QUEL SIGNORE IN SALOTTO e altri racconti...: la parola agli autori e alle autrici

Intervista agli autori e alle autrici del 28esimo Trofeo RiLL e di SFIDA 2022 pubblicati nell’antologia QUEL SIGNORE IN SALOTTO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni
di Alberto Panicucci
[pubblicato su RiLL.it nel gennaio 2023]

La ventesima antologia della collana Mondi Incantati è QUEL SIGNORE IN SALOTTO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni, presentata da RiLL a Lucca Comics & Games 2022.
Il libro, edito da Acheron Books, propone 13 racconti: 9 sono stati selezionati nell’ambito del 28esimo Trofeo RiLL e SFIDA 2022 (cioè i concorsi organizzati dalla nostra associazione), i restanti 4 sono stati invece premiati nei concorsi esteri con cui il Trofeo RiLL collabora.

Come tradizione ormai consolidata, dedichiamo agli autori e alle autrici dei racconti premiati del 28esimo Trofeo RiLL e di SFIDA 2022 un’intervista collettiva: per stimolare la curiosità dei lettori/ lettrici non c’è niente di meglio, crediamo, che parlare più diffusamente di ogni storia nel libro.
Inoltre, vista l’attenzione che queste interviste hanno riscosso in passato, abbiamo realizzato una seconda intervista, dedicata agli autori/ autrici stranieri presenti nel volume.

Detto questo, passiamo in medias res, e parliamo dei racconti classificatisi ai primi cinque posti al 28esimo Trofeo RiLL, che “aprono” l’antologia Mondi Incantati del 2022.
Va sottolineato che questi testi sono stati scelti dopo una lunga selezione, che ha coinvolto (da aprile a settembre 2022) i 371 racconti ricevuti. Quindi nuovamente ringraziamo gli oltre 300 autori e autrici, residenti in Italia e non, che hanno scelto di partecipare al nostro concorso l’anno passato: una scelta che non è assolutamente scontata, e che ci sprona a continuare a lavorare per un Trofeo RiLL sempre migliore.

I cinque racconti premiati del 28esimo Trofeo RiLL sono stati scritti da tre autori e due autrici (una delle quali residente a Londra, in Inghilterra). Per tre di loro si tratta della prima pubblicazione su un'antologia Mondi Incantati. Anzi, una di loro era alla prima partecipazione al Trofeo RiLL… e non esiste benvenuto migliore che l’essere premiati!

Rispetto al 2021, si conferma al primo posto Nicola Catellani, “penna” carpigiana che abbiamo spesso premiato dal 2017 in poi, e che nel 2021 aveva addirittura fatto una storica doppietta (classificandosi primo E secondo, con due diversi racconti… un record difficile da eguagliare, pensiamo!).
Era dal 2005 che non vedevamo un autore vincere due volte di fila il nostro concorso (allora ci riuscì Francesca Garello)… e questo può forse comunicare “al mondo” l’idea che al Trofeo RiLL vinca sempre Nicola Catellani. Dato che non è esattamente un efficace messaggio pubblicitario (lo dico da organizzatore), vorrei iniziare l’intervista chiedendo ironicamente a Nicola: dobbiamo considerarti un autore bravo o un autore… malandrino (dato che i tuoi successi ci mettono un po’ in imbarazzo)?

“Sicuramente dovete considerarmi un autore che scrive racconti che (a volte) piacciono alla giuria del Trofeo RiLL! Questo è fondamentale, perché credo che, una volta appurato che l’autore sa scrivere in buon Italiano, la grossa differenza la faccia il gusto di chi legge. Il fatto di essere arrivato primo per due anni di fila non autorizza a credere che io abbia una formula magica per vincere: al massimo ho una fromula magica per i refusi, come spiega il secondo mio racconto presente nell’antologia (premiato nel concorso SFIDA 2022, NdR).”

Di SFIDA 2022 parleremo più avanti, Nicola... parliamo piuttosto di Quel signore in salotto, primo classificato e che dà il titolo all’antologia: una ghost-story dei nostri giorni, con un’ambientazione così contemporanea e “quotidiana” che è davvero facile riconoscersi nei personaggi (un’anziana madre e il suo preoccupato figlio). Eppure, in un contesto tanto reale, l’elemento fantastico irrompe in modo forte, seppure senza alcun ricorso agli “effetti speciali”…
Della trama non voglio svelare altro, ma mi soffermerei invece sulla genesi del racconto, che è divertente e soprattutto permette di mostrare come le vie della scrittura (e dei successi, in questo caso!) siano infinite…

“Questa è un’altra prova che non ho la formula magica. Infatti la scorsa primavera avevo già spedito alcuni racconti al Trofeo RiLL, e ne ero soddisfatto.
“Poi, a poche settimane dalla scadenza, durante un pranzo di famiglia, nel discorso salta fuori che una nostra anziana parente vive da sola ed è convinta che ci sia un signore sconosciuto che di tanto in tanto la va a trovare. La storia poteva finire lì, ma mia nipote Susanna interviene buttando lì: Ehi, zio, perché non la trasformi in un racconto?
“E chi sono io per deludere una nipotina, anche se la nipotina ha ormai vent’anni? Così, qualche giorno dopo, mi sono messo a scriverlo, e a pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni è nato Quel signore in salotto, che poi ha vinto il Trofeo RiLL.
“Da una parte sono molto felice che il suggerimento abbia portato a tale risultato… d’altra parte, nessuno degli altri racconti interamente miei è giunto in finale. Dovrò farci una riflessione per il futuro!”
(qui accanto: Nicola Catellani alla premiazione del 25esimo Trofeo RiLL, a LCG 2019, premiato da Mario Pardini, che nel frattempo è divenuto sindaco di Lucca!)

Conoscendo Nicola Catellani, pensiamo che la suddetta riflessione non gli impedirà di inviare nuovi racconti per il prossimo Trofeo RiLL… che aspettiamo, come sempre, con curiosità.

Con piacere passiamo ora all’autrice seconda classificata: Marta Bonaventura, romana ma residente da svariati anni a Londra (il che le ha purtroppo impedito di essere presente alla cerimonia finale, a Lucca Comics & Games). Premiarla ci ha fatto particolarmente piacere, perché Marta è alla sua prima partecipazione al Trofeo RiLL, e siamo sempre contenti quando l’esordio nel nostro concorso viene “battezzato” da un bel piazzamento.

Inoltre, il suo nonmorto entra di diritto nella storia del Trofeo RiLL perché è il primo racconto da noi premiato che è stato originariamente scritto non in Italiano: la brava Marta, infatti, scrive ormai direttamente in Inglese e ha provveduto a tradurre la sua storia proprio per partecipare al nostro concorso.
Quindi… iniziamo proprio da questa esperienza di traduzione del racconto: come è andata, Marta?

“Onestamente, è stata un’esperienza vagamente strampalata. Penso che ogni lavoro di traduzione sia di necessità una riscrittura almeno parziale dell’originale: e che questo valga ancora di più quando si parla di un testo creativo. La struttura dei periodi va alterata; espressioni che renderebbero un certo grado di umorismo nella lingua di partenza non sono sempre trasponibili in quella di arrivo. Cambia la lunghezza delle frasi, e va di necessità rivisto il tono dei dialoghi. Al momento di tradurre nonmorto ho proceduto perciò nella maniera più elastica possibile, mantenendo i due testi fianco a fianco sullo schermo e cercando di scrivere a braccio. Non sono sicura di essere completamente soddisfatta del prodotto finale – di certo sono saltate fuori certe espressioni piuttosto curiose!”

Sicuramente una parte del fascino di nonmorto è proprio dato dalla sua atmosfera, cui contribuiscono un ritmo narrativo e un linguaggio particolari (in parte derivanti proprio dalla traduzione dall’inglese). Oltre a questo, il racconto si caratterizza per un avvio simil investigativo, per poi svisare decisamente nell’horror nella parte finale, quando il colpevole viene trovato e punito. Ma non finisce qui: si capisce benissimo che l’ambientazione è molto più ampia di quella che si può intuire attraverso il racconto, e anche questa sensazione aumenta l’attenzione di chi legge. Marta, posso chiederti di svelare qualcosa su questo aspetto?

“Il primo nucleo del racconto è nato dall’idea del villaggio di Aerodromo-Fangoso-Sottacqua (Muddy-Underwater-Aerodrome). In un futuro non eccessivamente lontano, una Piaga inspiegata (the Blight) si è abbattuta sul pianeta e ne ha decimato la popolazione; nel caos e nello stato di regressione sociale e tecnologica che ne sono seguiti, alla gente è occorso diverso tempo per realizzare che i morti stavano cominciando ad alzarsi dalle tombe e ad andarsene in giro. E ancora più tempo per imparare a convivere con il problema. Non tutti i morti diventano nonmorti: principalmente, accade a coloro la cui morte è arrivata accompagnata da molto rimpianto.
“In questo futuro, Adela (la protagonista del racconto, NdR) è la strega di un piccolo villaggio in Romania: in quanto tale, svolge funzione di levatrice, dentista, punto di primo soccorso, esperta di tecniche di distilleria, pediatra, chirurgo da campo – e di frequente si assicura che i nonmorti tornino ad essere morti.”

Il peregrinare di Adela e del neonato nonmorto che ha inaspettatamente trovato sono al centro del racconto secondo classificato al 29 Trofeo RiLL: una storia che siamo felici di avere ricevuto e premiato, e che pensiamo sarà apprezzata dai lettori e dalle lettrici dell’antologia 2022 del concorso.

Anche sul gradino più basso del podio, al terzo posto, troviamo un racconto bello tosto: Il funerale dell’assassino (del lodigiano Nelson Nazzicari) è una storia dura e cruenta, che parte dalla cronaca della cerimonia funebre per un assassino e due sue vittime, ricostruendo poi l’accaduto e mettendo in scena lo scontro fra le istituzioni religiose (rappresentate dal negromante che officia il rito) e laiche (rappresentate dal comandante di Polizia Titosperi).
Qualche giurato del concorso ha commentato il testo dicendo che sembra un racconto a tesi. Nelson, possiamo chiederti di darci l’interpretazione autentica? È davvero un racconto a tesi? E se sì… quale è?

“La tesi c’è ed è molto semplice: quando le istituzioni si scontrano, a pagarne le conseguenze sono i poveracci. Innocenti, ultimi, vittime designate perché troppo deboli o troppo isolate per potersi difendere. Citando Fabrizio De Andrè, non ci sono poteri buoni, e si vede.
“Poi nel racconto c’è anche altro: c’è l’Italia di provincia, il paesino dove tutti si fanno gli affari degli altri, dove si aspetta solo l’occasione buona per sparlare. Per raccontarla non ho dovuto fare un grande sforzo di fantasia, perché in quelle dinamiche sociali ci sono cresciuto – e sono scappato appena possibile.
“Infine, c’è la chiesa di Plutone: inamovibile, sorda e autoreferenziale, al punto da diventare addirittura immorale pur di restare fedele a sé stessa. Questo è l’elemento più fantastico del racconto e che lascia intravedere un’ambientazione a cui sto lavorando, con l’Italia moderna ma pagana, i culti degli Dei romani ancora praticati e nessuna traccia di Cristianesimo – almeno, ufficialmente…”

Quello di Nelson Nazzicari è sicuramente un racconto potente, in cui la narrazione segue lo svolgimento della cerimonia funebre, tenendo alta la tensione e l’attenzione dei lettori/ lettrici, anche cercando di suscitare un certo sdegno rispetto ai comportamenti dei protagonisti (principali e comprimari). Una storia, pensiamo, da non perdere!!

Al quarto posto in classifica troviamo Still life, dell’imolese Riana Rocchetta (già finalista nel 2019 con la storia umoristica Fritto misto). È il racconto di una notte di Halloween, in cui i defunti escono dalle tombe per (ri)vivere poche ore, fra momenti di nostalgia, rimpianto e vendetta… una storia assolutamente in linea con le atmosfere dark che nel 2022 sono state prevalenti nella cinquina premiata, ma che si distingue per il particolare tono della narrazione.
Infatti, il racconto mette in scena tante "cose terribili" (si parla di tradimenti, suicidi, femminicidi, omicidi, e i protagonisti sono tutti zombi!). Parafrasando la celebre frase di Oscar Wilde sulla Storia, si potrebbe dire che questo racconto è un calendario di delitti… eppure il tono è sempre lieve, leggero, tutto viene raccontato col sorriso sulle labbra.
Quindi, Riana, vorrei chiederti come ti è venuto in mente di scegliere questo particolare registro narrativo, che qualche giurato ha definito tanto divertente quanto spiazzante.

“L’intenzione era quella di scrivere un racconto per Halloween. Si sa che ogni paese ha la sua tradizione, ma una leggenda abbastanza comune vuole che nella notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre i morti ritornino nel mondo dei vivi. Quindi il tema del risveglio dei defunti è stata una strada quasi ovvia da percorrere.
“Mi interessava soprattutto lavorare sul punto di vista dei morti: l’ambientazione, l’intreccio, le conversazioni e le relazioni che hanno luogo e si ripetono in un gruppo di ex persone vive, che si risvegliano per una sola notte ogni anno. Trovandosi tutti in un cimitero, si è trattato solo di scovare i caratteri eccellenti, cioè le persone cui era capitata una vita, o una morte, fuori dall’ordinario. Poi qualche personaggio mi ha preso la mano e, invece di accontentarsi di un passato sul quale danzare, ha approfittato dell’occasione per pareggiare dei conti lasciati in sospeso.
“In quanto al tono lieve con il quale ho affrontato argomenti terribili, non dovuto pensarci poi molto: in un certo senso, è lo stile della mia famiglia che si è fatto registro narrativo. A casa nostra si sono sempre affrontati argomenti pesanti con stile leggero: basta, ad esempio, che iniziamo un discorso sulla morte mentre siamo a tavola che subito salta fuori una conversazione tanto divertente quanto spiazzante (per usare le parole della Giuria).
“Penso che al destino tragico cui un dio che digerisce male ci ha relegato noi esseri umani possiamo reagire soltanto ridendo o piangendoci sopra. Ma è meglio ridere!”

Dall’umorismo nero, nerissimo di Still life passiamo a Il Frutteto, il racconto quinto classificato, che chiude la sezione dell’antologia dedicata ai testi premiati nel 28esimo Trofeo RiLL.
Autore di questa storia è Giorgio Smojver, che già nel 2021 avevamo il piacere di premiare, per il suo Il liuto e l’arpa, vincitore del premio speciale Lucca Comics & Games, nell’ambito del concorso SFIDA.
Se da un anno all’altro non è cambiato il risultato per Giorgio (in entrambi i casi premiato e pubblicato), cambia invece moltissimo da Il liuto e l’arpa a Il Frutteto, perché si passa da un racconto ispirato a ballate medievali danesi e con protagonista un paladino di Carlo Magno a una storia italianissima: Il Frutteto è ambientato a Messina alla fine del XIII secolo, ispirato a una novella del Boccaccio nel Decamerone, e contiene svariati riferimenti ad altri classici della Letteratura Italiana. Infine, Il Frutteto si distingue per il modo in cui viene raccontata la storia: con una lingua italiana arcaicizzata con abilità, che risulta sia credibilmente antica sia perfettamente fruibile al lettore moderno.
Giorgio, hai cambiato completamente ambientazione, luoghi, riferimenti letterari, lingua… cosa ti ha spinto a questa “rivoluzione” così radicale?

“In realtà ho fatto lo stesso in altri due miei libri usciti nel 2022: l’antologia Terre Leggendarie (un viaggio nell’Italia del Trecento) e il romanzo I venturieri della notte, ambientato tra Venezia e le Alpi.
“In generale, il fantasy si ispira al Medio Evo, ma quasi sempre ad ambienti e sfondi leggendari franco-inglesi. Il nostro Medio Evo, invece, è visto quasi sempre in chiave comica, una copia stracciata e cialtrona della società feudale. Ma dal 1000 al 1500 l’Italia era il primo paese in Europa per ricchezza, civiltà e libertà, e qui venivano gli avventurieri di altri paesi in cerca di fortuna. Il nostro patrimonio di leggende è ricchissimo, Shakespeare vi attinge a piene mani.
“Io ho riletto il Decamerone, i cronisti toscani, i poemi di Boiardo e Ariosto. Boccaccio viene ricordato solo per le storie di corna e beffe, invece la sua è una commedia umana che tocca tutti gli aspetti, dal comico al tragico al fantastico. La sua lingua è splendida, sonora ed efficace: oggi non si può riprodurne per intero il lessico, ma è utile capirne il ritmo, e alcune espressioni danno un sapore di verità antica a una storia.”

Giorgio Smojver ha sicuramente ragione a evidenziare la ricchezza del patrimonio letterario e culturale italiano. Scrivere un racconto fantastorico come Il Frutteto è comunque difficile, perché non è banale usare arcaicismi in modo efficace, mantenendo lo stile scorrevole e non forzato, e farlo senza perdere di vista la “necessità” di raccontare una bella storia (in questo caso: il combattuto amore fra la giovane Isabetta, figlia di una stirpe di mercanti, e Llorenc Deslaur, cavaliere di Federico d’Aragona).
Il quinto posto nell’ambito del 28esimo Trofeo RiLL indica che la “scommessa” è stata sicuramente vinta!

Oltre al 28esimo Trofeo RiLL, nel 2022 RiLL ha organizzato anche SFIDA: l’annuale concorso gratuito dedicato agli autori e alle autrici giunti/e una o più volte in finale al Trofeo RiLL, e che mette in palio la pubblicazione su Mondi Incantati.
Il concorso prende il nome dalla SFIDA che RiLL lancia ogni anno: scrivere un racconto fantastico partendo da un vincolo esterno, stabilito da RiLL di edizione in edizione. I/le partecipanti possono comunque interpretare liberamente lo spunto di partenza, sia rispetto al genere delle storie (fantasy, fantascienza, horror…) sia rispetto alla trama.

Nel 2022 SFIDA voleva sia omaggiare Charles M. Schulz, il “papà” dei Peanuts (e quindi di Snoopy, Charlie Brown, Linus…), del quale ricorreva il centenario della nascita, sia “festeggiare” la collana Mondi Incantati, giunta alla ventesima uscita.
Quindi, la SFIDA era duplice: l’incipit di ogni racconto partecipante doveva essere “Era una notte buia e tempestosa” (forse il più celebre attacco di una storia, puntualmente usato da Snoopy quando si cimentava nella scrittura); inoltre, il tema di ogni racconto doveva essere: “storia di uno scrittore (o scrittrice) e del suo libro”.

Fra i 23 testi partecipanti, letti e valutati in forma anonima (da Alessandro Corradi, Rosario – detto Valerio – Di Marco, Daniele Pagliuca, Alberto Panicucci), sono stati scelti come vincitori ex aequo i racconti di Nicola Catellani, Andrea Galla, Alessandro Izzi e Cristiano Montanari.



L’uomo lince, di Andrea Galla, però, ha ricevuto il premio speciale Lucca Comics & Games: un riconoscimento che dal 2008 il festival assegna al migliore dei testi vincitori di SFIDA.
(qui accanto, il momento della premiazione, con l'autore e Cecilia Barella, anglista, saggista e giurata del Trofeo RiLL)

L’uomo lince narra l’incontro, dopo molti anni di lontananza, fra due vecchi amici, uno dei quali è un celebre scrittore, che da tempo vive da “irreperibile” al mondo. Proprio lo scrittore inizia un racconto-flashback, che dalla comune giovinezza arriva fino al momento del nuovo incontro fra i due. E questo racconto è una vera e propria discesa negli Inferi, inquietantissima (anche perché tutto si svolge in una città “toccata” da qualcosa di oscuro e maligno, e per di più scossa da un inarrestabile sciame sismico).

Andrea, L’uomo lince ha nel complesso uno spunto molto classico; come stile a me ha ricordato certe storie ottocentesche, e un recensore dell’antologia ha citato il Faust. Vorrei chiederti perché hai scelto di dare al tuo racconto un taglio così “antico”.

“Ho iniziato a scrivere L’uomo lince senza avere una chiara voce, o mood.
“Salendo le scale insieme a uno dei due protagonisti, nella scena iniziale, ho compreso che questa storia mi avrebbe portato in un luogo lontano, ancestrale. E che il tragitto avrebbe richiesto una voce e una costruzione insieme moderna e antica, quasi come se ci fossimo trovati, io e i personaggi, lì dove tutte le storie gotiche hanno avuto inizio, e fosse quello l’esatto punto di partenza. Dove risiedono quei sogni di talento che da sempre attanagliano gli artisti, i Faust di ogni epoca, e che in fondo accomuna tutti noi.”

A proposito di elementi comuni, nel 2011 tu arrivasti quarto al Trofeo RiLL con L’uomo con la ghironda, bella storia di amicizia e tradimento. Lo è anche L’uomo lince, senza dubbio. Quindi: dobbiamo considerarlo il tuo tema-feticcio, la tua “ossessione”?

“Il tema dell’amicizia, in particolare il legame potente e indissolubile che si crea nell’infanzia o nella giovinezza, mi ha sempre intrigato. Quel sentimento di unione, di lealtà, capace di conferire una forza incredibile, tale da irretire qualsiasi avversità o nemico (terreno o ultraterreno).
“Da un punto di vista narrativo, ciò che davvero mi affascina è come a volte quello stesso legame possa nascondere altro: parole non dette, l’ombra di gelosie covate nel tempo, sentimenti taciuti, che giorno dopo giorno possono trasformarsi in qualcosa di sinistro, oscuro. Una crepa che va via via allargandosi, e da cui possono uscire presenze sinistre e feroci, con maschere di lince o enigmatiche ghironde…”

Passando agli altri racconti selezionati con SFIDA 2022, troviamo Libro delle piogge, del modenese Cristiano Montanari: un autore che è stato più volte finalista al Trofeo RiLL, e che nel 2018 giunse quinto con il racconto horror Madonnina.
Libro delle piogge è invece una storia di fantascienza, che parla del tentativo di migliorare il clima di un pianeta dal clima molto caldo. Non è però un racconto che mette al centro l’elemento tecnologico, bensì quello umano. È così, Cristiano?

“Ero interessato a mostrare gli effetti che un evento fantascientifico poteva avere sulla gente comune a livello di vita quotidiana, in un’ottica di narrativa ecologica.”

L’intervento di terraformazione, infatti, cambierà profondamente la vita dei due giovani protagonisti (Nena e Dir), e della loro comunità, spingendo il ragazzo a diventare scrittore, per raccontare proprio la loro storia. Libro delle piogge ha senza dubbio una forte impronta ecologica, un tema che emerge con forza anche grazie alla descrizione del quotidiano dei personaggi, che permette di evidenziare proprio la portata dei cambiamenti cui andranno incontro.
(qui accanto: Cristiano Montanari alla premiazione del 24esimo Trofeo RiLL, a LCG 2018, premiato da Renato Genovese, a lungo direttore del festival e giurato di lungo corso del Trofeo RiLL)

Con il terzo vincitore di SFIDA 2022 (cioè Loop, di Alessandro Izzi, di Gaeta), restiamo in ambito fantascientifico (cyberpunk, si potrebbe dire). È una storia sull’incontro/ scontro fra due scrittori (Nick e Antonio), legati da una relazione di amicizia ma anche di forte antagonismo.
Visto che questo tema è ricorrente in molte opere (letterarie, teatrali, cinematografiche…) viene quasi da chiedersi se i rapporti fra gli autori siano davvero così. O è solo una licenza poetica, Alessandro?

“Direi che, in quanto occidentali e figli della cultura greca, ce l’abbiamo un po’ nel DNA una visione agonistica dello scrivere e del cercarci un pubblico. A essere del tutto onesti, però, non saprei dirti se l’antagonismo che c’è tra i protagonisti di Loop sia un’eccezione o la prassi nel rapporto odierno tra scrittori. Il fatto è che sono Capricorno, per cui ho pochi amici veri e nessuno di questi è un narratore.
“Il racconto, quindi, non nasce dal dialogo con un altro scrittore, semmai dal dialogo che, come ci insegna Umberto Eco, esiste sempre tra un testo e l’altro. Volenti o nolenti, non possiamo più raccontare niente di nuovo. Hanno già scritto tutto i greci (ancora loro!), e noi, al più, possiamo rimodulare. In Loop, ad esempio, c’è molto del rapporto tra Salieri e Mozart così come l’aveva impostato Shaffer, prima che arrivasse il film di Milos Forman. È un’idea che mi ronzava nella testa da parecchio tempo e che ha potuto prendere corpo proprio grazie ai vincoli proposti da SFIDA, perché l’immagine di Snoopy mi ha permesso di spingere un discorso che rischiava di prendersi troppo sul serio verso una visione più ironica, che mescola King e Kubrick, Harry Potter e Blade Runner. Sono loro gli Antonio che mi tengo in bottiglia e uso quando comincio a scrivere…”

In effetti, Loop è decisamente lontano dalle atmosfere di Non Io, il thriller fantascientifico con cui Alessandro Izzi si classificò al terzo posto al Trofeo RiLL nel 2019. Per quanto ci riguarda, siamo ben felici di sentire che lo spunto affettuosamente ironico legato a Schultz che caratterizzava SFIDA 2022 abbia dato il la all’inventiva di questo “nostro” autore, facendoci scoprire la parte più ironica della sua ispirazione.

E, a proposito di ironia, arriviamo a La fromula magica, di Nicola Catellani, l’ultimo racconto nell’antologia. Non a caso l’ultimo racconto, va detto: infatti, “dovendo” pubblicare due storie dello stesso autore, il vincitore del Trofeo RiLL 2022, ci è parso davvero il caso di posizionare il suo secondo racconto (vincitore ex aequo di SFIDA) in chiusura del libro, cedendo così al “piacere” della circolarità.
Ma non solo.
La fromula magica parla in modo umoristico del tema croce e delizia di chi scrive e/o cura e/o pubblica libri: la caccia ai refusi, agli errori di stampa. Per questo ci ha subito colpito e per questo è stato inserito come ultimo racconto nel sommario dell'antologia.
Per di più, il racconto si chiude con una citazione dello scrittore argentino Abelardo Castillo, sempre dedicata ai refusi, che è sia divertente sia molto consolatoria per chi affronta (e magari perde) questa annosa “battaglia”.
Nicola, tu che rapporto hai con questa attività?

“Io sono specializzato nel trovare i refusi SUBITO DOPO che le opere sono già state stampate. Più di una volta mi è stato chiesto di NON guardare libri e/o pubblicazioni appena uscite dalla tipografia, forse nella speranza che i refusi se ne andassero da soli col tempo. Purtroppo questa mia specialità è entrata in azione anche con l’antologia Mondi Incantati del 2021, IL BAR SUBITO DOPO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni, facendomi scoprire un evidente (e piuttosto incredibile) refuso. Volete sapere qual è? Comprate l’antologia del 2021 e cercatelo!
“La scoperta di quel refuso è diventata l’ispirazione per La fromula magica, e devo dire che mi sono piuttosto divertito a scriverlo!”

Concludiamo con la risposta di Nicola Catellani l’intervista collettiva agli autori e alle autrici selezionati da RiLL per l’antologia QUEL SIGNORE IN SALOTTO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni (collana Mondi Incantati, ed. Acheron Books, 2022).
Speriamo che le loro risposte vi abbiano incuriosito, e fatto venir voglia di leggere il libro. Se poi voleste sapere di più anche sulle storie premiate in concorsi esteri che il libro contiene, vi rimandiamo alla seconda intervista collettiva legata all'antologia.
Dopodiché, comunque e come sempre… la parola ai lettori/ lettrici!

È possibile acquistare QUEL SIGNORE IN SALOTTO e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni direttamente da RiLL, al prezzo speciale di 10 euro (spese postali incluse), oltre che su Amazon, sul Delos Store e nel Lucca Fan Store (al prezzo di 10 euro, spese postali escluse).


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La foto di Nicola Catellani (scattata alla premiazione del 25esimo Trofeo RiLL, a LCG 2019) è di Valeria De Caterini.
Le foto di Nelson Nazzicari e di Andrea Galla (scattate alla premiazione del 28esimo Trofeo RiLL, a LCG 2022) sono di Nicola Catellani.
La foto di Riana Rocchetta (scattata alla premiazione del 28esimo Trofeo RiLL, a LCG 2022) è di Tullio Giambi.
La foto di Giorgio Smojver (scattata alla premiazione del 28esimo Trofeo RiLL, a LCG 2022) è di Alessandro Corradi.
La foto di Cristiano Montanari (scattata alla premiazione del 24esimo Trofeo RiLL, a LCG 2018) è di Lorenzo Trenti.
Le foto di Marta Bonaventura e Alessandro Izzi sono state gentilmente fornite dagli interessati.



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