, che ha pubblicato il saggio “Buzzati e le Stelle”, presentato al Salone del Libro di Torino nel 2022 e poi trasformato in una mostra al Mu.Fant (Museo della Fantascienza) di Torino. Un’esperienza davvero memorabile!
Per il resto, letture, musica, sempre meno cinema, sport ma, soprattutto, viaggi.
(per inciso: Emiliano è troppo signore per dirlo, ma la sua antologia personale Memorie dal Futuro, che dà il nome all'intera collana, contiene 12 racconti, di cui ben 6 premiati in concorsi RiLLici fra il 2001 e il 2011: non è un caso se per la nostra collana di personali decidemmo di partire proprio dalle sue storie! Il libro cartaceo è esaurito da tempo, ma come e-book Memorie dal Futuro è disponibile sia in formato kindle su Amazon che come EPUB su KOBO, La Feltrinelli e Mondadori Store, NdR)